Eppure Milik sta dividendo i tifosi

Le critiche e gli elogi, la riconoscenza e il dito puntato contro: nel calcio è un classico perdersi tra i giudizi, spesso schiacciati da opinioni contrastanti. Prendete Arek Milik: è tra le note liete della stagione, ha già segnato dieci gol, ha siglato la rete della speranza con l'Inter ma ha anche fallito in modo clamoroso il possibile pari di testa.
I quotidiani hanno promosso il polacco, difficile fare diversamente, ma i tifosi, in queste ore, si dividono: molti sottolineano l'errore e non glielo perdonano, altri evidenziano la sua puntualità in zona gol (sette nelle ultime sette di campionato) e dunque l'ennesima rinascita di un bomber sfortunato che convince con sorrisi e infortuni.
La verità sta nel mezzo: Milik non sarà mai Higuain, Cavani e neppure Lukaku, ma sta crescendo e le ultime partite sono emblematiche. Oltre ai gol, il polacco aiuta la squadra, dialoga coi compagni, apre varchi, invita gli altri alla rete (Insigne ha sprecato come col Parma) e usa il suo mancino per costruire gioco, non solo per finalizzarlo. Non è ancora abilissimo a difendere la sfera spalle alla porta, fatica a far salire la squadra, ma sta diventando rifinitore prezioso per i compagni. E poi ha sempre ragione lui. Perché segna.
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