Il fattore necessario per cominciare a programmare il futuro

Ogni discorso è rinviato all'esito dell'ultimo turno di campionato. Dal prossimo allenatore agli interessamenti di mercato, è impossibile per il Napoli poter abbozzare seriamente le prime manovre programmatiche senza avere la certezza della vittoria sul Verona, ovvero poter mettere le mani sui circa 50mln di euro della fase a gironi della Champions League, ossigeno puro in un'estate che risentirà fortemente della pesantissima crisi Covid.
Per un club con un fatturato strutturale nettamente inferiore a quello della Juventus, e dietro pure alle milanesi, 40mln di euro (ovvero la differenza tra Champions ed Europa League) spostano di molto le prospettive. Aggiungendoci poi almeno un'altra decina di milioni dal botteghino, immaginando una riapertura anche degli stadi al pubblico. Oltre alla questione economica, anche l'appeal del Napoli in Champions potrebbe portare De Laurentiis a scelte diverse. Per la panchina, ad esempio, non più un tecnico in rampa di lancio ma la possibilità di mettere le mani su uno dei suoi grandi obiettivi. Dal suo grande sogno che è Allegri (già da prima dell'arrivo di Sarri ed Ancelotti), con cui ha un rapporto diretto da tempo e che diventerebbe una possibilità qualora non si sbloccassero le porte di un top club europeo, passando per Spalletti, Galtier o lo stesso Sarri. Tutto passa dal Verona: 90 minuti che cambiano in un senso o in un altro le prospettive.
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