Montervino su De Bruyne: "All’interno dello staff azzurro s’inizia a dire una cosa”

Montervino su De Bruyne: "All’interno dello staff azzurro s’inizia a dire una cosa”TuttoNapoli.net
Ieri alle 23:00Le Interviste
di Antonio Noto

Nel corso di 'Ne Parliamo da Dimaro', è intervenuto l'ex capitano del Napoli Francesco Montervino. L'ex centrocampista inizia il suo intervento raccontando un aneddoto: "Noi dell’Ancona facciamo, da squadra di Serie B, gli ottavi di Coppa Italia contro il Milan dei campioni: Leonardo, Redondo, Shevchenko, Tomasson, squadra di fenomeni. Facciamo 1-1 all’andata e al ritorno finì male, 5-1. Ma a San Siro andammo in vantaggio col gol del grande Pasquale Luiso. Mi ricordo che dopo un po’, come nel film di Lino Banfi, è stata tutta colpa di quel gol a freddo. Si sono scaldati tutti, fecero doppietta Tomasson e Shevchenko. Mi ricordo che sul 4-1 rosicavamo da morire e facevamo un po’ la caccia all’uomo.

C’era il precedente che nella partita di andata Redondo rientrava dopo 22 mesi di inattività, il Milan lo comprò dal Real Madrid infortunato. Dopo 22 secondi dall’inizio della partita gli feci un’entrata clamorosa e lo feci uscire in barella, è come se se la fosse segnata questa cosa. Sul 4-1 al ritorno, facevano melina ed io impazzivo. Vado a fargli un’entrata clamorosa, lui fa una finta a Perovic che gli arriva in pressione, prende la palla con la suola, la sposta, mi vede arrivare con la coda dell’occhio, fa finta di calciare e con la pianta del piede esterna mi fa un tunnel. Mancavano 20’ alla fine e mi usciva il fumo dalle orecchie: ‘Ora lo ammazzo!’, sono rimasto piantato dopo quel tunnel. Ma la cosa più clamorosa è stata che per 20’ non l’ho più preso, un giocatore clamoroso.

E’ come quando dicevano che Pirlo era lento, altro che lento! Quando accelerava nei primi passi non lo prendevi mai. Sono giocatori che hanno un altro motore, che è quello che si inizia a dire anche di De Bruyne all’interno dello staff del Napoli: ‘Cavoli, questo sta facendo andare su di giri il motore’. Quindi vuol dire che il ragazzo con un paio ancora di kg da perdere, può essere un giocatore, anche dal punto di vista fisico, determinante”.