Tmw - Gabri Veiga in Arabia è la prima pietra tombale sul calcio europeo. Napoli non ha colpe

Tmw - Gabri Veiga in Arabia è la prima pietra tombale sul calcio europeo. Napoli non ha colpe
venerdì 25 agosto 2023, 10:40Notizie
di Redazione Tutto Napoli.net
fonte Di Marco Conterio per Tmw
A ventuno anni Gabri Veiga ha scelto di lasciare il calcio europeo, l'ambizione di giocare nei Campioni d'Italia, per dire sì a un'offerta faraonica

A ventuno anni Gabri Veiga ha scelto di lasciare il calcio europeo, l'ambizione di giocare nei Campioni d'Italia, per dire sì a un'offerta faraonica da parte dell'Al Ahli in Arabia Saudita. E' quello del giocatore che saluta i galiziani del Celta Vigo il primo vero grande caso che deve far scattare un campanello d'allarme a livello globale. Perché se un giocatore formato o già ai trenta scavallati decide di provare un'esperienza come quella saudita, è finanche comprensibile. Se Sergej Milinkovic-Savic, dopo anni di Lazio, senza una vera e propria proposta da una grande d'Europa, se Marcelo Brozovic dopo gli anni all'Inter, se Ruben Neves dopo quelli al Wolverhampton o se Aymeric Laporte dopo aver vinto la Champions con il Manchester City dicono di sì ai petroldollari sauditi, non sembra qualcosa di clamoroso. Se lo fa un Kalidou Koulibaly con la parabola discendente della carriera in corso altrettanto, lo stesso dicasi per Cristiano Ronaldo all'Al Nassr e pure per Neymar che ha alzato bandiera bianca e s'è arreso nella corsa al trono di migliore al mondo, non c'è di che meravigliarsi. Ma Gabri Veiga all'Al Ahli è una storia diversa.

Pini Zahavi leader del mercato saudita
A tessere le trame di gran parte dei trasferimenti in Arabia Saudita di questa estate è stato Pini Zahavi. Lo storico, iconico, discusso e potentissimo agente e intermediario internazionale, è stato senza dubbio alcuno il riferimento dei passaggi dei giocatori dal Vecchio Continente alla Saudi Pro League. Neymar dal Paris Saint-Germain è certamente il giocatore principe, ma la lista s'allunga con Alex Telles, Aleksandr Mitrovic e ora pure con lo stesso Gabri Veiga. Un'estate da assoluto padrone del mercato mondiale, considerati i suoi ottimi uffici col Chelsea dove fu il trait d'union per l'acquisizione del club da parte di Roman Abramovich e dove ha portato Christopher Nkunku. I Blues, peraltro, sono stati la società che più d'ogni altra ha dato giocatori al campionato saudita (Kalidou Koulibaly all'Al Hilal, Edouard Mendy all' Al Ahly, N'golo Kanté all'Ittihad). "Mister Fix it" è stato l'artefice del passaggio di Veiga in Arabia Saudita e allora c'è da chiedersi perché il giocatore abbia preferito l'Al Ahli al Napoli, all'Europa, a un futuro in Champions League.

Che colpe ha il Napoli?
La verità è che il Napoli non ha colpe. Se non quella di aver semmai pensato di non aver concorrenza, ma quella saudita è diversa da quella a cui siamo sempre stati abituati. Con tutti i soldi del mondo, stanno comprando il Calcio. Stanno creando il calcio in un paese di grande passione, perché non è la Cina, non è il Qatar, non è quegli esperimenti lì. Con Vision 20230, Mohammed Bin Salman vuole diversificare l'economia saudita e creare dei veri e propri settori economici tra cui quello calcistico. Il punto è che l'Arabia Saudita ragiona e lavora con paletti e strutture dei bilanci completamente differenti rispetto al calcio europeo. Per questo la concorrenza è 'sleale', se intendiamo che l'Europa ha il Fair Play Finanziario (ben vengano dei limiti di spesa, e delle regolamentazioni) e l'Arabia no. Che colpe ha allora il Napoli? E quali ne avrebbe il Milan se domani una squadra saudita dovesse offrire 50, 60, o più milioni all'anno a Rafael Leao o Mike Maignan? O all'Inter per Lautaro Martinez o Nicolò Barella? O alla Juventus per Dusan Vlahovic o Federico Chiesa? Lì dipende tutto dal giocatore, c'è chi dice no e chi non riesce a rifiutare. Ma con proposte indecenti e fuori da una logica 'normale' come quelle, puntare il dito sembra un'assurdità. Il problema è che mancano delle regolamentazioni, la palla deve passare subito nelle mani di Gianni Infantino e della FIFA affinché costringano anche le Federazioni come quella asiatica e tutte le altre che arriveranno dopo l'Arabia, ad adottare un Financial Fair Play globale. Oppure sarà troppo tardi. Oppure Gabri Veiga sarà solo il primo della lista.