Empoli, D’Aversa: “Conte? È il padrino di mia figlia, tifo per lui nella lotta scudetto”
"Quella testata un'etichetta, con me l'Empoli ha avuto coraggio". Parola di Roberto D'Aversa. Intervistato dal Corriere della Sera, il tecnico dei toscani, tra le rivelazioni di questo avvio di campionato, torna sull'episodio dello scorso campionato - la testata a Henry in una sfida tra Verona e Lecce - che lo ha portato alla squalifica: "Siamo rimasti in città, non volevo costringere i figli a cambiare scuola, i leccesi mi hanno aiutato molto. Anche molti direttori sportivi si sono dimostrati solidali".
Nel corso dell'intervista, D'Aversa spiega la scelta di andare a Empoli: "Avevo due priorità, restare in Serie A e riscattare la mia immagine dopo 35 anni di calcio. La società è stata coraggiosa, la ringrazio. Mia moglie mi ha aiutato molto subito dopo quell'episodio, forse non glielo dico abbastanza ma sa quanto è importante per me e per i miei figli".
Nel prossimo turno, i toscani di D'Aversa sfideranno il Napoli di Antonio Conte. I due allenatori sono legati da un anno da un rapporto di grande amicizia: "Non me ne voglia il mio amico Inzaghi, ma tifo per Antonio nella lotta scudetto. È il padrino di mia figlia, spesso siamo in vacanza insieme. A Siena ricordo una preparazione da marines, mai sofferto così. Ti mette in una condizione fisica e mentale che ti porta oltre".
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