Vantarsi di non interpellare le ASL con un focolaio è un reato

Toh, chi si rivede. Il Frosinone, che ora è un modello da seguire, solo per portare avanti la stessa battaglia. La guerra di molti, di un esercito che non cede il passo nemmeno all’evidenza dei fatti e delle sentenze. Come d’abitudine.
Ci voleva il profeta Stirpe, eroe dei nostri giorni, a ricordarci con fierezza che lui, che è un eroe, non ha contattato l’ASL per informarla del focolaio in atto nella sua squadra (qui l'intervista). Lui, che è un eroe, ha rispettato il protocollo. E tutti ad andargli dietro come pecore, o agnellini che non passano mai di moda in Italia. Bravo Stirpe, Viva Stirpe e la sua Stirpe gloriosa ciociara.
In realtà, a tutti questi messi in fila indiana ad applaudire Stirpe, del Frosinone interessa poco. È solo un pretesto, un feticcio da venerare per qualche secondo per poi svelare il reale intento: tornare su Juve-Napoli. Lasciare intendere al mondo, che alla fine De Laurentiis è il furbetto. Che le ASL non contano e che Dio salvi il Protocollo nei secoli e nei secoli. Amen.
In verità, vi dico, che siete fuori strada. Che chiedere un chiarimento all’autorità sanitaria locale, non solo era eccezione prevista dallo stesso protocollo dopo una delibera di aggiornamento, ma che è doveroso. Sul piano etico, durante una pandemia. Sul piano legale, durante una pandemia. Chi racconta il contrario, è fuori strada. O meglio, ha la testa bassa su una strada che è sempre la stessa. Quella che porta alla tutela del proprio orticello, infischiandosene della legge.
Il protocollo è paragonabile a un regolamento condominiale e, come tale, destinato a lasciare strada alla legge quando il momento lo impone. E quel momento per il Napoli era arrivato proprio dopo aver appreso del focolaio in casa Genoa. Con buona pace di Stirpe, l’eroe Stirpe. E di tutti i proseliti con l’eiaculazione precoce del ‘ve lo avevo detto io, il Napoli doveva presentarsi a Torino’. Magari Pfzeir può fare qualcosa pure per voi.
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