Trotta: "Azzurri sulle gambe perchè il calcio di Conte è dispendioso tatticamente"

Trotta: "Azzurri sulle gambe perchè il calcio di Conte è dispendioso tatticamente"
Oggi alle 14:50Le Interviste
di Antonio Noto

A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto, in esclusiva radiofonica nazionale, Ivano Trotta, allenatore ed ex centrocampista, tra le tante, di Napoli e Juventus. 

Perché l'Italia non produce più calciatori di alto livello? Qual è il problema, secondo lei che allena giovani? "Questa è una domanda che ci facciamo tutti da tanto tempo. Io faccio riferimento ai miei anni e penso a Del Piero, a Totti, a tanti numeri 10 che hanno fatto la storia dell'Italia. Oggi non se ne vedono più e la preoccupazione è che non ne vedremo altri. È cambiato molto il modo di giocare nel nostro Paese: dal punto di vista tattico molte squadre, molti allenatori e molti club prediligono la tattica, e quindi l'estro viene sempre meno. Nei settori giovanili, dove dovrebbero nascere questi numeri 10, ci si preoccupa più di vincere che di formare giocatori tecnicamente pronti. All'estero lavorano di più su tecnica e qualità, senza guardare solo se un ragazzo è più alto o più basso, ma se sa giocare a pallone. Infatti vediamo ragazzi giovani, provenienti da realtà diverse dall'Italia, arrivare qui e mettere sotto campioni affermati grazie a gioco, velocità e tecnica. È un problema culturale e generazionale." 

Il miglior dribblatore della Serie A è un terzino: non c'è da fare un'analisi approfondita? "Si, sono d'accordo. Oggi la tattica è al primo posto. Allenare tatticamente è più facile che lavorare sulla tecnica. Anche se in Italia si lavora tantissimo fisicamente e lo dicono anche i giocatori stranieri che arrivano qui, quando si va in Europa si vede subito che le squadre estere vanno più veloci. Spesso sembra un tema fisico, ma è proprio una questione tecnica, fanno girare la palla più velocemente e quindi sembrano più rapidi delle squadre italiane."  

Perché il Napoli non ha intensità, nonostante gli allenamenti duri di Conte? "Conte fa un calcio dispendioso perché estremamente tattico, perciò i calciatori sono sulle gambe. Quando si lavora troppo sull'aspetto tattico meno che sul tecnico, diventa paradossalmente più dispendioso. Politano ad esempio, fa tutta la fascia, è molto sollecitato, anche se gli allenamenti sono intensi. All'estero prediligono un gioco più offensivo, l'esterno alto gioca molto nella metà campo avversaria, rischia l'uno contro uno, consuma energie in modo diverso. A mio avviso lavorare troppo tatticamente è più dispendioso." 

Era corretto che Conte si assentasse da Castel Volturno per una settimana? "Non conosco le esigenze che lo hanno portato a questa scelta, ma nel calcio funziona così, se il Napoli vince alla ripresa vorrà dire che ha fatto bene. Magari ha ricaricato le pile lui, magari la squadra ha avuto modo di parlare tra loro, capire cosa non funziona, trovare soluzioni. Succede spesso negli spogliatoi. Se però i risultati non arriveranno, questa scelta alimenterà ancora di più la polemica.” 

Come giudica il "fallimento" di Juric all'Atalanta? "Sinceramente quando l'Atalanta prese Juric, fui il primo a dire che non era l'allenatore adatto. Io non ho le competenze per giudicare il lavoro sul campo, ma contano i risultati. In un anno solare ha avuto due esperienze importanti, alla Roma ed al Southampton, entrambe finite male, con esoneri, con record negativi. Dopo nove anni di Gasperini, non potevi ripartire da lui. Io avevo detto che Palladino potesse essere l'allenatore giusto, giovane, con idee e da accompagnare in un anno di transizione. Per me Juric era la scelta sbagliata e lo pensavo dall'inizio." 

Come vede il Napoli dopo questa tempesta? "Contro l’Atalanta sarà una partita molto interessante. Il cambio di panchina all'Atalanta e i giorni difficili a Napoli rendono tutto più teso. La pausa di Conte incuriosisce e voglio vedere come la squadra tornerà in campo dopo una settimana così complicata."