Ancelotti non è un pirla: sicuri che giochi a carte scoperte la sfida con Emery?

(di Arturo Minervini) - Londra chiama, Londra brucia, Londra sta arrivando. Nella testa, nelle gambe, finanche dentro ai muscoli. È la serata dell’orgoglio che ti si piazza davanti e chiede la redenzione dopo le ultime orribili prestazioni. È la serata di una partita da giocare su una scacchiera verde, con pedine che dovranno muoversi al momento giusto per cercare di far saltare i tatticismi.
Il Napoli arriva a questa sfida maluccio, ma può essere quasi una nota positiva. In questi giorni Ancelotti ha potuto lavorare sulla testa della squadra, andando a stimolare delle corde che non possono aver lasciato insensibili i calciatori. Serve una reazione, si necessità di un ritorno al passato, alle grandi prestazioni sfoderate in Champions League prima della maledetta notte di Liverpool. Il destino ha voluto regalare, proprio in terra inglese, una nuova occasione di riscatto, una chance da giocarsi contro chi accusa questo gruppo, da ormai troppo tempo, di non avere la giusta maturità per giocare alcune partite.
Ancelotti non è un pirla. Parafrasando una celebre frase di Josè Mourinho, il tecnico è sicuramente il più chiacchierato in queste ore dopo una conferenza stampa ricca di contenuti e con dei toni raccontano la sua voglia di riscatto. A Parigi aveva incartato Tuchel ed al San Paolo aveva imbrigliato Klopp con delle mosse a sorpresa sul piano tattico, difficile pensare che non stia provando qualche novità per la sfida all’Emirates. Davvero si presenterà contro l’Arsenal con la formazione annunciata? Davvero darà ad Emery il vantaggio di giocare così a carte scoperte? Difficile, ma la verità la scopriremo solo in serata. Manca sempre meno…
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