Morte Astori, le motivazioni della sentenza di condanna: "Errore diagnostico, si poteva salvare"

"Con la sua condotta l’imputato ha impedito l’accertamento della malattia, avendo omesso il primo necessario atto”. Un altro iter diagnostico avrebbe potuto salvare la vita di Davide Astori. Sono queste le motivazioni della sentenza con cui il gip Angelo Antonio Pezzuti ha condannato, con rito abbreviato, a un anno (pena sospesa) il medico sportivo Giorgio Galanti, accusato di omicidio colposo per la morte del capitano della Fiorentina, avvenuta dopo un arresto cardiaco dovuto a una cardiomiopatia aritmogena. Nelle motivazioni, riportate dal Corriere Fiorentino, il gip sostiene che i segnali di una cardiomiopatia erano presenti dal 2016 e che il professor Galanti avrebbe commesso "un errore diagnostico" decidendo di non effettuare ulteriori controlli nonostante le extrasistolia ventricolare emersa ripetutamente durante le prove da sforzo annuali a cui veniva sottoposto il capitano della Fiorentina.
Nella sentenza il gip contesta in parte le conclusioni degli stessi periti incaricati. “I periti - afferma - hanno aggiunto che la sospensione dell’attività sportiva avrebbe sicuramente rallentato la progressione della malattia, comunque non avrebbe escluso con certezza l’arresto cardiaco. Tale argomentazione non appare condivisibile. Una corretta diagnosi, effettuata all’esito di tutti i necessari accertamenti, avrebbe comportato l’installazione di un impianto di defibrillazione e ciò avrebbe escluso la morte del calciatore”.
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