Chiariello: “Spalletti avrà un compito molto difficile, spero che non se ne penta..."

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio, Umberto Chiariello è intervenuto con il suo editoriale
11.09.2023 21:10 di  Francesco Carbone   vedi letture
Chiariello: “Spalletti avrà un compito molto difficile, spero che non se ne penta..."

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio, Umberto Chiariello è intervenuto con il suo editoriale: "Ieri sera, nell'editoriale di Campania Sport a Canale 21, ho lanciato un paio di anatemi e di strali verso la Federazione Italiana Giuoco Calcio e verso il presidente Gabriele Gravina. Ho detto che Gravina ha avuto un grande atto d'imperio quando ha resistito alla tentazione di fermare il calcio durante la pandemia, ma che ha anche avuto un solo altro merito: quello di alzarsi lo stipendio, passando da 36.000 a 158.000 euro l'anno. Inoltre, ho criticato il decreto crescita, che ha favorito l'acquisto di calciatori stranieri da parte delle società di calcio italiane, a discapito dei giovani italiani.

Ho detto che questo decreto è stato introdotto dalla politica, ma che è la Federazione Italiana Giuoco Calcio che avrebbe dovuto imporre delle regole per obbligare le società di calcio a investire sui giovani italiani. In particolare, ho proposto di premiare le società che fanno giocare un certo numero di giovani italiani under 20. Ho anche criticato il sistema delle scuole calcio, che secondo me non offre sufficienti opportunità ai giovani talenti italiani. Infine, ho parlato della Nazionale italiana, che secondo me fa fatica ad andare bene perché non ha a disposizione un parco giocatori di qualità.

Ho criticato la convocazione di giocatori come Nicolò Zaniolo e Wilfried Gnonto, che secondo me non meritano una maglia azzurra. Ho concluso dicendo che l'Italia non ha più centravanti di livello internazionale, a parte Ciro Immobile, che ha 34 anni. Scamacca, che ora è all'Atalanta in 9ª posizione in classifica, e quello del Sassuolo, che non esplode mai. E ditemi voi, chi c'è? Poi è arrivato l'oriundo, Retegui o quell'altro della Fiorentina, Beltran che si aspetta di poter inglobare.

La verità è che la Nazionale italiana ha funzionato quando era fondata su blocchi di giocatori provenienti dalle stesse squadre. I selezionatori non hanno il tempo di fare una squadra a loro immagine e somiglianza, ma possono solo provare a dare un'impronta. Quando l'Italia ha vinto il Mondiale? Nel 1966, ad esempio, la difesa era composta da Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri e Picchi, la più grande del mondo. Fabbri non li convocò tutti, ma solo alcuni. Nel 1970, giocammo con un doppio blocco: il Cagliari e l'Inter. Sei convocati dal Cagliari, tra cui Nicolai, Domenichini, Riva e Gori, che giocarono titolari. Nell'Inter c'erano cinque giocatori, tra cui Burgnich, Facchetti, Verdini, Mazzola e Boninsegna.

Nel 1978, l'Italia arrivò in finale grazie alla Juventus, che fornì nove giocatori, tra cui Zoff, Gentile, Cabrini, Cuccureddu, Scirea, Causio, Tardelli, Rossi e Bettega. Nel 1982, l'Italia vinse il Mondiale con una squadra composta da molti giocatori della Juventus e del Torino. Oggi, la Nazionale italiana è una squadra mosaico, dove la maggior parte dei giocatori non proviene da squadre di prima grandezza. Al Napoli ci sono quattro giocatori, al Sassuolo uno, alla Lazio due, all'Inter uno e al Bologna uno. Quando non c'è un blocco, le difficoltà aumentano. Spalletti avrà un compito molto difficile, ma spero che non se ne penta ".