Borrelli: "Ce ne vuole per scamazzarmi. Vi spiego perché mi hanno aggredito..."
Francesco Emilio Borrelli, membro della camera dei deputati della Repubblica Italiana, è intervenuto nel corso di "Difendo la città" sulla nostra Radio Tutto Napoli, prima radio tematica sul Napoli, in onda tutto il giorno, che puoi ascoltare/vedere qui sul sito o sulle app (qui per Iphone/Ipad o qui per Android): "Sono un po' ammaccato, ma bene ovviamente, nel senso che per scamazzare a me ce ne vuole. Il tema è legato al fatto che, ancora una volta, una battaglia di civiltà o una battaglia contro la camorra, tu ti trovi ad avere le persone e i soggetti che diventano aggressivi e pericolosi. Io sto facendo da diverso tempo una battaglia dove purtroppo l'elemento principale è che dimostro che non è che sono così pochi i cittadini che non rispettano le regole nel nostro territorio. C'è un'area che sta alle spalle di Piazza Cavour dove c'è un senso unico, dove c'è la Conad nei prezzi di Piazza Cavour, dove il 60-65% dei cittadini fa il controsenso, gira senza casco, addirittura con la macchina in controsenso, bambini anche di 11-12 anni che girano e io sto documentando questa cosa, ovviamente chiedendo interventi. Ma è anche una scelta personale da parte delle famiglie, perché molto spesso vedo papà e mamme senza casco con i bambini. Poi voglio dire, possiamo dire 'È lo Stato!', ma non soltanto, sei tu che ti stai comportando una chiavica. Quindi da questo punto di vista è una battaglia. Ieri stavamo lì addirittura perché alcuni commercianti - non tutti - della zona pagano quattro spicci dei poveri extracomunitari, poveri nel senso proprio più letterale della parola, per prendere la monnezza loro. Perché se viene beccato una persona abusivamente, viene multata questa persona, non è che si va a vedere se l'ha fatto la Conad, l'ha fatto un altro negozio o l'ha fatto un altro negozio. Da questo punto di vista l'azione è personale.
Quindi che cosa fanno questi furbacchioni? Chiamano a questi disperati, alcune volte anche alcolizzati o drogati, è loro che se ne fregano, anche se li ferma la polizia e fa un verbale che non pagheranno mai. E ieri ho beccato uno di questi. Mentre discutevo e poi mi allontanavo da questa persona che ha buttato tutte le cassette della frutta, succede che si avvicina una signora che stava camminando, poi abbiamo scoperto che stava in pigiama perché aveva un giaccone sopra... questa signora mi colpisce in pieno volto con un pugno che mi prende all'occhio e al naso. Dopodiché intervengono pure gli agenti della polizia e questa signora viene fermata e si scoprirà, io pensavo che fosse la mamma, invece è la zia, di Emanuele Tufano. Chi è Emanuele Tufano? Emanuele Tufano è un ragazzo che apparteneva a una baby gang che è morto durante un conflitto a fuoco nella guerra tra la baby gang del quartiere Sanità e la baby gang di Piazza Mercato. Il giorno ieri è stato fatto meritoriamente da parte di Gratteri un intervento molto pesante perché hanno arrestato otto persone del clan egemone a cui è legato anche familiarmente la famiglia di Emanuele Tufano della Sanità e hanno levato tutti gli altarini dedicati a questo ragazzo. La zia probabilmente ha pensato che in quel momento colpire me significa dare una risposta all'istituzione e quindi sono andato questa volta io per mezzo, perché non c'è stato nessun tipo di alterco con la signora, né io la conoscevo, né l'avevo mai vista né quando è arrivata mi ha parlato. Lei è venuta lì, probabilmente stava vedendo la diretta e mi ha colpito. Poi l'hanno fermata, è stata fermata, non l'hanno arrestata, l'hanno denunciata. Il tema è legato al fatto che purtroppo nel nostro territorio è più faticoso essere una persona per bene che essere un farabutto, perché a un farabutto vengono dati un sacco di tutele, c'è tanta solidarietà sociale, 'tutti possiamo sbagliare', come se sparare a una persona o buttare una carta a terra fossero la stessa cosa.
Ma in realtà diventano la stessa cosa perché se tutti buttano la carta a terra e tutti si giustificano qualsiasi azione ilegale diventa normalità ed è questo il motivo per cui loro non mi odiano così tanto, perché è un paradosso che rispetto alle denunce di Pizzo Falcone o delle altre battaglie le ho sempre fatte pubblicamente, ma oggettivamente parlando non è opera mia la denuncia nei confronti della famiglia Tufano. Però voglio dire una cosa, il fratello dei familiari di Tufano è uno con cui ho avuto a che fare perché ho fatto una grande battaglia perché sparò a una donna ucraina che si chiama Ludmilla alcuni anni fa. Questo bravo papà che stava agli arresti domiciliari, praticamente un giorno affida, come faceva sempre, al figlio minorenne di 13 anni il suo scooter, questo ragazzo gira per la Sanità a tutta velocità finché non investe sopra le strisce pedonale una cittadina napoletana che stava attraversando, nessuno l'aiuta perché sapevano di chi era il figlio questo soggetto. Interviene un cittadino russo che non solo aiuta la signora ma blocca il ragazzino, il ragazzino chiama il padre che stava agli arresti domiciliari, ovviamente il padre scende di casa perché per lui gli arresti domiciliari è una cosa normale e praticamente ha un alterco con il russo, ma il russo era un marcantonio e quindi lo allontana. Lui lo minacce e il russo gli da due schiaffoni e lo manda a casa, il signore agli arresti domiciliari teneva a casa una pistola, scende e comincia a sparare all'impazzata, a quel punto il cittadino russo fugge e entra dentro un negozio di dolcetti, caramelle e cioccolata, in questo negozio si trovava Ludmilla che faceva servizi domestici in diverse case di persone della Sanità. Lei stava comprando, se lo poteva permettere una volta alla settimana, dei dolcetti per il figlio, per l'adorato figlio, ebbene lei stava prendendo questi dolcetti e queste cose e gli spara due colpi alla gamba, Ludmilla è stata operata più volte, ha dovuto fare un percorso, per cui ha perso tutti i lavori che faceva e non può camminare più come prima, ma la cosa più grave lo sai qual è? Che mentre nei confronti di Tufano si è mosso tutto il quartiere, hanno fatto la messa, sono tutti quanti strappati i capelli, un ragazzino che a 01:45 di notte andava a fare i ride armato, le stese... Ludmilla non ce l'è filata nessuno, anzi, poiché ha fatto la denuncia e identificato il suo aggressore che è stato condannato, è stata obbligata a lasciare il quartiere. E io sarò sempre dalla parte di Ludmilla e mai da parte delle famiglie dei farabutti, ed è per questo che ieri probabilmente ce l'avevano fatto, perché ho detto una: i primi responsabili della morte di Tufano, sono i genitori".
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