Santoni: “Spalletti adora Raspadori, vi svelo cosa mi disse una volta”

In diretta a Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport, è intervenuto Andrea Santoni, giornalista
20.11.2023 19:10 di Francesco Carbone   vedi letture
Santoni: “Spalletti adora Raspadori, vi svelo cosa mi disse una volta”
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In diretta a Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport, è intervenuto Andrea Santoni, giornalista: "L'Italia viene da due Mondiali bucati che bruciano tantissimo, che ha gettato anche un'ombra sull'impresa europea di Mancini. Ora sarebbe clamoroso se i campioni in carica mancassero il prossimo appuntamento con l'Europeo. L'arrivo di Spalletti ha ereditato una situazione molto complicata, perché si è trovato subito a dover trovare una strada propria. Non sarebbe stato facile per nessuno, neanche per Luciano che è il miglior allenatore italiano attualmente in circolazione. Ora con l'Ucraina non bisogna fare scherzi, sono convinto che stasera ci sarà un lieto fine.

Berardi in tribuna? Significa che non sarà al meglio della propria condizione. Spalletti non fa mattane, sa bene a chi affidarsi dal punto di vista fisico e condizionale. Al di là dei singoli, servirà vincere di squadra e non di spunti individuali. Il secondo tempo con la Macedonia non deve preoccupare troppo, nel calcio ci sta: le partite sono fatte di momenti, come quelli positivi vissuti sempre dall'Italia nel primo tempo di Wembley. Succede che un avversario possa rimontarti in un momento di distrazione e anche un po' sfortunato.

L'importante è che l'Italia abbia ripreso bene il filo con il gol di Raspadori, allontanando i fantasmi. Se Giacomo sta bene, tiene botta ad alti livelli. Ha una rapidità, un'intelligenza e una duttilità straordinaria. Luciano con lui ha un legame profondo, su Raspadori mi disse che sembrava un cerbiatto che usciva dalla foresta. Un po' come Boskov su Gullit. Gli piace tanto, tecnicamente e umanamente. La forza di questa Nazionale è proprio l'allenatore che c'è in panchina. Quando era ancora al Napoli, Luciano mi ripeteva spesso quando era importante il valore morale del giocatore, ancor prima di quello tecnico e tattico".