I Clan imponevano tangente all'ex calciatore Improta

Tra le attività alle quali il clan Stolder imponeva la tangente c’è anche un centro sportivo di Posillipo (il Virgilio, ndr), a Napoli, di proprietà della famiglia dell'ex calciatore Gianni Improta. Da un'intercettazione ambientale emerge che il boss è seccato dal fatto che i proprietari non paghino la somma richiesta dicendo di essere in difficoltà economiche, mentre a suo giudizio hanno molti soldi, dal momento che, anni fa, proprio lui portò al centro sportivo i giocatori del Napoli Maradona e Carnevale e, grazie a questa trovata pubblicitaria, molti ragazzi si iscrissero alla scuola calcio. Ecco parti delle intercettazioni rese pubbliche dopo le indagini che hanno portato a diversi arresti oggi a Napoli: ''A 'sto corn... - dice in particolare Raffaele Stolder - li' sopra sai a chi ci portai? A Maradona, con l'amicizia di Palummella (ex capo della tifoseria azzurra, ndr). Quello stava bene, stava bene anche con quell'inguacchiato di mio cognato (il boss Carmine Giuliano, ndr), stava proprio bene... Con Carnevale li portai li' sopra perche' all'inaugurazione del coso... usci' su tutti i giornali quel cesso... dopo un poco aveva un sacco di abbonati... tutti i ragazzi che andavano li' ad iscriversi''. Dall'intercettazione emerge anche che gli uomini di Stolder minacciarono Salvatore Improta, fratello di Gianni, soprannominato dai tifosi azzurri “il baronetto di Posillipo”: ''Io gli ho detto: tu diglielo per imbasciata tua che siamo venuti qua... Ce la prendiamo con tutti, quanti gli ho detto, se tra una settimana non porti i soldi''. La circostanza è stata smentita agli investigatori dai gestori del centro ''sebbene - è scritto nell'ordinanza - sia rimasta confermata la descrizione degli uffici come risultante dall’intercettazione ambientale''.
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