TMW - Il Napoli di Sarri è lontano, ma quello di Gattuso può vincere

I 90 minuti con la Roma hanno riportato eco del Napoli che fu. Bello, spumeggiante, veloce e vincente. Tutto sui triangoli: merito anche dell’attacco dei piccoli, la soluzione tattica che Gennaro Gattuso ha saputo reinventarsi, rispolverando i meccanismi di Maurizio Sarri per dare ai suoi azzurri una sorta di coperta di Linus. I 90 minuti con l’AZ Alkmaar hanno rinfocolato dubbi: senza Osimhen, manca un giocatore per il quale Ringhio non ha alternative. E a volte quest’assenza si fa sentire pesante più di quanto il Napoli non vorrebbe.
Qual è il vero Napoli? Arrivati a dicembre, è un punto interrogativo ancora valido. Di sicuro non è quello di Sarri, non più: il fantasma del Napoli che fu è lontano, inutile rispolverarlo di tanto in tanto. È stata un’epopea, che ha fatto sognare e anche dato un importante lascito tecnico, ma il confronto è inutile. Anche perché parliamo di una stagione inedita, in cui per poter sognare ci sono ampi margini. Gattuso, che del gran lavoratore non mette la maschera perché lo è, si cela dietro il lavoro: al rinnovo non ci pensa, ma intanto giustamente lo tratta, lui o chi per lui.
Dello scudetto si dice che non sa se il Napoli ci potrà puntare, ma intanto gli azzurri alle volte sono così convincenti che poi un 1-1 contro una squadra che li ha battuti al San Paolo diventa addirittura una serata storta. Lo è stata, per certi versi, ma è anche da questi risultati che passa la strada per la vittoria. Se il Napoli di Gattuso possa farlo o meno, non è ancora chiaro. In Europa è comunque primo. In campionato è lì, a sei punti dalla vetta che potrebbero anche essere tre perché c’è pur sempre la gara con la Juve sub judice. Forse ci deve soltanto credere un po’ di più.
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