Chiariello: “Ripartenza o inizio della fine, da martedì capiremo! Dopo Conte c'è solo il baratro”

Chiariello: “Ripartenza o inizio della fine, da martedì capiremo! Dopo Conte c'è solo il baratro”
Ieri alle 22:20Le Interviste
di Francesco Carbone

Il giornalista Umberto Chiariello, ai microfoni di CRC, radio partner della SSC Napoli, è intervenuto con il suo consueto punto. Di seguito alcuni stralci: “La situazione legata ad Antonio Conte ha creato a Napoli un vero e proprio caos, un clima da “tutti contro tutti”. C’è chi dice di avere notizie certe, chi afferma di sapere tutto tramite amici o conoscenti, ma la verità è che regna la confusione. Si è arrivati persino a distorcere la storia personale dell’allenatore, trasformandolo in qualcosa che non è.

Va detto però che la conferenza stampa di Conte post Bologna non è piaciuta a nessuno. È stata durissima nei confronti della squadra, quasi una pubblica bacchettata. Conte è un tecnico che pesa sempre le parole e sa esattamente cosa dice: non è impulsivo, ma metodico e abituato al lavoro e alla fatica. Quando crea un caso, lo fa per un motivo preciso, non per rabbia o istinto del momento.

Già da tempo aveva lanciato segnali: parlava di una stagione complessa, di un gruppo forse un po’ “imborghesito”, con meno fame e meno etica del lavoro. Secondo lui, per andare forte bisogna lavorare ancora più forte, e probabilmente non ha visto la stessa intensità nei suoi giocatori. A questo si sono aggiunti gli infortuni pesanti di Lukaku e De Bruyne, che hanno complicato ulteriormente la situazione.

Il problema, però, resta il gioco: a Bologna, contro una squadra piena di giovani, il Napoli non ha praticamente tirato in porta. Conte si è assunto solo una parte delle responsabilità, quelle psicologiche, ma non ha toccato aspetti tattici o tecnici. Serve autocritica, e serve da entrambe le parti.

Il Napoli non ha alternative credibili a Conte e De Laurentiis è convinto di avere l’uomo giusto, da proteggere e sostenere in questo momento difficile. L’allenatore, deluso e forse tradito dal gruppo, sta riflettendo, ma martedì ci sarà un confronto con la squadra che dovrà segnare un punto di svolta. Conte non è uno “sfascista”, come qualcuno lo definisce. È arrivato alla Juventus da giocatore senza un talento straordinario, ma con una mentalità vincente che lo ha portato a diventare capitano. Da allenatore, ha vinto ovunque: tre scudetti con la Juve, riportando la squadra ai vertici dopo anni difficili, poi lo Scudetto con l’Inter dopo undici anni di digiuno. Le sue squadre sono sempre solide, organizzate, costruite sul lavoro quotidiano e sulla cura dei dettagli. Chi lo ha avuto come allenatore, come ha raccontato Emanuele Calaiò, ricorda allenamenti durissimi ma formativi, capaci di migliorare i giocatori anche fisicamente.

Ora, però, serve compattezza. Conte deve fare autocritica, rivedere alcune scelte sui minutaggi e sull’impiego di certi giocatori, ma la squadra deve accettare i suoi metodi perché funzionano. Non è vero che scappa sempre al secondo anno: alla Juve restò tre stagioni, all’Inter due, al Chelsea vinse e lasciò per divergenze con la società, non con lo spogliatoio.

Conte e il Napoli, per interesse reciproco, devono ricompattarsi. Con lui si può ancora vincere, ma è necessario ritrovare subito unità e spirito di sacrificio. Da martedì si capirà se sarà una nuova ripartenza o l’inizio della fine, perché - piaccia o no - dopo Conte c’è solo il baratro”.