Uefa pronta a dichiarare guerra al razzismo, Uva: "Ecco il mio piano"

Da gennaio il nuovo dipartimento 'calcio e responsabilità sociale' della Uefa avrà un direttore italiano: Michele Uva, questa mattina intervistato dal Corriere della Sera sull'argomento.
Una delle priorità è la lotta al razzismo?
"Lo è per la società civile: il calcio amplifica le patologie sociali, ma lo sport resta il terzo passaggio di una filiera che inizia con la famiglia e prosegue con la scuola. Lo sforzo, per capire che è assurdo parlare di colore della pelle, di religione o di provenienza geografica, deve essere corale: il calcio sta facendo e farà la sua parte. Ma non può sostituirsi all’educazione di base".
Stadi vuoti, attività di base bloccata: c’è già una percezione di come il virus ha cambiato il calcio?
"Credo che gli effetti li vedremo nel prossimo biennio, ma il calcio e lo sport avranno sempre un ruolo importantissimo: non penso diminuiranno tesserati e praticanti. Né l’amore per il pallone. Anzi, sono convinto che quando la vita sociale ed economica torneranno normali, avremo un entusiasmo ancora maggiore, con più voglia di sport, praticato o fruito da spettatori".
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