Specchia svela le parole di Spalletti: "Il sultano mi ha stancato, ora vinco e poi scappo"

Paolo Specchia, allenatore ed opinionista, è intervenuto ai microfoni de La Domenica Azzurra in onda su OttoChannel
13.05.2024 22:20 di  Davide Baratto  Twitter:    vedi letture
Specchia svela le parole di Spalletti: "Il sultano mi ha stancato, ora vinco e poi scappo"
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Paolo Specchia, allenatore ed opinionista, è intervenuto ai microfoni de La Domenica Azzurra in onda su OttoChannel: “La prestazione del Napoli col Bologna è stata imbarazzante. Ormai non c’è più squadra, è senz’anima, senza nerbo, i felsinei hanno vinto con il minimo sindacale. Tuttavia per me i calciatori sono i meno colpevoli. Lo dico perché per me a loro sono mancate le guide sicure, gli allenatori che li guidassero con carisma. Nel gruppo squadra non c’è nessun calciatore di personalità capace di trascinare gli altri.

Il Napoli attualmente mi sembra rassegnato: se volesse andare veramente almeno in Conference le proverebbe tutte, anche esonerando lo stesso Calzona, che non ha presa nello spogliatoio, e lo dico pur rispettando il suo lavoro. Purtroppo dopo Garcia anche le altre scelte sono state tutte sbagliate. Con Tudor la Lazio ha fatto più punti di tutti, De Laurentiis aveva indovinato questa scelta, poi ha fatto marcia indietro perché voleva determinare più del tecnico. Le parole di Spalletti non mi sorprendono, era chiaro che i rapporti tra i due fossero pessimi… Posso solo dire che a febbraio del 2023, col Napoli virtualmente campione d’Italia, pare che abbia detto: ‘il sultano mi ha stancato, ora vinco e poi scappo’.

Non si poteva pensare ad una sua permanenza, era sancito che Spalletti sarebbe andato via. Sono convinto che, conoscendolo, lui sarebbe rimasto a vita a Napoli se ci fosse stato un altro presidente. Perché Spalletti è uno vero, ama Napoli e aveva un grande rapporto con la squadra. Meluso, poi, ha avuto zero potere. E’ arrivato il 14 agosto e mi confidò che non riusciva neanche a parlare alla squadra, perché c’erano altre tre persone, tre dirigenti, Pompilio, Sinicopri e Micheli, che prima di lui parlavano alla squadra”.