Pistocchi: "Giusta la scelta di continuare con Mancini, ma serve una rivoluzione"

Pistocchi: "Giusta la scelta di continuare con Mancini, ma serve una rivoluzione"TuttoNapoli.net
mercoledì 30 marzo 2022, 22:00Le Interviste
di Antonio Noto
"Il nostro calcio, come si è visto anche quest’anno nelle coppe europee, non è competitivo".

Il giornalista Maurizio Pistocchi è intervenuto ai microfoni di 'Radio Goal' su Kiss Kiss Napoli: "La scelta dell’Italia di continuare con Mancini per me è giusta. Nelle prime squadra della Serie A gli attaccanti sono tutti stranieri, quindi penso che Mancini abbia fatto il massimo possibile con la vittoria degli Europei. Il nostro calcio, come si è visto anche quest’anno nelle coppe europee, non è competitivo. Serve una rivoluzione per cambiare parecchie cose, ma per fare ciò Federazione e Coni devono essere d’accordo. Dopo il fallimento della spedizione italiana ai Mondiali in Sudafrica nel 2010 Sacchi disse che bisognava fare come in Germania con la creazione dei centri di formazione federale. Oggi sentiamo dire Capello che il calcio italiano deve tornare alle origini, ma come? Abbiamo fatto una mini rivoluzione negli anni ’90 con Sacchi, ora non si può tornare indietro, dobbiamo guardare l’indirizzo di quelli che sono i più bravi. Sento dire che nel nostro campionato si va troppo piano e gli arbitri fischiano troppo, ma questo avviene per il fallo sistematico adottato da alcune squadre.

Il problema è risolvibile solo in un modo. Siccome non si possono più chiudere le frontiere, bisognerebbe che i presidenti di Serie A stabiliscono un accordo tra di loro decidendo di non tesserare più di un numero x di stranieri per squadra. Poi si dovrebbero riformare completamente i settori giovanili, tanti amici degli amici lavorano in quel settore, serve invece un progetto serio. Se non si farà questo sentiremo dire sempre le solite cose. C’è un motivo tecnico-tattico per il quale arriviamo quasi sempre a giocarci le partite ai calci di rigore, che se poi vinciamo sembriamo i migliori del mondo, viceversa se perdiamo è un dramma nazionale. Dobbiamo fare un salto di qualità anche noi che facciamo informazione, non possiamo continuare a creare aspettative che poi genereranno delle grandi delusioni”.