Chiariello: “Conte ha smentito la sua teoria, sicuri vada via? Presto sapremo verità”

Chiariello: “Conte ha smentito la sua teoria, sicuri vada via? Presto sapremo verità”
martedì 27 maggio 2025, 23:50Le Interviste
di Antonio Noto

Il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto ai microfoni di Radio CRC con il suo consueto 'Punto Chiaro: "Proviamo a sviluppare questo concetto che si correla a un altro concetto di cui ho spesso parlato in questi giorni. So di essere impopolare, sembro un frate trappista che incontra in un convento di frati trappisti dove non ci si può rivolgere la parola, un altro frate trappista e gli dice sempre, ogni volta che si incontrano: ‘Fratello ricordati che devi morire’. La battuta di Troisi sarebbe stata bellissima, grazie però me l'appunto, non ti preoccupi così me lo ricordo, ma in realtà quando io dico che Napoli non è una squadra che è punto d'arrivo, ma è una squadra di passaggio, so che non fa piacere ai napoletani sentirsi ricordare il loro legnaggio, la loro posizione nello scacchiere mondiale del calcio. Non è una diminuzione mia, assolutamente no, è semplicemente una ricognizione storica e un posizionamento storico di quello che siamo, che siamo stati e che possiamo essere.

Ovviamente questo fa il paio con il tema del giorno che è quello dell'incontro che si sta sviluppando adesso tra la dirigenza del Napoli e Conte, che sembra davvero non voler rimanere. Il punto qual è? Che Antonio Conte quando a Palazzo Reale ha parlato di tante cose, ha detto tutte sacrosante verità: ‘Dobbiamo mettere in mano la difesa, dobbiamo essere tosti, dobbiamo dare fastidio a tutti, dobbiamo avere la cultura del lavoro, abbiamo da pensare a faticà’. Tutto è giusto, ma ha voluto strappare l'applauso quando ha detto: ‘Dobbiamo far sì che Napoli sia una stazione d'arrivo e non di passaggio, un punto d'arrivo e non di passaggio’, salvo poi rimangiarsi ad un certo punto della stagione, dopo gennaio quando diceva: ‘No, quello che ho detto non vale più perché a Napoli tante cose non si possono fare’. Il riferimento è Kvaratskhelia, che se ne è voluto andare. E al di là del tradimento che c'è stato, perché il suo procuratore ha trattato di nascosto per mesi, ha rifiutato ogni tipo di rinnovo. Ma il Napoli ha sbagliato l'anno prima a non fargli rinnovo, sì ha sbagliato, non c'è dubbio. Il Napoli nell'anno prima le ha sbagliate tutte, è inutile che lo rimarchiamo, tra cui anche il mancato rinnovo di Kvara dopo lo scudetto. Premesso che poi non ha giocato per i soldi che avrebbe preso, meritandoseli, e premesso che se anche avesse avuto 6 milioni di stipendio, i 10 del Paris Saint-Germain per tanti anni e la piazza di Parigi comunque non avrebbero consentito a Kvara di resistere a Napoli. Togliamoci da infingimenti, però avrebbe eliminato il ricatto definitivo, quello fatale dell'articolo 17. Quindi l'errore è a monte e lo riconosciamo, lo dobbiamo sottolineare. Ma Kvara ha scelto, come tutti, di usare Napoli come trampolino di lancio. Anzi di mollare prima che si potesse deprezzare, perché non era neanche più sicuro del posto in squadra, visto che lo aveva messo in discussione Antonio Conte stesso per le sue cattive e scadenti prestazioni ultime e Neres era in grande crescita.

Il punto qual è? Che bisogna ricostruire la storia per com'è. Dopo gli anni di Maradona che furono attrattivi, perché quando arriva un Maradona, Napoli diventa attrattiva, diventa un punto d'arrivo. I soldi ci sono, gli stipendi sono alti perché Maradona trascina tutti verso l'alto e allora per alcuni anni si realizza quella magia per cui Napoli diventa un posto attrattivo. All'inizio accetta Bagni, che si voleva defilare dall'accordo ma Juliano lo costrinse da grande uomo qual era. Poi man mano sono arrivati: Careca, venne Giordano, venne Carnevale, che non era ancora affermato, venne De Napoli dall’Avellino. Poi arrivano giocatori affermati come Careca, come Alemao, insomma in Napoli attrasse parecchio. Salvo poi, appena finisce il ciclo Maradona, avessi la diaspora e vanno via tutti, dicasi tutti. L'ultimo gioiello venduto con molta sofferenza fu Gianfranco Zola, e andarono via Ciro Ferrara e Marcello Lippi. Marcello Lippi usò Napoli per lanciarsi nell'Empirio del calcio, un solo anno a Napoli. La parabola di Conte è molto simile a quella di Lippi, la differenza è che Conte ha vinto. Lippi fece una grande stagione, arrivò in Coppa Uefa, non è che finì tra le prime tre. Però fece una bella stagione, giocò un buon calcio, Lippi si affermò, dopo aver rischiato l'esonero a inizio campionato, un inizio terribile con Bianchi che incombeva su di lui. E dopo aver fatto fuori i senatori che riferivano a Bianchi, vale a dire Nela e Policano, amato molto dalla folla, lanciando Fabio Cannavaro, Bia, Pecchia in prima squadra. Il Napoli poi ha avuto il disastro che ha avuto, ora è tornato dopo tanti anni, faticosamente, nell'albero delle squadre importanti. Sono ormai dieci anni che Napoli è una squadra importante, una outsider europea di prima fascia, tra le prime vinti d'Europa, oscilla tra la seconda e terza fascia europea. Quindi fondamentalmente è diventata più attrattiva, ma non tale da essere la meta finale, anzi diciamocela tutta. Adesso in Italia c'è un vuoto di potere, la meta finale non esiste più da nessuna parte, neanche la Juventus lo è, neanche l'Inter lo è, neanche il Milan lo è. Sono di passaggio anche loro, perché i club attrattivi sono altri, sono: il Bayern Monaco, il PSG, il Real Madrid, il Barcellona, fosse anche l'Atletico addirittura, voglio esagerare. E sono chiaramente le grandi della Premier: Arsenal, City, Liverpool, Chelsea e perfino lo smandrappato United che rimane uno dei brand più grandi del mondo. Queste sono mete definitive, dove prendi stipendi alti, hai un marketing planetario, hai stadi, strutture, un altro pianeta.

A Napoli il primo che considerò il Napoli di passaggio e che oggi si batte il petto, che ama Napoli, io poi quando vedo queste cose un po' mi innervosisco, è stato il Pocho Lavezzi, che noi abbiamo amato a dismisura. Ma che voleva andar via al Paris Saint Germain, che ha fatto una bella offerta, e che De Laurentiis si costrinse a restare un altro anno, lo obbligò con una promessa: ‘Tu ci porti in Champions e io ti mando a Paris Saint Germain’. Clausola rescissoria: ‘Quanto vale Lavezzi sul mercato? 20 milioni? E noi la mettiamo a 30, se la pagano è bene, se no non va da nessuna parte’, la pagano. Il Napoli prende Cavani, fa lo stesso ragionamento: ‘Quanto vale Cavani? 40 in questo momento, bene, clausola rescissoria a 60, se la pagano è bene, se no niente’. Trovò a trattenere fino all'ultimo Cavani che non voleva sentire ragioni, anche lui, batte il petto, Napoli, voleva anche tornarci a Napoli a un certo punto, perché a Parigi lo fischiavano prima di diventare poi il grande bomber del Paris perché con Ibrahimovic doveva fare lo scudiero. Ma Cavani volle andare a Parigi, non ci furono santi. De Laurentiis si provò a bloccarlo dicendo: ‘Ti do gli stessi soldi’, niente. Lo stesso giochino fu fatto con Higuain, ‘Quanto vale Higuain in questo momento? 60 milioni? E noi facciamo sempre un terzo in più, 90, troviamo il folle che ce li dà, se lo piglia’. Higuain si mette d'accordo di nascosto come ha fatto Kvara, ma perlomeno non durante il campionato con la squadra prima in classifica, e va alla Juventus. Tutti quanti hanno cercato il club più importante che dà più soldi per affermarsi e guadagnare. E Napoli che tanto ti ha amato? ‘Pazienza, ci torneremo, ci batteremo il petto, amiamo Napoli, viva Napoli’. Sono anche sinceri, penso che Koulibaly che ha voluto andare a Chelsea, ha detto: ‘Non ce la faccio più, sono 8 anni, voglio andare via’. Ha preso un fracco di soldi, ha fallito a Chelsea, è ora sta in Arabia, ha guadagnato un sacco di soldi. Se gli parli di Napoli, lui ama Napoli, Hamsik ama Napoli, Merten ama Napoli, Koulibaly ama Napoli, il Pocho ama Napoli, sicuramente Cavani ama Napoli, per carità. Ma quando giocavano nel Napoli hanno guardato bene i loro interessi di andarsene altrove. Eccezione per Hamsik e un po' Koulibaly, in assoluto Mertens è quello che più di tutti è innamorato di Napoli. Appunto ci vuole vivere, si è piazzato qui e da qui non si muove.

Oggi Napoli è sicuramente più attrattivo. La grande festa di ieri, è un centro di attrazione di gravità permanente, avrebbe detto il grande maestro Battiato, che sicuramente fa pensare a qualcuno di venire a Napoli con più piacere. Ci sono stati anni in cui i calciatori rifiutavano Napoli. C'era un centrocampista che Napoli voleva ogni anno, che era scarso dalla Roma, ma scarso, l'ho perfino rimosso dalla memoria, rifiutò Napoli. A Napoli non poteva portare nemmeno la borsa a Jorginho per dire, rifiutò Napoli. Gonalons, solo quando lo sento mo vota ‘o stommaco! Quando sento Benitez in conferenza stampa che dice: ‘David Lopez, certo non è Gonalons ma ci sarà utile’, io volevo buttarmi giù, non posso sentire che non è Gonalons. Benitez! Un affronto del genere in vita mia poche volte l'ho subito. Ci siamo stati anni a correre dietro a Gonalons e quando l'avevamo preso la moglie diceva: ‘Non vado a Napoli’, perché all'epoca la narrazione era: spazzatura, Camorra, Gomorra. Oggi vedete che cosa è Napoli. E viene Kevin De Bruyne! A svernare? A giocare gli ultimi spiccioli di carriera? Ma se i suoi spiccioli di carriera sono dal giocatore che è, ma ben vengano. So solo che McTominay al Manchester United non faceva il titolare, è il miglior giocatore del campionato italiano. Anguissa, il retrocesso col Fulham, ce lo siamo portati a casa per 15 milioni, ci ha dato due scudetti, ha dato un contributo straordinario. Vediamo Chiesa quando va in Premier League, ha portato la borsa ai compagni, c'è una differenza abissale di intensità, di forza, di potere, di tutto. Quindi ben vengano dalla Premier. Il gol scudetto viene dalla Premier, l'ha fatto Billing. Però questo discorso che non possiamo non accettarlo, Napoli non è il terminale di una carriera di un giocatore ambizioso che voleva guadagnare tanto, ma può essere l'ultima stazione prima del terminale. O può essere l'ultima stazione dopo aver fatto una grande carriera. E' questa la posizione di Napoli, che oggi è una grande posizione, va presa con molto onore. Chi è che di fatto ha smentito questa teoria? Di fatto l'ha smentita proprio Conte, perché lui che voleva che Napoli fosse una stazione d'arrivo, è lui che l'ha considerata di passaggio, perché si è rilanciato e vuole andare via. Ma siamo sicuri che va via? Ci lasciamo con questo interrogativo e domani ci risponderemo. ‘Hai visto che è rimasto? Oppure hai visto che è partito? 24 ore e sapremo la verità”.