Bucciantini: "Criticare Osimhen è un infanticidio. Si è sentita la mancanza di Insigne"

Nel corso di 'Radio Goal', Marco Bucciantini, giornalista e scrittore, è intervenuto ai microfoni di Kiss Kiss Napoli: "Il Napoli è una squadra che funziona. La squadra di Gattuso ha personalità e sa anche ribaltare le partite, ma bisogna preoccuparsi di trovare nella prima mezz’ora di gioco il gol. Domenica alla prima occasione ha dato modo di segnare agli altri che così si sono sentiti più forti, inoltre il Sassuolo con il Covid è più favorito, senza pubblico ha meno pressione ed ora è una delle squadre più forti d’Italia. La squadra di De Zerbi ha coraggio a giocare palle difficili e ad uscire dalla difesa, però contro il Napoli non ha creato molto mentre gli azzurri hanno invece concluso varie volte. Il Napoli non deve spaventarsi da questo risultato.
Critiche a Osimhen? Gli attaccanti devono fare certi errori, che sono da attribuire anche al noviziato. Il nigeriano nasconde bene le difficoltà con il suo modo di essere, criticarlo è sbagliato. E’ un reato grave, un infanticidio, non puoi fare fuori il tuo futuro più importante.
L'assenza di Insigne? In attacco si è sentita, non ci si accontenta di Lorenzo, lui tira in porta mirando all’incrocio e se ci riesce fa dei gol straordinari. E’ quello che sa fare più calcio tra tutti gli attaccanti, anche Mertens ha questa qualità ma visto il nuovo ruolo non può essere continuo. Insigne pensa, sa mettere la palla, sa far stare insieme tutti gli attaccanti ed ha una qualità fisica maggiore rispetto a Mertens.
Mertens alla Papu? No, perché non gli sta chiedendo di diventare centrocampista. Ammiro Gattuso per la scelta difficile che ha fatto. Ha voluto sfruttare l’impatto di Osimhen su campionato non togliendo il belga, che per me è uno dei giocatori più forti del campionato di questi anni. E’ mancata anche mancata un’alternativa a Mertens, potevano essere Zielinski e Elmas, ma erano indisponibili nelle ultime gare. Se il Napoli ha dato subito l’impressione di vincere lo scudetto è stato anche perché Gattuso ha fatto giocare tutti insieme i quattro attaccanti.
VAR? Era progresso civile perché andava nel senso della giustizia, poi se l’uomo si sente escluso da questa modernità è perdente. Bisogna allearsi alla tecnologia, la partita deve essere arbitrata dall’arbitro in campo e da quello davanti alla televisione che lo aiuta e rivedere. La cessione del protagonismo è fondamentale per il calcio, al VAR non c’è una voce registrata ma un uomo che può rivedere un’azione da tante angolazioni diverse. Togliamo di mezzo quella stupidaggine del clamoroso errore, come si fa a capire quando è clamoroso? Credo che un clamoroso errore lo veda anche un arbitro orbo, è l’errore difficile da vedere che deve essere valutato”.
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