VIDEO - L’editoriale di Chiariello: “Girano le ‘seccie’, sta a noi essere maturi. Respingo la psicosi della Juve”

VIDEO - L’editoriale di Chiariello: “Girano le ‘seccie’, sta a noi essere maturi. Respingo la psicosi della Juve”
domenica 13 novembre 2022, 23:00Le Interviste
di Antonio Noto
"Ora il problema è questo, ci stanno le ‘seccie’ che girano, giornali del nord che dicono: ‘Certo da gennaio cambia tutto’, ma perché cambia tutto?"

Nel corso di ‘Campania Sport’ su Canale 21, il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto editoriale: “Primo step di stagione, chiuso il ciclo delle 15 partite ante-Mondiale, si riprenderà il 4 gennaio. La stagione era cominciata con la contestazione estiva per l’acquisto di Kim, uno striscione recitava: ‘Tre pacchetti 10 euro, pezzente non parli più. Paga i debiti e sparisci’. Questo era il clima che c’era a Napoli quest’estate. Ieri, stadio Maradona, il Napoli gioca per l’undicesima vittoria consecutiva che ottiene con un brivido finale dopo aver dettato legge e giocato un calcio stellare per quasi 80’, la curva espone questo striscione: ‘Un brivido ci percuote la schiena quando spavaldo ti vedo padrone della scena. Facce felici ripopolano i nostri gradoni per uomini degni delle nostre emozioni’. E’ cambiato tutto!

Quest’estate De Laurentiis ha messo mano al piano che aveva già in mente dall’anno scorso. Svelo un piccolissimo retroscena: in 18 anni di presidenza ho avuto la fortuna e il piacere di parlare a tu per tu con il presidente una sola volta, era l’8 gennaio all’indomani della sconfitta con lo Spezia del Napoli di Gattuso. Da quell’incontro molto gradevole ne uscii molto turbato, perché il presidente mi disse che aveva sbagliato tutto a non vedere Allan e Koulibaly quando erano da vendere e che ora non ce ne sarà più per nessuno. Avevo capito che la storia di Insigne, Mertens, Ghoulam, Koulibaly, Ospina e Fabian Ruiz stava per finire. Però sapevo che lui stava lavorando un anno prima a questo progetto. Mi disse anche che a Gattuso non dovevo rompergli le scatole, perché doveva avere il tempo di scegliersi il nuovo allenatore. Non gradivo Gattuso, ma lo smisi di martellare proprio perché sapevo che il suo destino era segnato. Da calciatore in Nazionale l’ho amato tantissimo, come tecnico non lo ritengo da Napoli.

De Laurentiis si è scelto Spalletti e la scelta aveva qualche perplessità, perché si sa che il tecnico ha un carattere un po’ particolare e spesso si scontra con i leader dello spogliatoio. Ma tutti sanno che Spalletti è un signor allenatore, non c’è nessun calciatore che abbia lavorato con lui che non mi ha detto che è un grandissimo allenatore. I suoi risultati sono sempre stati ottimi, ha portato tutte le squadre che ha allenato al massimo livello, forse quello scudetto con la Roma glielo tolsero. L’anno scorso purtroppo, però, anche lui ha commesso degli errori che ci hanno fatto perdere una grande occasione. Il progetto era chiaro: rifondazione. De Laurentiis disse che non poteva continuare a perdere soldi e aveva ragione. Allora mi preoccupai, se dobbiamo abbassare il tetto ingaggi e perdere i migliori giocatori che Napoli avremo? Ma lui mi convinse dicendo che fin quando ci sarà lui il Napoli sarà una squadra di vertice. Aveva delle idee. Quest’estate puntualmente ha decapitato tutta la vecchia guardia e ha rinnovato l’aria. Era già preparato, aveva già preso Kvaratskhelia e Olivera. Trattenere Koulibaly era impossibile, dopo una settimana ha preso Kim. Poi il mercato ha suo andamento, ha dovuto aspettare che Petagna andasse al Monza e con gli stessi soldi ha preso Simeone, un’operazione eccezionale. E’ riuscito a sbolognare Koulibaly e Fabian quasi a scadenza con cifre esagerate, oltre 60mln. Poi ha investito soldi veri, poteva anche rinnovare Mertens o lanciare Ounas e Gaetano ed invece ha preso Raspadori per 35mln. E poi ha giocato il bonus, ha fatto l’operazione Anguissa bis, prendendo in Premier Ndombele. Ha messo solo il diritto e non l’obbligo di riscatto, perché se Ndombele esplode 30mln ce l’investiamo, altrimenti torna a casa.

Una compagna acquisti perfetta: il Napoli ha fatto quattro scommesse. Ha detto io ho un portiere importante, da Nazionale: Meret, ma negli ultimi anni non è stato il titolare. Gli metto vicino Sirigu, un portiere non solo affidabile ma capace di fare ambiente e aiutare il ragazzo. Meret sotto la furia imperante della critica ha giocato mostrando carattere, in 21 partite ne ha sbagliata una e finora è stato determinante. Ieri abbiamo visto che giocando ha imparato anche a stare alto e a fare il libero aggiunto, sta prendendo la sua posizione di portiere moderno a pieno titolo. Prima scommessa vinta finora. Seconda e terza scommessa: Kim e Kvara, i due presi al posto di Koulibaly e Insigne. Pensate che ieri Kim, ragazzo meraviglioso, ha fatto il suo primo errore e ha chiesto pubblicamente scusa. Io l’abbraccerei questo ragazzo per quanto è meraviglioso. Kvara poi, pescato nella Serie C georgiana, un fenomeno! La quarta scommessa era rivitalizzare Zielinski, che aveva rifiutato il West Ham dicendo che stava bene a Napoli e voleva riscattarsi. Partendo da una base solidissima: Di Lorenzo, Rrahmani e Mario Rui, che l’anno scorso avevano fatto benissimo. Anguissa e Lobotka, la coppia di centrocampo più forte d’Italia e tra le migliori d’Europa. Il Giano bifronte PolitaLozano e Osimhen, la grande scommessa.

Su queste basi il Napoli ha creato una squadra pazzesca, che chiude con 8 punti di vantaggio sul Milan. Ne ha 11 punti di vantaggio sull’Inter e le squadre che possono lottare per lo scudetto sono diventate 5, perché la Roma è fuori come l’Atalanta. Cinque squadre tra gli 8 e gli 11 punti, un distacco pazzesco. Questa è la squadra che tra i più importanti campionati d’Europa ha il maggior distacco sulla seconda, ha il capocannoniere, secondo d’Europa per i gol di testa. Osimhen determinante da Roma in poi, anche ieri ha preso l’ascensore. Quando non c’è Kvara ci pensa Osimhen, e se non ci pensa lui ci pensa Elmas. Io ho tanto criticato il macedone, perché confusionario e perché non si è ancora capito che giocatore, ma le scelte di Spalletti gli danno ragione. Tra Bergamo e ieri Elmas è stato incisivo e determinante. Non posso che applaudire alla sua crescita, perché io li amo tutti indistintamente.

Ora il problema è questo, ci stanno le ‘seccie’ che girano, giornali del nord che dicono: ‘Certo da gennaio cambia tutto’, ma perché cambia tutto? Cosa cambia, il clima? Il Napoli manda cinque giocatori al Mondiale e tre probabilmente li avrà già il 2 dicembre. Forse due vanno a fare gli ottavi, di che parliamo? Di una squadra convinta di sé. Ora sta a noi essere maturi, perché alla prima sconfitta che arriverà bisogna mantenere i nervi saldi e non avere paura. Questa psicosi della Juve che a Napoli gira, io la respingo al mittente. Così come il discorso sugli arbitri che stanno spingendo le milanesi. Il Milan è in affanno, vince sempre così. L’Inter ha avuto bei aiutini, vedi Firenze. Questo Napoli viaggia ad una media di 103 punti, e come disse De Laurentiis: ‘A me degli arbitri non me ne frega niente’, se vuoi vincere devi essere più forte di tutto. Questo Napoli di Spalletti sta dimostrando di essere più forte di tutto, noi faremo un Natale felice, onorando questi ragazzi che sono stati fantastici e meravigliosi. Con un leader in panchina che ci sta donando un calcio superiore a quello di Sarri, perché ha più soluzioni. Sarri aveva i piccoletti, aveva un gioco obbligato rasoterra. Questo Napoli può giocare a terra, come in cielo perché ha l’uomo ascensore e ha anche Simeone che di testa è fortissimo. Questo Napoli è veramente come dice De Laurentiis, il più forte Napoli di tutti i tempi, escluso il dio del calcio”.