La promessa di Gargano "A Napoli per sempre"

Filo diretto tra i lettori del Mattino e Walter Gargano, il centrocampista che è uno dei calciatori del Napoli più amati dalla tifoseria. Il nazionale uruguaiano ha ricevuto i complimenti per il suo impegno e la richiesta di un gol contro il Siena. Ha chiarito che la squadra non ha problemi fisici: «L’unico problema è che non abbiamo vinto nelle ultime tre partite». E poi l’atto d’amore verso il Napoli: Gargano ha promesso di restare per sempre in maglia azzurra. Salvatore Pellegrino (Napoli): in questi ultimi tempi hai un calo di rendimento: è una questione fisica o mentale? Avete preparato una tabella di lavoro per la sosta natalizia? «No, il mio non è un calo fisico. Quanto alla tabella di lavoro dovresti rivolgere la domanda al preparatore atletico o a Reja. Io faccio il calciatore». Noè Cinque (Vico Equense): come mai contro l’Inter nei primi 25-30 minuti siete rimasti fermi? È stato un problema fisico o un eccesso di emozione? «È vero. Penso che ci sia stato un po' di tutto. L’Inter ha giocato meglio, dopo i loro due gol abbiamo provato a reagire, ma penso che il calo fisico non ci sia». Agostino Di Guido (Napoli): ti chiamo dal Rione Sanità, vado tutte le domeniche in curva B e ti faccio i complimenti per come giochi. Vogliamo i tre punti con il Siena. «Dobbiamo vincere». Antonio Mercuri (Sessa Aurunca): contro l’Inter abbiamo sofferto e anche tu mi sei sembrato in difficoltà. Se segni al Siena, mi dedichi il gol? «Non so quello che vedete voi: io non mi sento fisicamente male, ma se è stato visto questo vuol dire che c'è stanchezza nella squadra. Penso che la grinta ci sia, lottiamo fino alla fine di una partita: non c'è un calo fisico. Una dedica per il gol? Magari lo segnassi». Raffaele Borrelli (Giugliano): come ti trovi a Napoli? Domenica tornerai finalmente al gol? «Qui sto bene. È vero, è un po' che non segno quindi devo tentare di calciare di più. Ma l'importante è che la squadra vinca». Vincenzo Manganello (Sessa Aurunca): vedo un po’ il Napoli in calo, per un problema psicologico o per la preparazione anticipata? «Non penso a un calo, penso piuttosto che da tre partite non vinciamo e questo preoccupa». Angelo Serra (Caserta): vuoi restare a Napoli oppure passare a club come Inter o Milan, visto che hai grandi capacità e qualità? «Io sto bene qui e al momento non penso di andar via dal Napoli: spero di rimanere a vita». Carlo Catalano (Casalnuovo): mica ci sono problemi per il tuo contratto? «No, non ci sono problemi». Francesco Piscopo (Napoli): credi nella possibilità di raggiungere la Champions League? Sarebbe un bel traguardo per la società, anche sotto l’aspetto economico. «La squadra ci crede, questo è un sogno per tutti, ma è ancora presto: dobbiamo restare tranquilli, c’è ancora tutto il girone di ritorno da giocare. Continuiamo su questa strada, stiamo facendo bene». Stanino Palatucci (Casalnuovo): giochi tanto, anche nell’Uruguay: resisterai fino alle fine della stagione? Tu sei un giocatore fondamentale per il Napoli. «Penso di farcela ma non dipende da me: spero di non subire infortuni». Giuseppe Nani (Arzano): è giusto parlare già a dicembre di aumenti di contratto? Il Napoli tratta bene i suoi giocatori. «Stiamo facendo bene, quindi non capisco qual è il problema». Andrea Buonaccorto (Battipaglia): ti sentiresti più a tuo agio nel 4-4-2? Chi calcia le punizioni nel Napoli? «Si decide al momento. Ci siamo io, il Pocho e c’è anche Denis quando gioca: chi ha più fiducia tira la punizione. Il modulo? Si può fare bene anche con il 4-4-2, ma con il 3-5-2 otteniamo buoni risultati ed è giusto continuare con questo sistema». Franco Di Benedetto (Atrani): Gargano è un cognome diffuso dalle nostre parti, forse i suoi antenati erano di questa zona. Ho letto sul «Mattino» lo sfogo di Blasi: tra voi due c’è rivalità per il ruolo di centromediano metodista? «Le decisioni spettano all’allenatore, ma tra noi non c’è ballottaggio». Carlo Di Salvatore (Torre del Greco): da un po’ di tempo non ti vedo tanto in forma: prima eri più bravo nei passaggi e nelle ripartenze. «È lei che mi vede così. Prima sbagliavo di più, adesso sbaglio di meno: sto bene con la testa, posso fare solo meglio. Penso di avere ancora tanto da imparare». Alessandro Sacco (Napoli): siete pronti per la partita con il Siena? Ti chiedo una cortesia: sei nella mia squadra del «fantacalcio», aspetto un tuo gol. «Un gol lo hanno già chiesto un paio di tifosi: speriamo di vincere, questo conta. Oggi siamo tranquilli, ma domenica dobbiamo essere carichi per vincere». Francesco Fantone (Casalnuovo): facci sognare domenica. «Speriamo di vincere». Francesco D'Urzo (Torre del Greco): riusciremo a qualificarci per la Champions? «È un obiettivo ancora lontano: siamo quarti, dobbiamo continuare su questa strada». Giuseppe Sorrentino (Torre del Greco): non avverti il bisogno di un altro centrocampista al tuo fianco per esaltare le tue qualità? «Stiamo bene così. Siamo giovani e stiamo migliorando piano piano. Un altro centrocampista? Dipende da Marino: io così sto bene». Antonio Gallo (Milano): cosa pensi della tifoseria del Napoli? E perché non tiri di più da fuori area? «Dipende dalla partita: non è che tutte le volte si tira da fuori area...
Siamo contenti per il sostegno alla squadra». Francesco Scognamiglio (Pozzuoli): se ti arrivasse l’offerta di un milione di euro da un’altra società come risponderesti? «Non sono io che devo rispondere: devono rispondere il procuratore e la società. Io sto bene a Napoli. State tranquilli: rimangono tutti a Napoli, da qui non se ne va nessuno». Renato Ferronetti (Giugliano): per quanto tempo vuoi restare in maglia azzurra? «A vita». Franco Scibelli (Quindici): tutte le squadre hanno un giocatore che calcia le punizioni, perché da anni il Napoli non ha uno specialista? A te tanti complimenti: sei un grande. «Io grande? Sono piccolo.... Quanto alle punizioni, non so cosa dirti. Serve uno specialista? Sì, così vinciamo tutte le partite con le punizioni... Solo Del Piero ha fatto grandi gol su punizione in questa stagione». Antonio Marina (Casoria): non pensate troppo ai giornali e ai giornalisti. «Va bene...». Giuseppe Piscopo (Giugliano): a quale giocatore ti ispiri? «Xavi e Fabregas. Mi piace tanto il calcio e guardo le partite di tutti i campionati. Come ho detto, devo crescere e imparare a controllarmi nell’interesse della squadra». Ciro D'Amico (Nocera Superiore): se Reja ti fa giocare a destra, come reagisci? «Non ci sono problemi: ho giocato in quella zona contro il Palermo e abbiamo vinto. Mi vuoi far giocare là? Bisogna parlarne con Reja». Giovanni Ciccarelli (Nola): contro il Siena segnate almeno due gol perché uno non basta. «Va bene». Renato Botta (Napoli): perché non dici a Paolo Cannavaro, il capitano della squadra, di avere in campo la tua stessa grinta? «Il capitano lo hanno scelto i compagni. Paolo è un bravo ragazzo, non serve essere il capitano per far vedere quello che senti in ogni momento. A Parma, nello scorso campionato, quando volevano picchiare il Pocho mi sono messo davanti a tutti per difenderlo e hanno picchiato me...». Mario Simonelli (Napoli): preferisci giocare davanti alla difesa o un ruolo più avanzato? «Preferisco giocare... Spetta a Reja fare il meglio per la squadra, per me la zona di campo non conta: io sono a disposizione della squadra». Antonio Sarnataro (Sant'Agata di Puglia): assistiamo a passaggi tra i difensori che fanno venire i brividi. «È il calcio: dobbiamo fare passaggi tra di noi per finalizzare meglio la giocata, capito?». Antonio Germano (Napoli): sei l'unico che gioca per la maglia. «Stiamo giocando tutti bene». Brandorio Miranda (Poggiomarino): è giusto parlare di contratti in questo momento? Sento il procuratore di Lavezzi chiedere aumenti, Hamsik che non gioca bene da cinque-sei partite... «Dovresti parlarne con il procuratore di Lavezzi, non con me. Lavezzi e i compagni non parlano mai dei contratti, noi siamo calciatori e non siamo procuratori». Luigi Sorrentino (Torre del Greco): complimenti da un tifoso del Milan. Quali sono i tuoi obiettivi? «Ho due sogni. Voglio partecipare con l’Uruguay ai Mondiali del 2010 in Sud Africa. L’altro è vincere un campionato con il Napoli perché così resterei nella storia di questo club». Francesco Colucci (Quadrelle): quando ci regali un altro gol? Mia figlia di sei anni è una tua super tifosa. «Grazie, un bacio alla bambina». Antonio Reccia (Alvignano): Zalayeta è uno che si fa sentire da Reja? Sui calci piazzati perché l’allenatore non piazza un secondo uomo sul secondo palo? C’è unione nello spogliatoio? «Nello spogliatoio andiamo tutti d’accordo. Zalayeta? Tutti vogliono giocare ma non c'entra niente se risponde o non risponde: è una questione di carattere della persona. Va bene? Per la disposizione sui calci piazzati chiama Reja...» Moreno Rapacciuolo (Torino): quanti anni vuoi restare a Napoli? Tu corri tanto. «Sto bene qui, sono tranquillo. Voglio fare bene per restare a Napoli. Se faccio male, mi cacciano. E so che non basta solo correre». Francesco Romano (San Giuseppe Vesuviano): avresti mai immaginato di vedere Lavezzi diventare così grande? «A differenza di tanti altri, io conoscevo bene Lavezzi. Quando giocavo in Uruguay, vedevo sempre in tv le sue partite in Argentina. Appena arrivato a Napoli, ne dicevano di tutti i colori: perfino che era grasso... Il Pocho è un campione e non a caso è considerato qui come il nuovo Maradona. Lo conosco, so che può dare al Napoli ancora di più». Marcello Spedaliere (Napoli): dopo il pareggio subìto al 50’ della ripresa contro il Cagliari e la sconfitta a Milano contro l’Inter con quale spirito scenderete in campo domenica? «Con la voglia di vincere la partita contro il Siena. Perché l’unica cosa che contano sono i tre punti».
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