"Vergognatevi, il calcio si fermi!" scrive Mario che beve caffè al bar, mangia pizza e vuole tagliarsi i capelli

Ci perdonerete se abbiamo abusato della nostra fantasia e della vostra pazienza per un racconto paradossale eppure figlio di questi giorni
08.05.2020 18:37 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
"Vergognatevi, il calcio si fermi!" scrive Mario che beve caffè al bar, mangia pizza e vuole tagliarsi i capelli
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© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport

'Vergognatevi, il calcio deve fermarsi' scrive Mario sui social mentre ansioso aspetta la pizza appena ordinata, coi capelli arruffati in attesa che il barbiere riapra, innamorato di un paio di scarpe che non vede l'ora di andare a comprare in negozio. Ha appena parlato con Giorgio, domattina si sono dati appuntamento all'esterno del loro bar preferito, consumeranno un caffè d'asporto. Paola, la sorellina di 11 anni, vuole unirsi. Mario, diciassettenne da tre mesi, la sgrida. L'ha sopportata già abbastanza. Da settimane si augura la scuola riparta al più presto. Il ragazzo è un po' nervoso: si è rotto il computer e sta ancora aspettando il tecnico che dovrà ripararlo. 

La mattina in bici passerà Luca, un loro amico, che non ha la mascherina. Non respira bene pedalando. Quando li vede decide di fermarsi. Sono tutti d'accordo: il campionato va sospeso, ben gli sta a quei milionari che non si saziano mai. Ma l'argomento ricorrente è un altro: le vacanze. 'Dove le passeremo?'. Il padre di una loro amica ha un lido nel cilento. Lo hanno sempre snobbato, forse quest'estate ci andranno. Si augurano possa aprire. Buona idea: bel posto, vicino casa, non troppo caro. Potrebbero chiedere a Enzo, 18 anni, l'unico già maggiorenne della comitiva, di prendere l'auto per accompagnarli e andare con loro. 

Si salutano. Luca ha la bici, loro sono a piedi. Decidono di aspettare il pullman per tornare a casa. Passa il primo, non si ferma. Il secondo neppure. Non sono pieni ma ne servirebbe uno quasi vuoto per accogliere tutti. 'Dai ce la facciamo, siamo comunque pochi e tutti con la mascherina' sussurrano le persone che aspettano. Dopo mezz'ora finalmente se ne ferma uno. L'autista non riparte. Non sta troppo bene e per sicurezza arriverà il cambio. Mario ha fretta e inizia a innervosirsi. Vorrebbe tornare a casa in tempo. Ha ordinato l'ennesimo videogioco che un corriere a breve gli consegnerà. Intanto messaggia con Enzo: 'Ciao, quest'estate.... bla bla bla. Sarai dei nostri?'. No. Ma come?

Il papà di Enzo è dipendente di una società di calcio, uno dei tanti, uno di quelli che lavora nell'ombra, che pochi conoscono, che non fa interviste. È in cassa integrazione straordinaria, non sa bene quando tornerà a lavoro, è preoccupato. Enzo non se la sente di chiedergli soldi. Mario, figlio di avvocati, si stupisce: 'Addirittura?'. Mario non aveva ancora capito che il calcio è un lavoro. Purtroppo è in ottima compagnia. 

(Ci perdonerete se abbiamo abusato della nostra fantasia e della vostra pazienza per un racconto paradossale, forse ridicolo, eppure figlio di questi giorni)