L'Angolo Sarrista - Tanta corsa e poca lucidità: a San Siro gara da maratoneti. L'ingresso di MIlik troppo tardivo?

Analisi tattica di Inter-Napoli
12.03.2018 22:30 di  Jacopo Ottenga   vedi letture
L'Angolo Sarrista - Tanta corsa e poca lucidità: a San Siro gara da maratoneti. L'ingresso di MIlik troppo tardivo?

Un punto che serve a poco ai fini della classifica, utile solo a rialzare il morale dopo la sconfitta interna con la Roma. In fin dei conti si tratta di un risultato giusto, il Napoli ha schiacciato l’Inter dal punto di vista del possesso (64%/36%) ma non ha creato poi tante occasioni. Le due squadre hanno speso tantissimo per motivi opposti ma si sono viste entrambe private della lucidità necessaria per sfruttare alcune ripartenze pericolose. I nerazzurri (che sono la squadra che mediamente percorre più chilometri in A, quasi 113.000) hanno corso senza sosta per chiudere tutti i varchi possibili toccando quota 115.568 km percorsi, mentre il Napoli (che solitamente oscilla tra i 108.000 e i 111.000) ha addirittura superato i 116.000 km nel tentativo di eludere il pressing avversario e ripiegare in fretta sui contropiedi.

L’Inter ha assunto all’incirca lo stesso atteggiamento della gara d’andata ma ha apportato tuttavia alcune modifiche rilevanti dovute principalmente all’impiego di Cancelo.

I nerazzurri provavano ad uscire palla al piede dal basso disponendosi 3-5-2. D’Ambrosio si attestava sulla linea dei centrali, Cancelo dalla parte opposta si alzava fin quasi a centrocampo, mentre Rafinha giocava al fianco di Icardi per cercare di allungare la linea difensiva ospite. Molte volte Handanovic, Skriniar, Miranda e lo stesso D’Ambrosio si sono trovati costretti a spazzare in virtù del pressing alto azzurro, ma quando questi riuscivano a servire tra le linee Brozovic erano in una botta di ferro. Il croato ha rappresentato il vero valore aggiunto, è stato autore di una partita di grande sacrificio in fase di copertura e capace di preziose gestioni del pallone sotto pressione. La sua qualità nei tocchi, anche quando riceveva la sfera di spalle, ha permesso all’Inter di eludere la pressione ospite e risalire velocemente il campo sfruttando i movimenti a venire incontro di Perisic e Icardi.

Una volta superata la prima linea di pressione gli uomini di Spalletti non davano al Napoli il tempo di riposizionarsi cambiando rapidamente il gioco sulla destra in direzione di Cancelo, il quale, una volta ricevuto il pallone, attaccava lo spazio in velocità disponendo di una miriade di possibilità: puntare Mario Rui, premiare la sovrapposizione di Candreva, crossare in area per Icardi e Perisic.

Il Napoli riusciva quasi sempre a ripiegare con l’intero collettivo e in quelle poche occasioni in cui si è fatto trovare scoperto Koulibaly c’ha sempre messo una pezza.

Difensivamente invece l’Inter si è disposta 4-4-1-1, con i due mediani Brozovic e Gagliardini alti sulle mezzali azzurre, gli esterni Candreva e Perisic stretti inizialmente verso il centro e pronti a salire su Mario Rui e Hysaj quando questi conquistavano la metà campo nerazzurra, ed il falso trequartista Rafinha a uomo su Jorginho ma pronto a scalare su Koulibaly o Albiol ogni volta che i due centrali guadagnavano troppo campo.

A Jorginho in sostanza bastava aspettare che Rafinha si staccasse per ricevere comodamente il pallone al centro e avere spazio di inventiva (non a caso ha giocato 133 palloni). A quel punto però l’Inter non si scomponeva, preferiva lasciare spazio al regista azzurro mantenendo una forte pressione sugli appoggi. Non avendo soluzioni facili, considerato anche il timido movimento dei 3 attaccanti, Jorginho si vedeva costretto a tornare indietro dai difensori.

Rispetto alle altre gare la squadra di Sarri ha sfruttato sicuramente con meno frequenza il movimento tra le linee di Mertens. Il passaggio per il belga era spesso chiuso dai due mediani, e inoltre lo stesso Mertens a volte preferiva restare alto per non portare anche i due centrali in una zona di campo già a forte densità nerazzurra.

In una gara in cui Hamsik e Allan sono stati praticamente bloccati dal 1’ minuto, e il tridente è apparso poco brillante e a volte egoista, sarebbe servita una variante tattica. Un terzino di maggiore profondità come Ghoulam (in modo da creare superiorità numerica a sinistra e sfondare da quel lato), o un esterno destro con una maggiore abilità nel saltare l’uomo. Magari già con un centravanti di peso come Milik la gara avrebbe potuto prendere un'altra piega, ma se Sarri lo ha fatto entrare solo negli ultimi minuti è perché temeva che il passaggio al 4-2-3-1 finisse per offrire all’Inter maggiore spazio per le proprie ripartenze.

L’ingresso del polacco però avrebbe potuto essere anticipato preservando il 4-3-3, facendolo entrare al posto di Callejon (ieri forse il più spento dei 3 davanti, anche in copertura nel finale ha dato poco, Cancelo lo ha superato più volte con facilità) e spostando Mertens a destra. Le partite, proprio come la storia, non si fanno né con i Se né con i Ma, tuttavia, a questo punto della stagione, si deve avere il coraggio di rischiare qualcosa in più.