Del Genio sul challenge: "Malafede fin quando non verrà introdotto!", Bucciantini: "Malafede? E in Monza-Roma?"
Nel corso de 'Ne Parliamo il Lunedì' su Canale 8, acceso confronto sugli errori arbitrali e il possibile del challenge tra i giornalisti Paolo Del Genio e Marco Bucciantini.
Del Genio: "Nel primo anno del Var, venne spento. Questo ci costò uno scudetto, perché permise alla Juve in quella stagione di fare una decina di punti in più di quelli che doveva fare e il Napoli di Sarri con 91 punti non vinse il titolo. Non c’è solo il famoso Inter-Juventus, ma 6-7 partite col Var spento. Poi dopo si è cominciato ad accendere un po’ in più ma non si è acceso del tutto, io non ho la soluzione in tasca ma penso alla malafede fin quando non danno la possibilità del challenge agli allenatori. Il challenge costringe, anche con due chiamate a tempo degli allenatori, tanto dopo si danno i recuperi, l’arbitro ad andare al monitor. Quando ci va e vediamo quello che stiamo vedendo tutti, è un po’ più difficile che può conservare la decisione sbagliata o inesatta".
Bucciantini: “Non vedo nessun indirizzo negli errori, quindi la parola malafede mi dà fastidio sentirla. Come può la parola challenge andare a sanare la malafede? Il Challenge c’è già, perché c’è il Var che guarda tutta la partita, se ci fidiamo del Var non abbiamo bisogno che l’allenatore chiami. Dare il challenge all’allenatore significa dare una strategia in campo ed io sono contrario alle strategie. Perché deve intervenire? Magari lo usa su un momento di pressione avversaria”.
Del Genio: “No, non c’è! Perché alle volte gli arbitri non vanno al monitor, col challenge li obblighi ad andarci. Non vorrei mai usare la parola malafede, ma Calvarese dichiara che la spinta su Conceiçao è uguale a quella su Kvara. Difronte ad un’affermazione del genere cosa devo pensare? Calvarese è quello che fece perdere 50mln al Napoli non andando al Var in occasione del fallo di Cuadrado su Perisic, dette il fallo del croato sul colombiano. Non voglio usare malafede per non farti dispiacere, ma cosa è? Incompetenza, impreparazione, distrazione, sempre e spesso in favore delle stesse squadre? Sono pronto a comprarmi e mettermi l’anello al naso e non dire più malafede, ma la storia del calcio italiano ci ha raccontato che c’è ed è stata usata! La storia del calcio italiano ci ha insegnato che la malafede è stata dimostrata in tutti i gradi di giudizio con condanne penali? Allora perché ora siamo diventati tutti puri, che miracolo è successo? Perché non dobbiamo sospettare che possa esserci ancora?”.
Bucciantini: “Allora dimmi in Monza-Roma, dov’era la malafede? Queste parole allontanano chi vuole fare la professione dell’arbitro, perché poi vai sui campi dei dilettanti e ti menano".
Del Genio: “Non parlato di malafede degli arbitri, ma di malafede nella mancata introduzione del challenge. Proprio perché non penso che ci sia della malafede da parte degli arbitri, ma che nei vertici ci sia una concentrazione di potere che induce a gestire più cose. E’ inspiegabile che la tecnologia non venga sfruttata totalmente, è questo che mi fa pensare male. Se l’arbitro va al monitor con tutto lo stadio che lo guarda, la cambia la decisione. Ieri il Monza è stato favorito? Allora la storia del calcio italiano è stata cancellata da Monza-Roma, resettiamo 40 anni per una partita! Negare che le solite squadre hanno avute dei favori, significa negare l’evidenza!”.
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