Il dubbio è un’arma: inizia l'assedio a Nicchi e Rizzoli, la rivolta è iniziata

11.02.2020 16:57 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Il dubbio è un’arma: inizia l'assedio a Nicchi e Rizzoli, la rivolta è iniziata
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

(di Arturo Minervini) - “Ho deciso io”. Una frase scolpita tra le mura di questi giorni di polemiche, con l’arroganza di Antonio Giua a farla da padrone ed il silenzio assordante di Nicchi e Rizzoli ad inchiodare i vertici arbitrali a colpe ormai difficilmente giustificabili.

Lo ricordate Nicchi all’indomani di Fiorentina-Napoli? Il Presidente dell’Aia non fece passare nemmeno 24 ore per prendere una posizione durissima contro Massa: “Quello su Mertens non era rigore. Errore preoccupante. La Var è intervenuta, ma non hanno capito che c’era uno sbaglio. L’arbitro avrebbe dovuto rivedere le immagini”.Pensate che siano arrivati chiarimenti dopo l’incredibile, ennesimo, torto arbitrale subito dal Napoli da quella maledetta di Firenze in poi? Zero. Solo un grande equivoco, di chi resta arroccato nella propria posizione a difesa di una poltrona che ormai scricchiola.

“Il dubbio è un’arma” ripete con grande convinzione lo strepitoso Silvio Orlando di ‘The New Pope’ nei panni del Cardinale Angelo Voiello. Una regola che viene applicata da anni anche nel mondo arbitrale, che si rifiuta di rendere limpidi e trasparenti certi procedimenti. Pretendiamo, dovrebbero pretenderli tutti quelli che alimentano con passione e denaro la macchina calcio, che i dialoghi tra Var e direttore di gara vengano resi pubblici. Cosa c’è da nascondere? Perché non si può conoscere la valutazione che viene fatta di certi episodi? Cosa ha detto Abisso a Giua rivedendo lo sgambetto di Donati a Milik? Perché continuare a lasciare agli arbitri questa discrezionalità che inevitabilmente consente di orientare, per incapacità e non per dolo, l’andamento dei campionati?

Il modello americano. L’America è un paese che può insegnarci poche cose, però nella gestione di alcune situazioni resta all’avanguardia. Nella NBA da questa stagione è stato introdotto ‘Il Challenge’ ovvero la possibilità da parte dei due allenatori, una volta a partita, di richiedere ai direttori di gara di rivedere un’azione a loro avviso giudicata in maniera errata. Pensate cosa sarebbe accaduto se Gattuso, nell’episodio di Milik avrebbe potuto godere di tale facoltà. Giua avrebbe avuto il coraggio di confermare la sua scelta anche davanti all’evidenza delle immagini? Probabilmente no.

Il dato è tratto. Con la sfuriata di Commisso post Juventus-Fiorentina il vaso di Pandora è stato aperto. Ora in molti stanno parlando ed in molti parleranno ancora per spingere verso nuovi cambiamenti. La posizione di Nicchi e Rizzoli è traballante e bisogna continuare a spingere per far cadere questa torre di Babele. Il fallimento è incontrovertibile. La gente è stanca.