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D'Agostino: "McTominay, che giocatore! Mi ricorda Milinkovic-Savic"

D'Agostino: "McTominay, che giocatore! Mi ricorda Milinkovic-Savic"TuttoNapoli.net
© foto di Uff. Stampa Lecco
Oggi alle 14:15Radio Tutto Napoli
di Pierpaolo Matrone

L'ex centrocampista ed opinionista tv Gaetano D'Agostino è intervenuto alla nostra Radio Tutto Napoli, prima radio tematica sul Napoli, in onda tutto il giorno, che puoi ascoltare/vedere qui sul sito o sulle app (qui per Iphone/Ipad o qui per Android): “McTominay? Per me è un centrocampista totale. Rappresenta alla perfezione il calcio moderno: sa difendere, aiutare la squadra, ma soprattutto ha una grande capacità di inserimento e di riempire l’area. È forte fisicamente, acrobatico, completo. In Italia non a caso è stato tra i migliori della Serie A. Oggi, per struttura e impatto, è il giocatore che più mi ricorda Milinković-Savić”.

Può crescere ancora?
“Sì, è in una fase di completamento. Non è ancora nel suo prime assoluto, ma lo scorso anno ha fatto vedere colpi incredibili. Per diventare davvero dominante deve mantenere quel livello per uno o due campionati. Se ci riuscirà, magari vincendo anche in Europa con il Napoli, farà l’ultimo grande salto”.

Il Napoli visto in Supercoppa ti ha convinto?
“Molto. Mi è piaciuto l’atteggiamento: anche in vantaggio ha continuato ad aggredire, a pressare alto, a cercare il gol. L’azione di Neres che va a recuperare palla su Lucumí è l’emblema di questo calcio. Nel calcio moderno più porti i giocatori vicino alla porta, più aumenti gli errori degli avversari”.

Questo Napoli può proseguire su questa strada anche in campionato e in Champions?
“Me lo auguro. In Europa serve un Napoli più libero, più sbarazzino. L’intensità conta più del tatticismo esasperato. Conte ha dimostrato in Supercoppa di poter fare questo step: ora deve riproporlo anche in Champions”.

Parliamo di te: ti rivedremo presto in panchina?
“No, oggi il mio obiettivo è un altro: migliorare il calciatore italiano. Lavoro sul singolo, ho un’academy e collaboro con la Roma. I talenti ci sono, ma bisogna programmare meglio e curare la tecnica fin da subito”.

Un rimpianto della tua carriera?
“Sì, aver detto no al Napoli. È l’unico vero rammarico. La trattativa col Real Madrid saltò tra i club, mentre quella col Napoli era concreta. Col senno di poi, avrei fatto una scelta diversa”.

Chiudiamo con il Natale: cosa vorresti sotto l’albero?
“Che il calcio italiano migliori le strutture, privatizzi gli stadi e rimetta al centro un progetto serio e internazionale”.