Chiariello: “Fatto solo un favore al Lille! A differenza della Juve, poteva iscriversi al campionato”

Il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto "Punto Chiaro" ai microfoni di Radio CRC: "Repubblica oggi ha lanciato la bomba. Quale sarebbe poi questa bomba su cui immediatamente è partita la macchina del fango? Niente di meno che le carte che ha trasferito la Guardia di Finanza all'atto della richiesta della Procura della Repubblica di Roma di indagare sulla vicenda Osimhen, l'acquisto da parte del Napoli. Per la cui vicenda insieme a quella di Manolas, che è una vicenda tutta contabile. Però porterebbe a un processo della parte apicale del Napoli, vale a dire il presidente proprietario Aurelio De Laurentiis e l’amministratore delegato Andrea Chiavelli a rispondere di un reato, quindi da un punto di vista penale di falso in bilancio.
Tutti sappiamo cosa è accaduto. Il Napoli a luglio del 2020, all'indomani della conferma di Gattuso sulla panchina, dopo la vittoria della Coppa Italia, decise di investire molti soldi su un centravanti perché il Napoli aveva bruciato di fatto il lascito di Higuain. Higuain durante il triennio sarriano aveva fatto un'annata straordinaria. Aveva battuto il record di Angelillo di capocannoniere con più gol nella storia del campionato italiano. Aveva una clausola accessoria altissima per l'epoca, 90 milioni più commissioni. La Juventus, d'accordo con Higuain, detto il traditore, esercitò il diritto di portarselo a casa pagando la clausola rescissoria e il Napoli, su quei soldi, costruì il Napoli negli anni successivi, il Napoli del futuro. Ma quei soldi non furono ben spesi. Prese la meglio gioventù: Rog, Diawara, Zielinski e altri giocatori tra cui spese 40 milioni per un centravanti che fu individuato in Milik, il quale tra l'altro partì anche molto bene nelle prime partite fece gol a raffica, ma in nazionale si infortunò in maniera gravissima. E questo costrinse Sarri a far di necessità virtù, avendo come alternativa Gabbiadini, che non lo convinceva, si inventò Mertens centravanti che fece qualcosa di straordinario. L'alternativa di Insigne divenne il partner di Insigne e Calekon ed è diventato il cannoniere con più gol nella storia del Napoli. Ma il Napoli aveva bisogno di prendere un centravanti. C'era stato il Covid, i campionati si erano fermati, ricordiamoci. Un giocatore che avevamo intravisto a Wolfsburg, quando andammo con Ancelotti a giocare un amichevole c'era un ragazzo di 18 anni nigeriano che si chiamava Victor Osimhen, che a Wolfsburg è stato un anno praticamente fermo per infortunio. Che arrivato dall'Africa per le solite vie traverse, le Academy e compagnia bella, sembrava già solo isolato, gettato in Europa come tanti e andò a riciclarsi in Belgio, in una società modesta come lo Charleroi, dove invece fece grandi cose. Si mise in mostra, il Lille se ne accorse e lo portò a casa, garantendo una percentuale, tra l'altro, allo Charleroi su una futura rivendita. È da lì che nasce tutto. Che cosa accadde però? che pronti via, parte e fa molto bene. Si mette in mostra nel campionato francese mostrando tutta la sua strapotenza fisica, anche se ha un'incipienza tattica impressionante. Un giocatore allo stato brado, un potenziale mostruoso, ma tutto da costruire, grezzo tanto. Ma il campionato si ferma e quindi non può dimostrare tutta la sua forza, ma Giuntoli lo aveva adocchiato. Lo aveva mostrato a Gattuso, con i quali i rapporti poi non erano così straordinari dopo sono diventati pessimi a quanto ci hanno raccontato. Lo stesso Giuntoli una volta mi disse: ‘Con quello non si può parlare detto proprio sinceramente’, quindi credo che sia vero. E Gattuso espresse parere favorevole. Chi non era favorevole a cacciare tutti sti soldi era Chiavelli, come sempre Chiavelli che c'ha i cordoni della borsa sempre molto chiusi, molto stretti e De Laurentiis aveva tante perplessità di sborsare una cinquantina di milioni.
A me non tornano le ricostruzioni che ho letto, perché da quello che so io il Napoli alla fine ha pagato realmente Osimhen 48 milioni e mezzo più c'erano in ballo 5 milioni di bonus o poco più anzi forse fino a 10 di bonus, ma se ne sono concretizzati 4-5. Credo che il costo reale di Osimhen alla fine sia stato 53 milioni e mezzo con bonus scattati. Fatto sta che la cinquantina di milioni necessaria da investire era la cifra più alta mai spesa dal Napoli per un calciatore. Ebbene sì, perché il Napoli Quagliarella l'aveva pagato 20 milioni, Cavani addirittura di meno 17, Mertens una decina non di più. Callejon una decina di milioni anche lui. Siamo lì su quelle cifre lì. Insigne ce l'aveva in casa e comprò Higuain. Higuain sì, lo pagò 37 milioni più 3 di bonus. 40 milioni, era stato l'acquisto più corposo in assoluto. Andare a spendere 50 e passa milioni per Osimhen era un impegno per un Napoli, tra l'altro fuori dalla Champions e senza neanche le entrate Champions, perché Gattuso la Champions non l'aveva presa, era arrivato settimo in campionato come l'aveva preso D'Ancelotti, ma aveva vinto la Coppa Italia. Ma i proventi Champions non c'erano. Se dalle carte che affiorano c'è un WhatsApp di Chiavelli a Giuntoli in cui viene formalizzata l'offerta al Lille, dove ci sono i 50 milioni da cacciare veri. Chiavelli sapete cosa scrive? ‘Speriamo che non accettino, perché altrimenti dobbiamo andare a fare una rapina’ e giù con gli emoticon, le faccine sorridenti, perché era evidentemente un WhatsApp scherzoso. Chiavelli non voleva buttare quei soldi, non li ha affatto buttati per quello che valse Osimhen poi, ma non li voleva spendere. È un modo per scherzare, per dire rimaniamo con la canna del gas praticamente. E addirittura questa tesi viene rinforzata da Giuntoli, che dice: ‘Siamo stati fortunati che Kumbulla e Amrabat non sono voluti venuti a Napoli, altrimenti eravamo costretti a giocare con Petagna centravanti’, per far capire che i soldi da spendere non erano così tanti. Si può mai fondare la richiesta di dimissioni a Chinè per non aver aperto la revocatoria di un processo già fatto su una frase di Chiavelli che dice ‘Speriamo che non accettano perché altrimenti andiamo per stracci’? Di fondo avvalorato dallo stesso Giuntoli, che dice: ‘Meno male che quei due non hanno accettato di venire a Napoli, se non c'avevamo i soldi per comprare Osimhen’. Perché questa è la base su cui si fonda tutto. Chiavelli interviene solo in questo caso, così come c'è un SMS di De Laurentiis, dove dice: ‘Se si tratta di cacciare 50 milioni ci sto, di più no!’. Dov'è il problema? Allora, non c'è intendo truffaldino.
Il Lille con il presidente Lopez ha problemi enormi. Gli stessi problemi che aveva la Roma, per cui vende a clausola rescissoria a 36 milioni Manolas entro il 30 giugno, perché deve fare i soldi necessari per il Fair Play, per l’iscrizione al campionato. Il Lille deve fare 100 milioni, dice: io devo vendere a 70, troviamo il modo per far apparire che sia 70. Vale 50, Ok, siamo d'accordo. Per 50 ve lo do, ma aiutatemi a valorizzarlo a 70, perché io devo potermi iscrivere. Gabriel lo vendo all'Arsenal a 30 milioni e io ho risolto i problemi’. La cosa sarebbe finita lì, perché sarebbe stata una di quelle tante operazioni di mercato su cui nessuno mette il sale sulla coda. Perché poi l'anno scorso dopo la sentenza sulle plusvalenze qualcuno mi spiega perché l’Aston Villa si prende Barrenechea e Illing Junior? Passano per 25 milioni all'Aston Villa, quell'altro il fenomeno lì Douglas Luiz passa per 51 milioni alla Juventus. Operazioni chiaramente debitamente separate. Quei due non arrivano manco all'Astonvilla che Emery gli dà un calcione in culo e dice: ‘Vedete dove dovete piazzare sti due?’ Illing Junior va a fare la riserva a Bologna, ma quella è un'operazione lecita, nonostante la Juve sia quotata in borsa. E per i principi contabili e applicabili in borsa non le può fare queste operazioni, perché non sono i principi nazionali in cui le puoi fare, sono i principi di borsa che non te lo consentono. E guardate un po' i rapporti d'affari con Elkann, ma anche questo non conta niente. Va bene, questa operazione è passata tranquilla, com'era passata tranquilla quella tra Pjanic e Arthur gonfiati a dismisura, ma lì c'era un sistema, cioè Chiné si trova un processo fatto sull'acqua usando Transfer Market come base di riferimento che viene smontato velocemente in corte d'appello. Vengono tutte assolte le società italiane, tutte. C'era stata richiesta di penalizzazioni, richieste di multe per chi aveva fatto singole operazioni, tutte assolti perché era basato sull'acqua quel processo. Non c'erano prove costruite bene, non c’era un quadro accusatorio convincente. E il momento in cui si sono assolte è finita lì, non è che si può per il principio del ne bis in idem processare due volte la stessa la stessa vicenda uno stesso soggetto.
Ma c'è un articolo però, che è la salvaguardia del sistema. In caso in cui successivamente l'organo inquirente acquisisce materiale probatorio, tale per cui se lo avesse avuto all'epoca del processo originario la sentenza sarebbe stata completamente diversa, allora bisogna revocare quella sentenza, riaprire il processo che voi capirete mina la certezza del diritto. Può venire solo in casi eccezionali ed eccezionalmente gravi. L'inchiesta Prisma aveva portato 18 faldoni sul tavolo di Chiné, intercettazioni per 2 anni, materiale probatorio esagerato. E come poteva Chiné non riaprire quel processo che riguardava solo la Juve? Perché la Consob l'aveva attivato solo per la Juve, perché la Juve quotata in borsa aveva risposto picche alle richieste di chiarimenti della Consob, ripetutamente, proditoriamente, arrogantemente da parte di Agnellino. Andreuccio Agnellino, il quale però di fronte alla giustizia ordinaria penale propone il patteggiamento lui e i suoi sodali. Lasciate perdere, arriva bene. È arrivato dopo una mazza! Gli innocentoni cacciano gli soldi, si prendono il patteggiamento, una condanna penale pur di non andare in galera dicendo: ‘Ma noi siamo innocenti, ma abbiamo voluto evitare che andasse per le lunghe’. Chissà poi che poteva succedere. Se sei innocente, sei innocente. Se no mi stai dicendo che i giudici sono pericolosi, son gente matta, non hai fiducia nella giustizia, hai patteggiato per non avere più guai, per toglierti i guai di doso. Hai dimostrato che era tutto vero in quello in quei faldoni, perché poi non è che la giustizia ordinaria ha smentito la giustizia sportiva. Non è Paolo Rossi che si prende 2 anni e dispari, ne aveva presi tre e glieli hanno ridotti e poi è andato a fare il Mondiale in quelle condizioni e si è riscattato facendo quello che ha fatto il Mondiale ‘82, che poi la giustizia ordinaria assolve con formula piena. E là tu dici: ‘Ma come sti imbecilli l'hanno squalificato a uno gli hanno rovinato la carriera nel pieno della sua carriera e poi la giustizia ordinaria lo assolve? La giustizia sportiva non funziona?’ Eh no! In questo caso la giustizia sportiva aveva totalmente ragione, anzi c'è stata una bella lavata di mano, un colpo di spugna sulla vicenda stipendi, sulla vicenda rapporti oscuri, sulla manovra stipendi. Il buon Chiellini premiato oggi come grande dirigente, che aveva orchestrato tutto con la società per far apparire che avevano rinunciato agli stipendi, li avevano solo rinviati venendo meno quindi alla trasparenza, alle norme del bilancio, falsificando il bilancio, facendo credere che quello era una sopravvenienza attiva, invece non lo era. Era solo da rimandare a bilancio, come ha fatto la Roma correttamente. Posso parlare da qua al 7000 per raccontarvi tutte le nefandezze che sono accadute.
Nel caso del Napoli, è evidente quello che è accaduto. Ha dato una mano a Lille a sistemare i suoi conti. Ma il Napoli da questi 20 milioni dove Giuntoli e Pompilio si sono lambiccati il cervello per vedere come accontentare Lopez per portarsi a casa Osimhen, il cui valore era già stato stabilito e pagato profumatamente. Poi i soldi che fino hanno fatto in Francia lo sanno loro. Il Charleroi ha azionato tutto questo, perché non ha avuto la percentuale che doveva avere e tutto nasce da questo. Ma il Napoli i soldi al Lille glieli dava, non c'era nessun oggetto per contendere. Non c'è stato nessun modo per forviare la quotazione. Valeva 50 e 50 l'ha pagato. Doveva farlo nominalmente apparire a 70 perché serviva Lille. È stata fatta questa cortesia al Lille. Vale una multa da un punto di vista sportivo? Sì, ma andiamo a parlare in maniera proprio concreta, concreta. Il Napoli, a differenza della Juve e di altre società, senza quell'operazione poteva iscriversi al campionato. Sì, 20 milioni a Napoli, che poi non sono tutte e 20 di plusvalenza, ma comunque una buona parte gli fanno il solletico. Il Napoli senza quelle cifre aveva un problema di indice di liquidità come la Lazio, come la Roma? No, il Napoli poteva operare tranquillamente sul mercato. Sì, aveva una liquidità tale per cui quei soldi non gli servivano a niente. Sì, ne traeva un indebito profitto il Napoli da questa situazione? No, a Napoli non gliene fregava niente. Non aveva l'acqua la gola di farsi finanziare 700 milioni dal cuginetto e altri 200 li mettiamo sotto al tappeto, perché ‘Se scopre che io sto un miliardo fuori quello m'ammazza’. E però poi vado sul mercato e spendo 70 milioni per De Ligt, ma io i soldi per delitto non ce li ho, ma faccio vedere che ce li ho perché ho messo sotto al tappeto quelle operazioni che vanno messe nel mirino. Quindi di che vogliamo parlare? di una mancata multa al Napoli che era stata proposta in prima istanza, in un processo costruito male? Si è salvato dalla multa. Ci siamo salvati dalla multa e allora mamma che ingiustizia! Sentite a me, voi state a chiacchierare, assai, ma da quello che è uscito c'è talmente così poca roba, così tanta fuffa, che a me viene quasi l'impressione che se anche il GUP rinviasse al giudizio de Laurentiis, a parte che la prescrizione scatterebbe facile. L'ha usata Moggi, che dalle argomentazioni della Cassazione esce scritto che era veramente un'associazione a delinquere. C'è scritto chiaramente nelle motivazioni della sentenza della Cassazione e s'è salvato Moggi. Mo vuoi vedere che per aver fatto un favore al Lille… Il Napoli c'ha i bilanci più trasparenti di tutti, non ha mai fatto valenze false, ha sempre rispettato tutte le regole contabili con un maniaco delle regole come Chiavelli, che per aver fatto un tweet scherzoso mo è diventato Belzebù. Ma stiamo scherzando, signori? Voi la macchina del fango la potete pure accendere, ma attenzione che il vento contro il fango, ve lo sbatte in faccia!”.
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