Il Diaro di Minervini - Gli insulti social (prematuri) a Dries, Meret ceduto ogni giorno, i medici tutti in prigione con questo folle Protocollo

Il Diaro di Minervini - Gli insulti social (prematuri) a Dries, Meret ceduto ogni giorno, i medici tutti in prigione con questo folle Protocollo TuttoNapoli.net
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 16 maggio 2020, 16:57Zoom
di Arturo Minervini
Giorno 76 senza Napoli: 29 febbraio l’ultima partita del Napoli ma adesso c’è una nuova data: il 13 giugno.

Giorno 76 senza Napoli: 29 febbraio l’ultima partita del Napoli ma adesso c’è una nuova data: il 13 giugno. Quello il giorno fissato per il ritorno in campo, ma prima di allora bisognerà superare una montagna burocratica che toglie il fiato come un tampone dolomitico. Ripidità generate da una confusione inspiegabile, da una carestia di decisionismo, dall’assoluta e incomprensibile ostilità che una parte dell’opinione pubblica e della politica ha rivolto al mondo del calcio.

Data fissata, ma quante incognite (e quanti abomini) nel Protocollo elaborato per la ripartenza. Ritiri in clausura, medici da processare in piazza in caso di contagi, responsabilità quasi da 41bis: insomma tutto quello che serviva, ovvero usare la ragione, non è stato fatto. Non a caso i club si sono opposti, chiedendo di modificare una regolamentazione che, così come elaborata, non avrebbe dato al campionato nessuna possibilità di essere portato a termine.

Nel giorno in cui la Bundesliga si mostra al mondo come la prima a tornare nei banchi di scuola, secchioni questi ti tedeschi, in Italia siamo ancora alla querelle dialettica, al Ministro dello Sport che si pone contro lo Sport, che cambia idea nel battito d’ali di un colibrì. Ostruzionismo che mette in pericolo non il calcio dei milionario, ma il calcio di tutti. Degli operai, delle serie minori che si sostengono con i milioni dei primi della classe. Trattare come un mondo di privilegiati un movimento che muove certe cifre potrebbe risultare tra qualche settimana errore imperdonabile.

Sperando che non sia troppo tardi, c’è anche il calciomercato. Perché in questa nebbia che toglie certezze, qualche decisione andrà comunque presa. Provando a guadare il fiume della pandemia limitando i danni, il Napoli è alle prese con la questione di sempre: il rinnovo di Dries Mertens. 

Marchettaro, Ciro, Figliol Prodigo, Azzurro per Sempre ed ora Traditore. Tante le etichette appiccicate a Mertens, che prima sembrava dover andar via, poi aveva firmato ad inizio marzo ed ora è di nuovo in bilico. Le voci sull’Inter si fanno fitte, così come i primi insulti social che già hanno emesso la loro sentenza. Giudizio prematuro e che non tiene conto di un elemento che alla fine potrebbe fare davvero la differenza: Dries a Napoli ci resterebbe volentieri.  Lo stop forzato ha complicato le cose, ma niente ancora è deciso, in nessuna direzione. Prima del linciaggio mediatico, io aspetterei ancora un pochino. 

Nel segno della lettera ‘M’. Mertens, ma non solo. Ogni giorno, anche più volte al giorno, Alex Meret viene ceduto dal Napoli secondo vari quotidiani. Scontento, messo in angolo che nemmeno Baby in Dirty Dancing, il povero Alex viene dipinto come un Calimero che non trova pace. La verità è che, come ha detto più volte lo stesso Gattuso, Alex rappresenta un patrimonio presente e futuro del Napoli, che difficilmente se ne priverà a meno di una richiesta espressa dell’estremo difensore. Quello di cui non si tiene conto è che Gattuso è arrivato in una situazione di estrema emergenza, ha preferito affidarsi alle cose che gli davano più certezza nell’immediato (Ospina). Questa sosta sarà servita a Meret per lavorare anche sugli aspetti che non convincevano il tecnico, che nella gestione dell’ex Spal ha diviso i tifosi e non ha convinto molti addetti ai lavori (me compreso). L’auspicio è che presto Meret possa riprendersi il posto che gli spetta, quello da titolare in un ruolo che merita di essere suo per i prossimi dieci anni almeno.