Raspadori: "Potevo partire già a gennaio, ma Conte mi disse una cosa. È stato incredibile rivincere lo scudetto"
L'ex attaccante del Napoli Giacomo Raspadori, passato in estate all'Atletico Madrid, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Eccone alcuni passaggi.
Poteva essere con Gasp ora.
"Lo scorso gennaio ci fu un interessamento perché a Napoli giocavo poco, ma niente di concreto. Il Marsiglia di De Zerbi ha insistito di più, in inverno e in estate, poi non se ne è fatto nulla. Ma lo considero un allenatore determinante per me, fin da quando ero un giocatore della Primavera del Sassuolo. Lo definirei un padre calcistico".
E Conte e Simeone?
"Tosti. Esigenti. Con Conte si fa un po’ più di tattica e volume, qui facciamo più intensità e lavori specifici con la palla. Sono entrambi chiari e diretti. Parlano in faccia senza problemi: è fondamentale".
Chi si infuria di più?
"Non lo so, è una grande lotta, vogliono trasmettere le cose quando ritengono giusto farlo. Tra un po’ di tempo ve lo dico chi è peggio".
Ha fatto bene a restare a Napoli fino a giugno?
"Sì. Ho deciso io dopo aver parlato con Conte che mi diceva che alla lunga sarei diventato importante e così è stato, anche se purtroppo ho dovuto sfruttare l’infortunio di qualche compagno. Rivincere lo scudetto è stato un traguardo incredibile".
E poi è arrivato l’Atletico.
"Mai avrei immaginato nella vita di indossare una maglia così importante".
Ma è vero che lei a Napoli ha tenuto casa?
"No, falso. Ero in affitto. Ma è una città che porto nel cuore non solo per gli scudetti vinti o le persone incontrate. Lì abbiamo costruito la nostra famiglia, anche se adesso mia figlia dice già qualche parola in spagnolo. E a noi fa un po’ strano…".
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