Chiariello: “Sarà rivoluzione! 10 acquisti per un Napoli super competitivo in ogni competizione”

Nel corso della trasmissione 'A Pranzo con Chiariello', il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto 'Punto Chiaro': “È bello vincere e salutarci. Se si vuole continuare a vincere, il grande segreto è avere poco cuore. Lo insegna come sempre la storia. Quando un allenatore non ha il coraggio di rinnovare la propria squadra, che ha vinto per debiti di riconoscenza, dopo ha clamorosamente fallito. A meno che non abbia in mano una squadra forte, giovane, che con innesti mirati può continuare a vincere. Bisogna avere contezza di cosa si ha in mano.
Esempi storici facili: Enzo Bearzot, l'uomo che ha trainato il movimento calcistico italiano. Lui che era un tradizionalista, un uomo d'altri tempi, tatticamente revoluto. Lui fu l'artefice della contaminazione. Fu colui che traghettò dalla marcatura uomo ossessiva in ogni parte del campo alla zona mista e la zona mista fu vincente fino ad arrivare poi al sacchismo e alla zona pura, perlomeno in Italia. Mai una squadra di Bearzot invertiva i terzini per seguire a uomo le ali che si spostavano da un lato all'altro del campo. Cabrini non si muoveva mai dalla sua posizione e a centrocampo c'erano marcature a uomo e posizioni a zona. Erano solo due i marcatori davanti al libero, ma non è tatticamente che il discorso mi interessa. Mi interessa la gestione del gruppo. Nel ‘78 Bearzot arrivò in Argentina con un gruppo estremamente giovane, inesperto, ma che aveva clamorosamente eliminato nella corsa al Mondiale la grande Inghilterra di Kevin Keagan. Bearzot arrivò a questo mondiale forte della qualificazione a danno della dell'Inghilterra, si presentò con un blocco juventino incredibile, con doppio blocco, erano gli anni del dominio costante di Juve e Torino, grandi rivali, portò nove giocatori della Juve, se non 10 addirittura, e sette, se ricordo bene, del Torino. Nel Torino c'erano Castellini e Mozzini della difesa, ce n'erano pochi, ma c'era tutto il centrocampo: Patrizio Sala, Pecci e Zaccarelli e tutto l'attacco Claudio Sala, Graziani e Pulici otto. Ne portò otto della Juve, le portò tutti. Praticamente fu un doppio blocco che tra l'altro si guardavano anche in cagnesco, dovette lavorare di psicologia, ma quella squadra fece innamorare tutti. Aveva il giovanissimo Paolo Rossi, che danzava in area di rigore come un fringuello inafferrabile. Era una squadra, aveva un Bettega, un giocatore straordinario per tecnica e fisicità. Esplodevano i grandi: Tardelli, Scirea, Cabrini, giovani virgulti. Quella nazionale forte del vecchio Zoff, che fu detto il cieco in Argentina, ma che il friulano Bearzot non mollò mai, era un gruppo forte. Lo confermò paro paro e aveva il grande Giancarlo Antognoni della Fiorentina, giovane anche lui. Quel gruppo che era acerbo in Spagna e vinse il titolo, perché era un gruppo in crescita. L'errore di Bearzot fu che quel gruppo che non aveva più niente da dare lo confermò quasi tutto al Mondiale del Messico ’86, dove esplose Diego Armando Maradona, e quella nazionale miseramente fallì sotto i colpi di Michelle Platin. Non juvant, perché la stessa cosa è capitata a Marcello Lippi. Lui arriva con uno straordinario gruppo nel 2006 a vincere il titolo. nel 2010 in Sudafrica fa l'errore clamoroso di riproporre i suoi eroi vecchi e stanchi, così come Bearzot si era portato Tardelli, Rossi che erano arrivati, lo stesso Cabrini quando c'erano giocatori di come Nela, come Donadoni, nuovi talenti che si affacciavano alla nazionale, Zenga, così di Bearzot boicottò un po' quell'Under 21 straordinaria che era alle spalle della nazionale dei vecchi campioni. Così fece Lippi, fallì miseramente. E così è successo in tante squadre dove si è pensato che un gruppo vincente possa continuare. Da ultimo l'errore l'ha fatto De Laurentiis, che pensando che cambiando il tecnico la squadra giocasse a memoria è finita decima.
Antonio Conte non è un uomo che si lascia andare ai sentimenti, ma proprio per niente. È lucido, freddo e razionale nel suo lavoro. Poi esplode di gioia, poi si vive la città, poi si comporta da ultrà, si fa amare molto per la grinta che ci mette, ma sul lavoro no. Lui sta progettando un Napoli rivoluzionato e rivoluzionario rispetto all'anno scorso, molto più dell'anno scorso che era l'anno zero. Quest'anno ai nastri di partenza sui 24 giocatori che hanno composto la rosa nell'anno dello scudetto, una decina non li vedremo più. Ci saranno 9-10 innesti nuovi. Praticamente il 40% della rosa che sarà ai di partenza del campionato 2025-2026 sarà una squadra nuova. I conti sono presto fatti, che giochi col 3-5-2, che giochi col 4-3-3, che giochi col 4-2-3-1, i conti sono sempre gli stessi o quasi sempre. Sono già andati via. Scuffet, era in prestito, Okafor, era in prestito, Billing, era in prestito. Tre giocatori da questa rosa già sono stati eliminati. E non penso che il Napoli li recuperi. Quindi il Napoli prenderà un secondo portiere, che può essere un secondo portiere interessante, sempre che Meret, come ci dicono, di nuovo sta per firmare. È diventata la ‘Attendant Godot’ del Calcio Napoli, aspettando sempre che questo Godot, alias Alex Meret arrivi. Il rinnovo dovrebbe essere a momenti. Posto Meret ancora tre pali si aspetta un secondo portiere che abbia anche esperienza internazionale, perché quest'anno c'è da affrontare oltre che la Coppa Italia e campionato, anche la Supercoppa italiana e la Champions League soprattutto. Primo nome nuovo è il secondo portiere. In difesa ci sarà un cambio tra i giovani. Rafa Marin va via, arriva Marianucci, ma arriverà sicuramente un altro centrale difensivo che si giocherà il posto con Rrahmani e Buongiorno, che speriamo l'anno prossimo tenga per tutta la stagione e non venga meno. Ancora una volta ha lasciato la nazionale, sempre pieno di problemi sto ragazzo che è fortissimo, ma che deve garantire una stagione intera. Quindi ci sarà uno già individuato, ma un secondo forte difensore centrale e sicuramente un terzino, che sia un quinto, che sia un quarto. Specie a destra il Napoli vuole prendere un terzino forte forte. E siamo già per la sola difesa a quattro uomini, un portiere, due difensori centrali, di cui uno è Marianucci, e un terzino. A centrocampo, posto che rimanga Lobotka, come ci auguriamo, con Gilmour, e McTominay, parliamo di tre uomini. Andato via Billing, non considerando più Hasa, che era un riempitivo, e andando via Anguissa, che avrà anche la Coppa d'Africa e che ha chiesto di essere ceduto da quello che abbiamo letto in questi mesi, lo saluteremo con molto affetto come bicampione d'Italia, uno dei protagonisti. Il Napoli che ha attualmente tre centrocampisti, di cui due importantissimi: Lobotka e McTominay l'uomo della stagione chiave. Dovrà prenderne tre. Abbiamo detto in difesa sono già quattro più tre a centrocampo: Kevin De Bruyne, che non sembra a rischio, che è la ciliegina sulla torta, l'alternativa importante a De Bruyne, più un sesto centrocampista con caratteristiche un po' differenti da tutti gli altri. Quindi il Napoli a centrocampo farà De Bruyne più altri due, un portiere, tre difensori e tre centrocampisti e siamo a sette. Posto che è andato via Okafor, che verrà ceduto Ngonge, sugli esterni il Napoli ha solo Politano e Neres. Almeno un esterno lo deve fare per forza. E i nomi li sapete: Zhegrova, Ndoye. Fa due esterni e un attaccante centrale o fa un esterno e due attaccanti centrali. E stavamo dicendo portiere, tre difensori, tre centrocampisti e in attacco almeno tre uomini tra esterni e centravanti attaccanti centrali. Di sicuro parte Ngonge, probabilissimamente parte Simeone e rimane appeso col punto interrogativo il problema Raspadori, perché se il Napoli giocherà con due attaccanti Raspadori potrebbe avere un senso. Se il Napoli si orienta di nuovo sul 4-3-3, Raspadori potrebbe a quel punto essere usato come pedina di scambio.
Stiamo parlando di 10 uomini, un mercato complicatissimo con molti soldi a disposizione, qualche parametro zero, che aumenta la possibilità di spesa, ma aumenta anche il monte ingaggi. Ma il Napoli di Conte del secondo anno, quello che dà l'assalto all'Europa, sarà un Napoli che avrà 10 uomini su 24/25 che comporranno la rosa, totalmente nuovi con almeno un difensore centrale, un terzino destro, due centrocampisti e un attaccante che si giocano il posto titolare o saranno titolari, perché De Bruyne, David, dovesse arrivare, e un terzino, potrebbero essere subito titolari e gli altri cotitolari a pieno titolo. Quindi è una rivoluzione importante che va nel segno di quello che chiedeva Conte, che è consapevole che con questa squadra ha vinto sì il titolo, ma non va da nessuna parte. Ed è una garanzia per il futuro, perché se il Napoli riuscirà a operare questa ennesima rivoluzione sarà super competitivo per ogni tipo di competizione”.
Editore: TC&C SRL - Testata giornalistica
aut. Tribunale Napoli n. 4 del 12/02/2020
Iscritto al Registro Operatori
di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale: Antonio Gaito
Direttore responsabile: Francesco Molaro
