Chiariello: “Nel nome di Diego! Se non si batte il Qarabag 3-0, mi arrabbio”
Il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto "Punto Chiaro" ai microfoni di Radio CRC: "C'è un tema: come si vincono gli scudetti? A saperlo. Esiste una ricetta? No, non esiste una ricetta, però ci sono delle considerazioni interessanti che fate anche voi e che mi aiutate a riflettere. ‘Un anno fa il Napoli vinse il campionato perché fece molto meglio di tutti contro le big, media punti 2.2. Considerando il Como tra le migliori nove, al posto della Fiorentina in questo campionato, oggi sarebbe il Milan la squadra con la migliore media negli scontri diretti, 2.33 addirittura. Seguito a lunga distanza proprio dal Como, che ha una media di 1.6. E il Napoli viaggia con una media di 1.4, pochino, mentre l'Inter addirittura crolla a 1.2. Una volta si diceva che il campionato si perdeva contro le piccole, mentre potrebbe essere vero il contrario, cioè che si decide contro le grandi. Il Milan in tal senso ci darà una risposta in futuro’. Io sarei per un'altra affermazione: il campionato si vince con le grandi e si perde con le piccole. In realtà è così, perché il Milan è una piccola con le piccole e una grande con le grandi. Ricordiamoci ha perso con la Cremonese in casa, ha strappato un pareggio proprio per i capelli contro il Pisa con due gol irregolari, c'erano due fuorigioco attivi non considerati tali clamorosi. Ha battuto una piccola, scusate se tale la considero, ma la classifica questo dice quest'anno, come la Fiorentina, con un rigore inesistente! Se c'è una squadra di quelle d'alta classifica che ha avuto dei vantaggi arbitrali, nel senso che gli arbitri sbagliando hanno avvantaggiato una o altra squadra. Non parlo di favori, che è una parola che detesto e non considero, non ci sono favori, perché favore vuol dire favoritismo, vuol dire fare una cosa di proposito. Gli arbitri sbagliano e sbagliano molto anche perché vengono messi in condizioni di sbagliare per la mancanza di regole assolute e certe. Anche per i varisti vale questo discorso, lo ribadisco e lo ripeto. Ma col Milan hanno sbagliato più e più volte favorendo notevolmente il Milan nel risultato. Avvantaggiando più che favorendo il Milan, che col Pisa ha recuperato un punto che non poteva mai prendere. Il gol di Estupinan non andava convalidato, per non dire quello precedente, dove Pavlovic chiaramente disturba il portiere. E il rigore con la Fiorentina vale due punti, sono tre punti pesanti. Ma comunque ha picchiato in testa il Milan con le piccole e fa fatica con le piccole, però con le grandi: ha battuto il Napoli, ha battuto l'Inter non meritatamente, ma l'ha battuta, ha pareggiato con la Juve. Insomma ha un rendimento importante, molto importante, 2,33.
C'è da dire che fa da contraltare a questa affermazione il fatto che il Como, per esempio, è la seconda ed è pure la matricola di questo gruppo. È una new entry, è una novità. Il Como gioca ieri con il Torino, noi a Torino ci abbiamo perso giocando malissimo, siamo andati a Torino, l'hanno stracciato il Torino. Hanno segnato una doppietta, un ventenne Addai, questo sconosciuto, sembra il nuovo Adeyemi, incredibile. Ha segnato un altro ventenne, un difensore centrale della cantera del Real Madrid, Jacopo Ramon, un ventunenne che è un fuoriclasse in pectore in fieri che è Nico Pazz, giocatore clamoroso, un ventunenne come Baturina. E gli assist li hanno forniti un ventenne come Jesus Rodriguez e un ventenne come Perrone, centrocampista di livello altissimo. Il Como, come dice Fabrizio Biasin, ha un sacco di soldi. Può darsi, ma di sicuro ha un sacco di ottime idee. Avessi azzeccato pure il centravanti, lotterebbe per lo scudetto, questo aggiungo io. Ma gente come Fabregas e italiano stanno facendo qualcosa di straordinario. Ma lì in vetta ci sono però Gasp, Conte e Allegri. E c'è da aggiungere una cosa, se è vero che gli scudetti si buttano con le piccole, ed è vero, ma si vincono gli scontri diretti, specialmente quando la quota è bassa. L'anno scorso si è vinto ad appena 82 punti e quest'anno sembra ripetersi. L'Inter che ha perso un terzo delle partite, che è la squadra più forte, che quando gioca è una macchina da gol, una gioiosa macchina da guerra, che questo Chivu, che sono convinto che sia bravo, viene incensato come la nouvelle vague della panchina in Italia di cui Marotta si vanta tanto di aver scoperto. Quando invece voleva Fabregas, si è andato a prendere Chivu, che il Parma non aveva confermato, ma si è trovato in casa una persona intelligente, di valore. Non so se diventerà un grande allenatore, ma non è certamente uno scarso. Devo dire che mi ha colpito la sua qualità comunicativa, il suo modo di far giocare la squadra, però perde.
L'Inter è malata dentro. L'Inter è una squadra malata. Non l'hanno smantellata, non l'hanno rifatta. Hanno innervato la squadra di ottimi rinforzi giovani perché quel quella coppia di Bonny, Pio Esposito sono due attaccanti forti. Pio Esposito è fortissimo, ma Bonny pure è forte. E quel Susic è un giocatore di cui sentiremo parlare tanto. Hanno toppato l'esterno destro, quel Luis Enrique che certamente non può valere manco lontanamente Dumfries. Ma l'Inter è malata dentro. Guardate che ruolino di marcia c'ha. L’Inter contro Juve, Milan e Napoli solo contro queste tre, perché poi ha vinto a Roma quest'anno, l'unica vittoria buona che ha fatto. Dal campionato 24-25 a quello in corso, in tutte le competizioni, ha fatto 12 partite, sapete quante ne ha perse? Sette, ha perso sette volte su 12. E sapete quante ne ha pareggiate? Cinque. Sapete quante ne ha vinte? 0 su 12 partite, gli sconti diretti ne ha vinti zero. E sapete che le ultime quattro le ha perse tutte e quattro a fila a fila. 3-0 col Milan, 4-3 con la Juve, 3-1 a Napoli e 1-0 col Milan. Voi mi direte: ‘Ma con la Juve e con il Milan meritava di stravincere e le ha perse’. E vabbè, problema suo. L'unica vera sconfitta netta, dove ha perso zitto e muto, invece Marotta l'ha messa in caciara, è stato a Napoli. Ha preso un 3-1 incarta e porta a casa. Ma perde da 12 partite, non vince da 12 partite contro le grandi tradizionali, cioè Milan, Juve e la grande acquisita degli ultimi anni del campionato italiano che è il Napoli. È un problema di DNA, ribadito dallo scoppolone della finale di Champions, un 5-0 che ha mortificato gli interisti. Appunto da far partire il dibattito, ma forse era meglio uscire col Barcellona piuttosto che essere umiliati in finale? E se l'Inter è la vera favorita del campionato, come dicono in tanti, e io pure lo penso, che la vera concorrente del Napoli, che per me è una delle due favorite, questo ci fa molto pensare. Perché l'Inter sta lì, nel lotto delle squadre in lotta tra i 27 punti della Roma e i 20 della Juventus. In sette punti ci stanno sette squadre, ma c'è un gruppetto attaccatissimo a uno due punti. L'Inter è lì, ma ne ha perse già quattro. Ha perso gli scontri diretti, uno affila all'altro. Allora non sarà mai l'ammazza campionato. Questo ci conforta. Dice: ‘Ma era meglio che pareggiavano il derby’. No, io applico una teoria, si chiama Orazi e Curiazi. Se tu pensi di battere tutta la concorrenza da solo, tutta insieme, sei destinato a soccombere. Ma se tu cominci a correre e li fai distanziare i nemici che stupidamente non ti aggradiscono in maniera compatta e li affronti poi uno alla volta, ne fai fuori a uno a uno. Sto parlando di guerra, cose brutte, devo dire la verità. Ci sono sempre queste analogie con mondo della guerra, ma purtroppo il calcio è agonismo, è competizione, è vittoria e sconfitta e quindi è normale che si parli con questo tipo di linguaggio, non giusto, ma normale. L'Inter è la più pericolosa e gli va tagliata la gola come un serpente. Ammazzare l'autostima dell'Inter che cresce è la cosa principale.
Al Milan penseremo successivamente, che il Milan ancora si deve fare, ancora deve dimostrare. Sta acquisendo autostima. Una squadra che non ha le coppe, che c’ha Allegri in panchina, abituato a vincere gli scudetti, che aumenta nell'autostima, che in campo a gente come Maignan, Leao, Modric e Pulsic. Certamente è una squadra che può essere pericolosa. Io non ci credo, l'ho sempre detto e lo ribadisco ancora oggi e non so fino a chi reggerà Modric che è un mostro, sta facendo cose che mi hanno lasciato sbalordito, non m'aspettavo che fosse così centrale e continuo, però vedremo. Quando tu fondi le tue fortune su un quarantenne sei sempre molto a rischio. Però questa analisi ci porta a dire che l'Inter, che è la più forte sulla carta e che quando gioca è la migliore, ha una malattia nel DNA, c'ha una leucemia congenita, non sa vincere le partite che contano, non ha il Killer Instinct, che è fondamentale per le grandi squadre. Quello che ha Antonio Conte però, che nei momenti determinanti: 3-1 all'Inter, 3-1 all'Atalanta. E secondo me a Roma noi un altro bel ‘drangt’ glielo possiamo sempre dare, perché la Roma in casa fa la fatica bestiale, le vince tutte fuori casa. Si affrontano due squadre, una che fatica in trasferta il Napoli e una che fatica in casa la Roma.
Voi dite: ‘Ma tu già parli della Roma e stasera c'è il Qarabag?’. Stasera c'è Diego che dall'alto ci elettrizza tutti. E stasera se noi non serviamo su un piatto un 3-0 nella memoria di Diego, mi arrabbio assai. Perché io me lo ricordo quando Diego è arrivato al San Paolo che c'era Benitez in panchina a Napoli-Roma che scossa ci fu nello stadio, tremò lo stadio. E quando Diego scese poi in campo ci fu qualcosa che era oltre l'ovazione e la squadra in campo lo sentì tutto ciò e fece una partita la migliore della gestione Benitez. Mi pare che fu 3-0, ma la Roma non toccò palla. Bene, io penso che col Qarabag stasera, sapendo che alleggia lo spirito di Diego sullo stadio, parta già da 3-0. Sono troppo ottimista. Conte l'ha detto, lo dedichiamo a Diego. E allora nel nome di Diego, nel segno di Diego in ‘In hoc signo vinces’ lo dobbiamo far diventare ‘In Diego signo vinces’. E questo ci toglie da ogni imbarazzo, perché signori sono 5 anni che è venuto meno non il più grande calciatore di ogni epoca ma il dio del calcio, che è qualcosa di diverso, che va oltre oltre va nel mito, nella poesia, nell'epica. Diego è epica, tutto il resto è noia”.
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