Lino Banfi: "Ho cominciato a Napoli, i napoletani ce li ho dentro al sangue"

L'attore Lino Banfi ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccer Magazine parlando della Nazionale impegnata agli Europei e non solo.
In questi giorni è diventato un po’ la mascotte della Nazionale. Com’è nata l’idea di scrivere proprio a Chiellini? "Ho trovato per caso il numero. Non lo sentivo da tempo e mi sono ricordato di avere il numero di qualcuno dei giocatori, volevo mandare un augurio. Ho trovato il numero su una rubrica di un vecchio telefono, il giorno prima dell’inizio degli Europei ho detto a mio figlio: “Facciamo un piccolo video, che lo mandiamo a Chiellini”. Lo feci e lui fu felicissimo, si commosse quando mi ha risposto: “Lino, grazie! Che bello!”. Io gli ho detto: “Mi rivolgo a te che sei il capiteno e al mister”. A Mancini ho detto: “Mi raccomando, mister. Tu eri uno dei miei migliori allievi a Covercieno, adesso sei allenatore della nostra Nazionale. Io ci tengo sia come Oronzo Canà e Lino Banfi a raccomandarti questo: bene Spinazzola-Immobile. Non che Spinazzola debba restare fermo e immobile, ma che Spinazzola passi il pallone a Immobile e Immobile segni. Poi qualcuno mi ringrazierà dicendomi ‘porca puttena’”. Non so come è accaduto proprio questo, ma è accaduto. A casa saltai dalla poltrona quando Immobile si è avvicinato alla telecamera. “Com’è possibile che abbiano detto queste parole? Non le sa nessuno, solo Chiellini”. Adesso è diventato un motto, il resto lo sapete. Ormai è diventato di dominio nazionale. Fino ad adesso è andata bene".
Oggi gli uomini-chiave dell’Italia sono tre giocatori napoletani: Insigne e Immobile in attacco e Donnarumma in porta. A centrocampo il mattatore è Barella, che è originario di Cagliari. Da simbolo della Puglia, vede in questa Nazionale anche una rivincita del Sud? "Sì, avevo pensato a questa coincidenza. A questa napoletanità che sa molto anche di pugliesità. Io ho sempre dichiarato che prima ancora della Puglia mi ha riconosciuto attore la Campania, perché ho cominciato a Napoli tanti anni fa, quando avevo 17-18 anni. Quindi i napoletani ce li ho dentro al sangue. Adesso però mi sta venendo in mente che Donnarumma non può segnare un goal, quindi non potrebbe dire “porca puttena”, ma potrebbe dirlo lo stesso se fa una bella parata. Magari adesso proveremo ad avvertirli o lo capiranno da soli. È rimasto questo collegamento di una volta sola tra me e il nostro capiteno".
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