Conte ha 'armato' l’esercito interista: i sorrisini di Inzaghi e gli isterismi alla parola 'retropensieri'
“Ma che significa?”. Quel “Ma che significa?” ripetuto ventitré volte da Antonio Conte, dopo la sfida all’Inter, ha generato reazioni ancora vivissime. Quel tormentone, diventato virale, è stato avvertito come una minaccia dal popolo interista, quando il discorso di Conte era generale sull’utilizzo del Var e su un protocollo contorto. E ancora: Conte parlava dopo un rigore che era stato sbagliato dall’Inter e non aveva influito sul risultato.
Retropensieri. È stata questa la parola che ha generato isterismi, una sorta di Excusatio non petita da parte del mondo nerazzurro, che può contare su giornalisti tifosi molto potenti ed attivi sui social. “Calma piatta nel post” di Napoli-Roma è stato sarcasticamente chiesto ad Inzaghi, che ha reagito un sorriso senza entrare nel merito.
Una polemica sul nulla. Da ore non si parla d’altro: dell’espulsione mancata di Romelu Lukaku contro la Roma. I più temerari, e senza vergogna, parlando addirittura di un rosso diretto per un intervento a martello. Altri, di due gialli, con l’altra sanzione che sarebbe dovuta arrivare per un contatto di gioco con Svilar. Insomma, come la giri la giri, non manca nessuna espulsione. Eppure, se ne parla.
Perchè il sistema funziona così. Bisogna lanciare il sasso nello stagno, smuovere un pochino le acque, che magari qualcosa succede. Che magari un arbitro al Var ci pensa due volte prima di dare un rigore, l’importante è provare a tirare acqua al proprio mulino. Conte ha involontariamente armato un esercito pronto qualsiasi cosa per difendere i propri colori.
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