Sei domande che tutti vorremmo fare ad Antonio Conte

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Oggi alle 16:00Notizie
di Davide Baratto

Questo non è il momento di provare a costruire o ipotizzare delle risposte, ma di cercarle, perché toccherebbe a qualcun altro darle: all’allenatore del Napoli. Da diverse settimane balenano alcuni interrogativi nelle teste di tifosi, media e addetti ai lavori, quesiti ancora senza spiegazione. Ecco sei domande che tutti vorremmo fare ad Antonio Conte.

1 - Perché Meret, portiere dei due Scudetti e l’anno scorso il meno battuto d’Europa, è stato ormai ridotto a riserva? Non è solo questione di caratteristiche, anche contro il Torino ed il PSV ha giocato Milinkovic-Savic nonostante non ci fosse Hojlund a cui indirizzare i lunghissimi lanci. Si è parlato tanto di “nuove teste”, ecco: Alex è uno della vecchia guardia, occupa il ruolo più delicato in campo dove serve trasmettere sicurezza ai difensori e saper comunicare con loro, e lui lo fa in maniera strepitosa da molte stagioni. Merita davvero così poco spazio?

2 - Perché Lorenzo Lucca, attaccante di 25 anni, richiesto a gran voce e pagato profumatamente, non è pronto a tal punto da fornire nessuna prestazione sufficiente? Tranne l’ingresso contro il Pisa, mai una prova convincente: sia chiaro, qui nessuno vuole fare un processo al calciatore o mettere in discussione ciò che può diventare. Ma si può parlare solo di ciò che potrà essere, perché, ad oggi, sembra solo un corpo estraneo alla squadra. Ebbene, è ammissibile che un calciatore di 25 anni (non 17, ma 25!) commetta ingenuità come l’espulsione di ieri, condannando i compagni già in difficoltà ad una punizione ancor più severa? Hojlund è appena un 2003 eppure pare un veterano rispetto all’ex Udinese. È accettabile che un classe 2000, acquistato per la bellezza di 35 milioni di euro, non dia alcuna garanzia quando viene chiamato in causa per le assenze di Hojlund e Lukaku?

3 - Perché Noa Lang, calciatore di 26 anni, voluto fortemente (era stato già cercato persino a gennaio), con diversi titoli vinti, con ben 36 presenze in Champions League sulle spalle, è stato pagato 30 milioni di euro per giocare la media di 12 minuti a partita? Si parla tanto di "inserimento" e "ambientamento", ma a quell'età e con quel discreto bagaglio di esperienza, è una giustificazione che traballa. Lo stesso giocatore non se lo spiega: "Non parlo così tanto con l'allenatore, gli ho parlato una volta. Gioco poco? Non so cos'altro posso fare. Mi sto allenando duramente. Devo mordermi un po' la lingua". Qualcuno si ricorda, giustamente, di calciatori venuti dalla Dinamo Batumi e lanciati subito in campo, con 0 gare giocate in Europa, che a 22 anni hanno piegato la Serie A vincendo il premio di MVP con 12 gol, 10 assist ed uno Scudetto in tasca.

4 - Perché Sam Beukema, un anno più grande di Lang e reduce da due stagioni in Serie A in cui è stato tra i migliori nel ruolo, per cui anche in questo caso si è impegnata una cifra importante, è così tanto in difficoltà? Si può davvero parlare solo di “entrare nei meccanismi” quando siamo ad ottobre e, i suddetti calciatori, sono stati presi a luglio a prezzo maggiorato perché svolgessero tutta la preparazione estiva con il Napoli? Beukema è arrivato affinché, in caso di assenza di Rrahmani, quasi non si notasse la differenza: fin qui si è verificata purtroppo la prima cosa, ma non la seconda.

5 - Perché portare avanti il credo del 4-1-4-1 in nome dell’equilibrio? Si potrebbero affrontare diverse tematiche: McTominay decentrato, nessuno in grado di attaccare la profondità a parte Hojlund, poco dribbling e scarsa imprevedibilità... ma il vero dato, oggettivo, fattuale, è che il millantato equilibrio non c'è. Il Napoli ha incassato 16 gol in 10 partite, più della metà di quanti concessi nella scorsa stagione tutta, peggior avvio da Donadoni 2009/10. Si può attribuire il problema ai tanti impegni? Beh, è solo ottobre, a questo punto dell'anno passato gli azzurri avevano giocato esattamente lo stesso numero di incontri. Sarà allora colpa delle assenze in difesa? Oltre il discorso già affrontato - delle spese ingenti nelle seconde linee proprio per evitare di abbassare troppo il livello rispetto ai titolari (e comunque ieri mancava solo Rrahmani lì dietro) - bisogna rifarsi ad una frase che Conte rimarca spesso: "Non si può pensare che sia colpa dei difensori perché si attacca tutti insieme e si difende tutti insieme". Non si tratta quindi solo del pacchetto arretrato: a Eindhoven più che mai i reparti erano slegati, scollati e disconnessi tra loro, la squadra lunga, ogni transizione olandese era come un coltello che taglia il burro. È una formazione lontana parente di quella granitica ed a tratti insuperabile del 2024/25, nonostante la presenza di quattro centrocampisti e di un equilbratore come Politano.

6 - Perché non dare spiegazioni vere? Glissare sui singoli, divagare su altre domande, far partire la caccia alle streghe "Qualcuno a Napoli qualcuno butta fumo... I nuovi devono inserirsi con umiltà, in silenzio e lavorare", quasi individuare il male nel mercato "Nove acquisti sono stati troppi: inserire nove nuove teste dentro lo spogliatoio non è semplice"... Forse, dopo la peggiore sconfitta dell'era De Laurentiis, bisognava provare ad analizzare la situazione con lucidità, anziché gettare benzina sul fuoco. Forse. Ma a questo può rispondere solo Antonio Conte.