Chiariello: “Fiducia nel Napoli, ma anche qualche preoccupazione. Con 10-11 punti si entra nei playoff”

Chiariello: “Fiducia nel Napoli, ma anche qualche preoccupazione. Con 10-11 punti si entra nei playoff”
Oggi alle 20:30Le Interviste
di Antonio Noto

Il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto "Punto Chiaro" ai microfoni di Radio CRC: "Focalizziamo l'attenzione sulle conseguenze del pareggio di ieri sera con l'Eintracht Francoforte da parte del Napoli. L'analisi della partita l'abbiamo fatta ieri sera, l'abbiamo fatta stamattina, ne abbiamo parlato. Non voglio tornare sui temi affrontati e sulle domande poste a Conte sulle quali spero lui ci dia risposte perlomeno sul campo, anche se non vuole dirci la voce. Però parto dall'unico esempio che abbiamo, dall'unico caso che abbiamo di riferimento di questa Champions girone unico con otto partite personalizzate. L'anno scorso si entrò nelle prime otto con 16 punti. L'ottava squadra fece 16 punti e fu l'Aston Villa. L'Atalanta per un punto non ce la fece entrare tra le prime otto e peste le corse, perché poi i play-off andò fuori. L'Atalanta al nono posto finì per beccare l'ultima, la 24ª il Brugge e ci perse ai play-off, pur essendo testa di serie. Le prime otto furono Liverpool, Barcellona, Arsenal, Inter, Atletico Madrid, ma stranamente anche Bayern Leverkusen. Allora, le prime cinque ci stanno, anno parte dell'élite europea, ma arrivarono tra le prime otto incredibilmente Leverkusen il Bayern fece 16 punti, il Lille, incredibilmente 16 punti. l'Aston Villa a 16 punti. A 15 punti si piazzarono il Borussia Dortmund, soprattutto il Real Madrid e il Bayern Monaco che finirono 11º e 12º. Anche il Milan, ma anche il Paris Saint-Germain che finì 15º a 13 punti. Pensate un po'. Poi l'ha vinta la Champions. La Juventus arrivò 20ª a 12 punti e si qualificò per i play-off. Il Manchester City arrivò 22º, rischiò di non partecipare ai play-off con 11 punti. L'anno scorso per entrare nelle prime 24 bisognava fare 11 punti e si arrivò in condominio. Tanto è vero che la Dinamo la Dinamo Zagabria con 11 punti non entrò, perché il Brugge con 11 punti la superò per differenza reti. Ci vollero 11 punti e una differenza reti -4, perché la Dinamo Zagabria arrivò a 11 punti e -7. Undici punti è il minimo sindacale, si dice per entrare nelle prime 24 e per entrare nelle prime 16, cioè da testa di serie, l'anno scorso sono ci sono voluti 13 punti. Infatti l'anno scorso la 16ª pelo pelo fu il Benfica, che a parità di punti col Monaco, col Brest e col Feyenord a 13 punti arrivarono in tante, arrivò il Paris Saint-Germain, il Benfica, il Monaco, il Brest e il Feyenoord, cinque squadre per due posti. Il Paris Saint-Germain aveva più cinque differenze reti, il Benfica + 4, le altre 0, -1 e -3 andarono ai play-off, da non testa di serie. Questo riferimento dell'anno scorso è ancora buono. Nella stagione scorsa di Champions League, alla fine del giovine unico, ci sono state 144 partite, che hanno visto produrre 126 vittorie e soli 18 pareggi. La percentuale di vittoria è stata addirittura dell'87,5%, mentre quella dei pareggi è solo il 12,5%.

Quest'anno invece le cose sono cambiate. I pareggi sono cresciuti in maniera esponenziale. Nelle 63 partite giocate finora ci sono state 49 vittorie e già 14 pareggi e non siamo che a metà percorso. Neanche a metà percorso, perché stasera mancano altre otto partite per fare metà percorso. Le percentuali sono scese drasticamente dall'87,5% al 78% di vittorie e i pareggi sono saliti al 22%. Se l'andamento dovesse rimanere questo e rifacendo i calcoli in rapporto alle partite mancanti, tenendo conto che per raggiungere il numero di pareggi l'anno scorso ne bastano solo quattro, avremo alla fine solo 112 partite con un vincitore e ben 32 pareggi. I pareggi aumenterebbero di molto. Perché ci fa sto discorso sui pareggi? Questo è importante, perché abbasserebbe la soglia dei punti per la qualificazione. Può darsi che con 10 punti ci si qualifica, che 11 l'anno scorso appena sufficienti, siano abbondanti. Questo vuol dire che portando più squadre a lottare per quei 10 punti, potrebbero bastare per entrare da prime 24. Nessuna in questo momento è tagliata fuori e neanche il Napoli ovviamente, che ne ha quattro dei punti e deve giocare quattro partite. Il Napoli però deve vincerne almeno due e pareggiarne una e può perderne perfino un'altra. L'ultima col Chelsea potrebbe non avere significato da questo punto di vista. Quindi le possibilità di entrare nei primi 24 ci sono, però il Napoli si è messo in un cul de sac, deve battere il Qarabag, questo è poco ma sicuro.

Cioè il Qarabag è la conditio sine equa non, ma neanche e oltre è la partita decisiva. Battere il Qarabag significa andare a sette punti, fare la seconda vittoria. E poi bisogna raccogliere almeno una vittoria e un pareggio in tre partite, cioè andare a vincere tra Lisbona e Copenaghen in casa di Mourinho o in Danimarca, che è la partita teoricamente più facile teoricamente. Ma solo teoricamente, in pieno gennaio è un freddo esagerato in quel di Copenaghen, perché poi c'è il Chelsea in casa e giocarsi tutto l'ultima giornata contro la squadra campione del mondo, che non sarà la più forte di tutte ma che un avversario molto alto. Quindi il Napoli i suoi 10 punti per entrare li può fare. che fa meglio, potrebbe anche entrare tra le prime 16 e quindi testa di serie, perché se l'anno scorso con 13 punti si entrati come teste di serie pelo pelo, quest'anno se il Napoli dovesse fare nelle ultime quattro partite e due vittorie o diciamo due vittorie sono sei punti e un pareggio fa sette e non bastano perché ce ne vogliono più i quattro attuali, vai a 11. Con 11 entri facile, ma non arrivi testa di serie. Significherebbe che il Napoli dovrebbe fare magari due vittorie e due pareggi, 12 punti possono bastare, l'anno scorso sono serviti 13. È difficile a 12 punti essere testa di serie, ma possibile, proprio perché si è abbassata la cifra complessiva per il numero di pareggi. Insomma, il Napoli per entrare tra le prime 16 dovrebbe fare tre vittorie e un pareggio. È molto complicato. Per entrare nelle 24 basta arrivare a 10-11 punti ed è assolutamente possibile, ma certo il pareggio di ieri mette il Napoli in condizioni di grande difficoltà.

Quattro punti in quattro partite sono troppo pochi. E l'espressione di gioco che abbiamo visto per Bologna non è un buon viatico, ma mai dare il Napoli di Conte per morto, mai! Perché il Napoli di Conte ha sempre le risorse per risalire, risorgere e ripartire. Il problema è la proposta offensiva che funziona veramente poco. È un Napoli che da quando è ripartito dopo la sosta delle nazionali e ora ci sarà la prossima sosta, ha mostrato una sterilità offensiva notevole, anche se ha recuperato una compattezza difensiva importante. Importante perché è il terzo clean sheet consecutivo. Da quando è tornato Rrahmani con Buongiorno la difesa ha rifiatato proprio. Si sta scoprendo Gutierrez, insomma, Milinkovic-Savić è sempre più una certezza, una garanzia. Ci sono note positive, ma anche detto Lobotka che davanti alla difesa è uno schermo ineludibile, assolutamente indispensabile. In pratica il Napoli deve ripartire dalle sue certezze difensive per poter proporre qualcosa in attacco di meglio di e di più. Sta conto trovare le soluzioni, ma Bologna non si parte battuti, anche se è un ostacolo alto. Un altro allenatore molto bravo dopo Fabregas come Italiano, è un banco di prova grosso, importante. Sono tutte nell'arco di un punto, non si può cedere il passo in questo momento, ma certo la Champions non può essere trascurata. Il Napoli ha il dovere di arrivare ai play-off, possibilmente tra le prime 16, anche se ora arrivare tra prime 16 è molto ma molto difficile, perché significa dover fare almeno 12 punti. Almeno 12 punti significa due vittorie e due pareggi. Sono 8 punti più quattro attuali si fa 12 e non so se bastino. L'anno scorso a 13 son bastati. Può essersi abbassata la quota, potrebbero bastare, ma significa fare un girone di ritorno, che non è di ritorno perché non sono le stesse squadre, la seconda parte del girone con passo totalmente diverso. Quindi il Napoli in Europa deve cambiare passo e in campionato però lo deve mantenere il passo. È un bivio di fronte al quale Conte si deve scontrare e ci deve qualche risposta tattica, tecnica. Non noi non chiediamo niente di particolare se non capire perché il Napoli con il Milan 38 minuti in superiorità numerica, col Torino che prende un sacco di gol, con l'Eintracht che prende un sacco di gol, col Lecce dove ha trovato una palla inattiva, col Como, che fa una buonissima fase difensiva, non ha trovato i gol. E questo non è un indizio, è quasi una prova, il che diventa un po' preoccupante. Fiducia perché il Napoli è forte, ha un allenatore importante, ma anche qualche preoccupazione è lecita averla dopo aver fatto un'analisi di medio periodo che mostra delle crepe preoccupanti, esterni d'attacco zero gol, centravanti male innescati, vedi o Lucca, nessuno servito secondo caratteristiche, nessuno con i cross per Lucca po' con le imbucate per Hojlund. Non possiamo vivere dei soli Anguissa e McTominay, perché poi a volte, vedi ieri McTominay, possono avere il tiro non centrato e la partita non la vinci. Ora è tornato il momento di correre”.