Ass. Borriello: "Il Napoli non può essere sfrattato ma ci sono arretrati. Tornelli pagati? Non servono ai napoletani, ma al club"

Le sue considerazioni
28.08.2018 12:58 di Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Ass. Borriello: "Il Napoli non può essere sfrattato ma ci sono arretrati. Tornelli pagati? Non servono ai napoletani, ma al club"

Ciro Borriello, assessore allo sport al Comune di Napoli, ha parlato a Radio Marte delle ultime polemiche sul San Paolo: “Non so più cosa dire, abbiamo montato un cosa su un fatto normale. Ci andate a giocare a calcetto? Bene, la prima cosa che facciamo è pagare il campo. Noi non facciamo altro che chiedere questo. Questa cosa probabilmente non interessa più ai napoletani, ma interessa che il Napoli vada bene, e questo è merito di Ancelotti, squadra e società. Cosi come paghiamo noi quando giochiamo a calcetto, cosi deve pagare il Napoli. Prima di emettere eventuali richieste di pagamento deve passare un po’ di tempo, c’è tutta una serie di aspetti tecnici e formali molto lunghi.

Il Napoli gioca al San Paolo anche se ci sono difficoltà, il regolamento prevede che ci possa giocare solo la squadra più importante della città, non vedo preoccupazioni per chi vuole montare casi. Il Napoli non potrà mai essere sfrattato, bisogna solo trovare modalità per risolvere questa questione. C’è un minimo di 5mila euro, poi c’è il famoso 10% dell’incasso, poi i dati non sono mai precisi, poi dovremo affrontare la questione commissioni la prossima settimana. Siamo in un arretrato abbastanza lungo, poi noi non siamo i padroni di casa cattivi, ma questa situazione va risolta, è anche brutto per una società così importante che finisce sulla bocca di tutti perché non paga stadio. È una società che produce utili, dà lustro alla società, ed è una macchia il fatto che utilizza il campo senza pagare. I tornelli ed alcune realizzazioni non servono a tutti i cittadini napoletani, è rivolta esclusivamente a chi è usa il campo, cioè il calcio Napoli. Poi qualcuno potrebbe dire che le partite economiche possono non essere più riconosciute”.