Guido Clemente di San Luca a TN - "Non è complottismo, si chiama lotta per la legalità"

Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo, Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha espresso per Tuttonapoli le sue sensazioni verso Fiorentina-Napoli
"Tre anni fa, di sabato, i non colorati giocarono con la Beneamata: e Orsato purtroppo non si trovò a 40 metri da Pianic. Il giorno dopo a Firenze (che comunque a quel punto non sarebbe stata più decisiva) ci perdemmo negli annebbiamenti della mente maturati nella fatidica notte in albergo: e folle di esperti (che nulla sanno delle dinamiche di uno spogliatoio) ci hanno spiegato che uno scudetto «non si può perdere in albergo».
A parte le ‘complicità’ nella vicenda della Superlega (che pur inducono sospetti non campati in aria), arrivano brutti segnali da casa nerazzurra: il litigio Conte-Lautaro e la festa di Lukaku interrotta dalle forze dell’ordine. Va a finire che l’Inter perde con giustificazione (del resto, sta onorando o no il campionato dopo averlo vinto? Non ha fatto fuori la Roma senza guardare in faccia a nessuno?).
Ebbene, se i non colorati vincessero (cosa che ad oggi, tecnicamente, dovrebbe essere molto improbabile), a Firenze giocheremmo sotto pressione. Ed in queste condizioni emotive (specie considerando che la tenuta psicologica è l’unico vero punto debole della squadra), basta un arbitro scaltramente ‘orientato’ per condizionare facilmente la partita.
Qualche benpensante moralista ha già provveduto ad etichettare l’umore della città (secondo cui «a Firenze non ci lasceranno vincere») come «sconfittismo». Fanno finta di non sapere che le regole possano essere disapplicate in maniera sapientemente illegittima: lo abbiamo constatato in maniera quasi sistematica (con rare eccezioni: quando cioè per vincere hai dovuto essere non semplicemente più forte, ma di gran lunga il più forte, capace perciò di rompere il tristemente fisiologico esercizio arbitrario del potere).
Ma di che si meravigliano i sostenitori dello spirito protestante secondo cui «se non vinci è solo perché sei meno capace»? L’antropologia partenopea, per stratificazioni storiche, s’è costituita assumendo la diffidenza nei confronti del potere. I napoletani sono avvezzi al sospetto perché a questa cultura sono stati ‘educati’ dalla storia delle dominazioni subite.
Naturalmente ciò non vuol dire che non sia giusto emanciparsi attraverso la stima di sé, il duro impegno, il combattimento tenace. Ma tutto ciò non può nascere e consolidarsi senza una lucida lettura di ciò che avviene sul fronte opposto alla tua emancipazione, e sulla base di questa lettura. Vanno, dunque, lucidamente rilevate e denunciate le illegittimità: combatterle con è ‘complottismo’, o ‘vittimismo’, o ‘piagnisteo napoletano’. Si chiama lotta per la legalità e la giustizia.
Ed una maniera intelligente per gareggiare secondo fair play è anche quella di anticipare il rischio di una ennesima perpetrazione di misfatti (come quello appena compiuto nelle due ultime giornate in favore del Cagliari, sotto gli occhi di tutti e senza reazioni adeguate). Allora sì che funzionerà l’esortazione di Carlo Alvino: niente paura della Fiorentina!
Ma pretendiamo che si giochi ad armi pari! Mi farebbe più rabbia essere fregato che malgiudicato perché non riesco a liberarmi del sospetto. Voglio essere smentito. Voglio vedere l’Inter che non apre le gambe con la Juve, e poi l’Atalanta che giochi con il Milan ardimentosa come al solito. È quello che ci auguriamo. Perché è questo che dovrebbe aspettarsi un autentico buonista, o no?".
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