L'ex azzurro Consonni: "Zielinski gran giocatore, per il salto di qualità serve personalità"

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto Luigi Consonni, allenatore ed ex giocatore del Napoli: "Tutte le volte che rivedo quel gol lo ricordo con piacere. Fu un gol importante in quel momento lì, Reja era stato messo in discussione. Fu un gol importante per me prima di tutto, fu un’emozione indescrivibile segnare al San Paolo davanti a tutta quella gente. Posso dire di aver avuto la fortuna di segnare nello stesso stadio di Maradona.
Mi aspettavo che il Napoli tornasse ad alti livelli. Il Presidente aveva una voglia incredibile di portare il Napoli dove gli spettava, insieme al DS Marino hanno fatto un lavoro straordinario. La piazza è indescrivibile. Quando mi chiedono cosa si prova nello giocare al San Paolo non si può quasi dire, la gente ti trascina. Nel primo anno di Serie C1 non avevano i palloni, fecero il ritiro a Paestum. Io arrivai a gennaio, le cose si erano già stabilizzate. Facemmo un grande girone di ritorno, recuperammo 14 punti sul Rimini. La Finale playoff contro l’Avellino andò male purtroppo.
Un giocatore del Napoli attuale? Mi piace moltissimo Zielinski, abbina qualità e quantità. Già è un grande giocatore, per diventare un campione deve fare il salto di qualità con la personalità. Però è un giocatore che può fare tanto e bene. Sperando che qualche squadra europea non venga a portarlo via al Napoli, perché ha prospettive pazzesche.
Gattuso? Sicuramente ha le sue idee e quando riesci a portare i giocatori dalla tua parte è un bene. Lui ha provato a cambiare, la squadra non aveva ancora il suo modo di giocare. Ha ancora un gran lavoro da fare, penso possa fare grandi cose.
Che tipo di allenatore sono? Ho avuto Sarri, Allegri, Ventura, Reja, Pioli. Sinceramente tutti ti danno qualcosa. Dal punto di vista tattico credo che Allegri sia un maestro, un allenatore che riesce a leggere le partite in corsa che è molto importante. Sarri ha questa capacità di far giocare bene le squadre, del voler ricercare il risultato attraverso il bel gioco. Sono due modi di vedere il calcio diversi ma che possono dare lo stesso risultato. Magari Allegri mi ha dato qualcosa in più, avendomi allenato per più tempo”.
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