"QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA CANI"

Come un tranquillo sabato pomeriggio che vedeva il Napoli già in vantaggio dopo 3’ sull’asse (finalmente) Lavezzi - -Quagliarella, può trasformarsi in “Quel pomeriggio di un giorno da cani” ricordando una delle più famose pellicole degli anni 70. Ci si può COMPLICARE la vita così? Al Napoli è riuscito, cadendo nella trappola del Parma che giocava sulla forza dei nervi distesi. Da 7 gare imbattuto e soprattutto “pirata” fuori casa l’ultima volta il lontano 22 novembre (a Firenze), e che beffa con lo stesso risultato (2 a 3)!
Che rabbia vanificare il pareggio di Milano e la splendida vittoria con la Juve, e perché no la vittoria col Catania che pochi giorni dopo strapazzava il Palermo. Ti accontenti a Roma con la Lazio? Allora col Parma non puoi rimetterti a giochicchiare dopo il vantaggio, sprecando la solita marea di palle gol, con tiracci da fuori e la solita frenesia che ti porta a ragionare male.
Incredibile secondo tempo, succede di tutto, dal possibile 2 a 0 per gli azzurri con Hamsik intorno al 3’ che non sa più quale piede usare per battere il portiere parmense, ci prova 3 volte ma niente da fare.
Chi non ha pensato a quel punto che la partita avrebbe vissuto a sprazzi alterni e labili emozioni alzi la mano! Ed invece poco prima del 20’ e fino al 22’ arriva prima il pareggio e poi il sorpasso degli ospiti. Un incredibile, beffardo inaspettato uno-due micidiale,da stendere un Toro, la faccia di Guidolin in panchina riprende colore, quella di Mazzarri è più bianca della sua pur inamidata camicia.
Ma l’incredibile Napoli di oggi, dai sensi di colpa che si tagliavano col coltello ha ancora la forza di arrivare al pareggio, col solito tiro rasoterra in area di Marek servito stupendamente (ancora una volta) dall’assist-men Quagliarella, 2 a 2 e ancora una volta pronti per l’ennesima maledetta rimonta.
Ma la cosa stavolta non riesce, perché l’esperienza e la furbizia di Hernan Crespo fanno il resto. Già complice l’argentino sul gol del pareggio quando serve una palla a Antonelli simile a quella stupenda che il Pocho aveva regalato a Fabio al gol del vantaggio azzurro, ancora una volta tra spintoni (non visti dall’arbitro) e ingenuità difensive l’argentino al 42’ serve una palla al centro dove non riesce a respingere lontano De Sanctis, arriva Jimenez che insacca il gol vittoria, un gol che mette a soli 3 punti dal Napoli un Parma che doveva a inizio stagione salvarsi e basta. E mette soprattutto il Napoli nelle condizioni di dire davvero addio alla coppa più importante, a meno di clamorosi risultati da Palermo o dal derby genovese. Men che meno sperare nell’ennesimo harakiri interno della Juventus che si vede spalancare ancora una volta le porte continentali.
Ancora una volta sprecata una grande occasione, nel modo più inatteso. Ma questo è il Napoli, inutile arrabbiarsi o trovare malcelate distrazioni arbitrali, evidentemente non è ancora tempo per le cose importanti, alla vigilia ce lo avevamo chiesto quale fosse l’Europa più adatta al team di Mazzarri.
Se poi ci mettiamo la stupida ammonizione di Cannavaro che va a disturbare ingenuamente il portiere parmense sulla rimessa, o la continua protesta di Quagliarella che manda più volte a quel paese l’arbitro, lasciando (a torto o a ragione) il Napoli in 10, vanificando una prova generosissima e suggellata da un gol da vero marpione d’area di rigore, tutto vanificato proprio quando sarebbe servita la sua spinta, la sua testa, i suoi gomiti.
Ed infatti nell’arrembaggio finale si è vista tanta quantità e poca praticità, con Hoffer generoso spinto in campo per motivi di forza maggiore ma che aveva davvero pochi minuti per incidere sulla gara, una partita così devastata nel morale da una prova ASSURDA. Espulso anche Mazzarri, e domenica a Bari mancheranno un po’ di titolari. Come complicarsi la vita, come cadere nella trappola del calendario, maledetto calendario!
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