Chiariello: "Conte tornato con grinta e determinazione, ora deve trovare soluzioni di gioco"

Chiariello: "Conte tornato con grinta e determinazione, ora deve trovare soluzioni di gioco"
Oggi alle 18:00Le Interviste
di Antonio Noto

Il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto "Punto Chiaro" ai microfoni di Radio CRC: "Conte è tornato e subito ha diretto l'allenamento col piglio del condottiero, con la grinta e la determinazione giusta. Dicono i cronisti che seguono gli spogliatoi e Castelvolturno, che non si è fatto parola alcuna del post-Bologna e delle sue dichiarazioni, né del perché è stato fuori alcuni giorni senza tornare a Napoli. Anzi, abbiamo letto che non ha voluto neanche parlare con i fedelissimi che lo avevano cercato per sapere perché non era tornato al campo d'allenamento. Tutto questo lo riportiamo da quello che leggiamo tutti. Io notizie in merito non ne ho e non ne ho cercate. Mi riferisco a quello dicono gli altri. C'è qualcosa di strano in tutto ciò? Perdonatemi, sarò superficiale e ingenuo io, ma rispondo di no. Non ci trovo niente di strano. Aveva usato parole al calor bianco dopo Bologna. Calaiò mi ha spiegato e ci ha spiegato che non è nuovo a cose del genere. lo aveva fatto anche a Siena. Ha detto Emanuele anche, state sicuri che quello che ha detto in conferenza stampa non è neanche la metà di quello che ha consegnato negli spogliatoi ai calciatori. ‘Non avete proprio idea che cosa gli ha urlato addosso’ e quindi non è stato un fulmine a ciel sereno, né un tradimento alla squadra. Io ricordo un allenatore, di cui non faccio il nome, cominciava con la B, il nome di battesimo. Allenava in Promozione, era un gran chiacchierone proprio, era simpatico, gran chiacchierone, affabulatore. Così si vendeva bene, ma la squadra non girava e in casa non vinceva e il primato si allontanava. Il presidente che pagava begli stipendi, aveva fatto una squadra che doveva vincere il campionato, quindi ci teneva assolutamente. Fu annunciato che il martedì sarebbe entrato negli spogliatoi. Lui disse alla squadra: ‘Voi non parlate, vi difendo io’. Arriva il presidente e lui si volta verso la squadra: ‘Sta manica ‘e lavativi presidé…’, pensò a salvare solo sé stesso. Vi dico che la partita dopo si giocò contro l'allenatore, si perse in maniera vistosa e fu cacciato perché aveva chiaramente tradito la fiducia dei giocatori. Non è il caso di Antonio Conte.

Antonio Conte va in conferenza stampa e spara zero sulla squadra. Sicuramente è una cosa che io trovo scioccante e anche sbagliata, probabilmente, ma non sono io nessuno per poter capirne le conseguenze. Magari saranno positive, perché lui nella sua vita già l'ha fatto altre volte e gli ha fruttato questo atteggiamento. Quindi evidentemente, chi legge i vari libri su Conte o sente le testimonianze di chi ha giocato con lui, di questi episodi ne conosce vari. Ogni volta ha saputo ottenere dalla squadra una grande reazione, quindi avrà valutato che era il momento di rompere giarrettelle, come si dice a Napoli, e di ottenere uno shock nello spogliatoio, rimarcato dalla sua assenza che secondo me è del tutto strategica. Conte non ha affatto bisogno di riposare, anche perché è uno che non riposa mai sta sul pezzo 24 ore al giorno. Se ha una qualità e una capacità è che lui non stacca mai la spina. Poi non so se è sempre una qualità, una capacità, a volte può essere anche un difetto perché metti troppa tensione. A volte essere un po' più leggero, come fa Carlo Ancelotti, che sa svelenire l'ambiente e togliere pressione, può essere anche opportuno ed efficace, ma Conte è questo. Quindi io non so se questa modalità espressiva post-Bologna così forte, può produrre buoni risultati e in passato sembra che glieli abbia dati. Ma di certo lui non ha tradito la squadra, semmai si sente tradito dalla squadra, perché aveva dato qualche concessione. Tipo l'abolizione del ritiro prepartita nelle gare casalinghe, cosa che verrà fatta anche adesso con Atalanta e Qarabag. E non ha visto la giusta rabbia in campo che degli atleti che sono degli agonisti dovrebbero avere. In questo caso l'avrà detto alla squadra a botta calda in maniera potente e pesante, quindi la squadra sa il pensiero di Conte da prima che Conte andasse in conferenza stampa. Ora bisogna vedere se tra le parti ci sarà una squadra che ha capito la lezione e a testa bassa si mette gli ordini dell'allenatore, torna a essere una squadra di combattenti o se ci sarà bisogno di un confronto tra le parti perché il tema è caldo, gli infortuni si susseguono, Conte torna e non trova chissà.

Gli infortuni si susseguono a tutti i livelli, ma al Napoli sono davvero troppi. Ora ci sono due scuole di pensiero. Il professor Tencone, che è stato preparatore atletico della Juventus, presidente di ISO Kinetic, importante istituto di riferimento per lo sport italiano che sa a Torino e che ha lavorato con Conte, dice: ‘Gli infortuni arrivano di più quando ci si allena poco e male, più ti alleni meno ti infortuni. Quindi se Conte fa allenamenti molto duri, il rischio di infortuni è minore e il fatto che i flessori, cioè bicipidi femorali posteriori, siano a rischio così tanto, Lukaku, De Bruyne e Anguissa, non deriva dalla durezza degli allenamenti. Semmai il contrario. Se ti alleni meno, ti alleni male, sei più a rischio infortuni’, quindi assolve di fatto i sistemi di Conte. C'è poi chi invece, pur non parlando di Conte, ha tesi diametralmente opposte. Per esempio il professor Claudio Tozzi, che è un esperto di preparazione atletica, è il l'autore di BIOS System, un libro bestseller sull'allenamento, sostiene invece che non è importante tanto la preparazione atletica quanto i tempi di recupero. Non negli allenamenti duri, quanto il tempo di recupero. Che paradossalmente se ti alleni meno, rischi di meno gli infortuni e che bisogna invece dare conto molto dell'alimentazione e della carenza di certe vitamine. Per esempio, Albarella ha parlato molto della vitamina D e della vitamina K che preservano i muscoli. Ci sono tesi stesso tra gli esperti e gli specialisti in controtendenza tra di loro. Ora noi non la conosciamo la verità. Primo, per ignoranza del problema, mi dichiaro ignorante della materia. Posso esserne edotto superficialmente, ma non sono in grado di esprimere pareri approfonditi, perché non sono della materia. Posso solo leggere e dire quello che dicono altri che sono esperti, non posso prendere quindi una posizione. Trovo ridicolo pensare che solo perché si sono allenati in maniera forte si siano rotti. Questa correlazione non è scritta da nessuna parte, che si possano avere risentimenti muscolari, ce l'ha detto il professor Tencone. Deriva anche dal minutaggio però, perché il rischio di infortuni per chi gioca molto di più è un fatto aritmetico, è un calcolo delle probabilità statistico. E poiché la partita è fatta di contatto, perché è uno sport di contatto il calcio, ed è fatta di scatti continui, i flessori partono o per un allungamento del muscolo nell'atto del calciare o nell'atto dello scatto. Quando fai uno scatto veloce e prolungato lì si può strappare il muscolo del flessore, ma non è certo dovuto a una predisposizione, secondo il professor Tencone, dovuta al fatto che il muscolo è usurato dagli allenamenti forti fatti. Anzi, più sono forti gli allenamenti, più il muscolo è preparato a reggere a questi allunghi prolungati a velocità oggi molto forti, perché si parla di gente che non va a 20-25 all'ora, ma 30-35 all'ora e la possibilità di preservare il muscolo. Non se ne esce da questa querelle. Noi non abbiamo una verità da raccontare, non sappiamo quale delle due tesi sia quella giusta. Secondo Tozzi il ritiro precampionato non serve a niente. In Spagna non lo fanno, eppure corrono tranquillamente. Bisogna fare allenamenti solo con la palla e niente lavoro a secco. Curare diversamente l'alimentazione. E ancora che un suo allievo aveva un suo concetto di alimentazione molto particolare, uova, uova e ancora uova. Mentre Tencone ci dice che gli allenamenti duri non hanno mai fatto male ai muscoli, anzi semmai li hanno preservati. Ed è la tesi di Conte, probabilmente che segue questa strada. Chi dei due avrà ragione? Non lo so. Se c'è una ragione da entrambe le parti o vanno miscelate le cose, neanche lo so.

Quello che so è che ora Conte deve trovare il modo per ritornare tutti compatti e trovare anche le soluzioni di gioco, perché di questo non si parla mai. Ma il Napoli attualmente non ha soluzioni di gioco per la fase d'attacco. E vanno ripristinati i giochi codificati che portano al gol sapendo servire Hojlund nel modo in cui si sa come va servito, cioè nello spazio. Bisogna avvicinare gli esterni alla porta e al centravanti. Bisogna far sì che gli incursori siano di nuovo riempire l'area salendo, difendendo alto, facendo la prima pressione fatta bene, tornando a vincere soprattutto i duelli individuali. L'Atalanta è una cartina al tornasole, perché è una squadra che gioca uomo su uomo, lo ha sempre fatto. Palladino pure lo fa, proverà a giocare con baricentro medio basso, perché è uno difensivista fondamentalmente. Quindi giocherà come con la Fiorentina, baricentro medio basso, duelli individuali e ripartenze veloci. Ha dei giocatori pericolosi come Lookman, Samardzic, per non dire dei centravanti appannati, Krstovic e Scamacca. Un De Katelaere che quando sta in forma è un giocatore straordinario, ma è un giocatore ondivago nelle prestazioni. C'ha tante soluzioni in avanti l'Atalanta, stranamente però sta soffrendo molto. Però quella è una partita che è una cartina tornasole. Battere l'Atalanta e battere il Qarabag è la medicina migliore che possa trovare Conte per questo Napoli, ma per batterli bisogna ritrovare unità di intenti assolutamente, determinazione e coesione al punto giusto. Ma anche soluzioni di gioco, perché il Napoli visto con l’Eintracht, ma soprattutto a Bologna, ma visto anche col Como e visto anche col Lecce, fa una fatica bestia trovare la via del gol, non solo a realizzarli, ma proprio a prepararli. E allora non si può dimenticare che ci sono problemi sul rettangolo di gioco e non solo nello spogliatoio. E questo Napoli deve trovare le giuste dritte. Perché queste due partite, se si vuol fare una stagione competitiva a tutti i livelli, vanno vinte senza e senza ma”.