La prima regola di Gattuso non è quella del Fight Club (e ha ragione)

La prima regola di Gattuso non è quella del Fight Club (e ha ragione)TuttoNapoli.net
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
venerdì 28 febbraio 2020, 20:45Notizie
di Pierpaolo Matrone
La massima di Tyler Durden, impersonificato guarda caso da Brad Pitt nel capolavoro cinematografico di David Fincher, a Gattuso non piace più di tanto

"Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club". La massima di Tyler Durden, impersonificato guarda caso da Brad Pitt nel capolavoro cinematografico di David Fincher, a Rino Gattuso non piace più di tanto. Sebbene non perda occasione per nominare il celebre attore americano come metafora di una bellezza che il Napoli ancora deve sentire propria, la norma del silenzio non stuzzica il palato dell'allenatore azzurro, che invece sceglie esattamente la strada opposta per tirar fuori il massimo dai propri uomini.

PROBLEMI IN PIAZZA - Se nel Club regnava l'omertà e per incanalare le energie non bisognava concentrarsi sui fatti, facendo finta che quel Club non esistesse, Ringhio non fa nulla per mascherare i problemi che inevitabilmente si susseguono in un gruppo composto da 25 calciatori. Mettere i problemi in piazza per responsabilizzare chi li vive e spingerli a superarli. E' questa la ricetta scelta dal tecnico ex Milan per ottenere ciò che vuole dai suoi ragazzi.

I RISULTATI - L'ha fatto con Allan, sbandierando ai quattro venti il atteggiamento negativo, e cosa ne ha ricavato? "Un giocatore che si è messo di nuovo a disposizione", svela Gattuso. L'ha fatto con Ghoulam e ha ritrovato un calciatore che finalmente riesce a trovare continuità almeno in allenamento, in attesa di risposte in campo. L'ha fatto anche con Lozano, Lobotka e Meret e si attendono sviluppi, più in là, anche da loro. "Spero che questi calciatori, stando fuori, capiscano ciò che voglio e si allenino per raggiungerlo". Solo parlando del Fight Club si può raggiungere l'apice della sua concezione.