I tre gesti tecnici che hanno portato il Napoli in finale

I tre gesti tecnici che hanno portato il Napoli in finaleTuttoNapoli.net
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domenica 14 giugno 2020, 16:30Zoom
di Carmine Ubertone

(Di Carmine Ubertone) Cos’è il gesto tecnico? "È la somma di una varietà di movimenti specifici che sono eseguiti in modo coordinato per raggiungere un obiettivo". L’azione del gol del Napoli contro l’Inter è rappresentata da un contropiede esemplare, partito dai piedi di Ospina, confezionato dall’assist di Insigne e realizzato da Mertens, ma andiamo nello specifico.

IL LANCIO - Mettetevi un attimo nella testa di David Ospina: al 3 minuto del primo tempo l’Inter passa in vantaggio per una tua disattenzione, sarebbe logico abbattersi psicologicamente, ma David dall’errore rinasce come la Fenice, con la capacità della resilienza. Il colombiano si riprende alla grande: due capolavori nella prima frazione, uno su Lukaku e l’altro su Candreva. Poi spazio all’estetica del gesto tecnico, alla bellezza di un “mezzo collo interno” con cui il portiere si trasforma in centrocampista e mette il pallone sulla corsa di Insigne. Nella ripresa il capolavoro sul rigore in movimento di Eriksen che assume il sapore di vero e proprio miracolo. Il resto è storia. Chapeau David, chapeau.

L'ASSIST - Il lancio millimetrico di Ospina arriva sulla corsa del capitano. Lorenzo s’invola nella trequarti nerazzurra, si allunga il pallone con tre tocchi, si ferma e dà spazio alla scaltrezza: s’ingobbisce, tiene botta al recupero di Eriksen, corpo davanti al danese come da manuale e senza guardare, con i tempi giusti, offre un cioccolatino a Mertens. La difesa del pallone dell’azzurro è un gioiello, di quelli rari, tecnica e astuzia allo stato puro. Solo con il talento non si va lontano, il connubio perfetto nasce quando la tecnica si mischia alla furbizia e Insigne, da buon napoletano, questa dote non l’apprende, ma c’è l’ha nel sangue. 

LA REALIZZAZIONE - Il cioccolatino di Insigne va sui piedi del miglior bomber della storia del Napoli, l’esito è scontato: Dries Mertens, spinge quel pallone verso la porta con una carezza che vale la finale di Coppa Italia. Vi chiederete dov’è qui il gesto tecnico sublime? Se guardate l’azione del gol, Mertens parte 30 metri dietro Insigne, aumenta i giri del motore, cosciente che quella sarà l’occasione per entrare nella storia e al momento giusto, si fa trovare pronto per realizzare il 122° gol in maglia azzurra. Chi l’avrebbe mai detto che quel ragazzo che non avrebbe mai dovuto fare più di 8 partite da titolare nel Napoli diventasse il re dei bomber della storia azzurra. Questa è emozione, poesia e realtà. ‘Ciro’ non è l’immortale, ma è leggenda.