Ultrà arrestati, ecco i particolari

L'indagine avviata dalla Digos di Napoli e coordinata dal pm Antonio Ardituro e' scaturita dai gravi incidenti avvenuti il 20 settembre 2003 durante Avellino-Napoli che provocarono la morte del giovane supporter azzurro Sergio Ercolano. Dopo quell'episodio gli investigatori decisero di monitorare le frange violente della tifoseria del Napoli. Tra i risultati piu' rilevanti, l'arresto di alcuni ultras della Curva A, tutti del rione Sanita', responsabili di intimidazioni durante la grave crisi societaria che porto' al fallimento della societa' e alla successiva retrocessione in serie C. Le indagini sono riprese dopo gli incidenti in occasione di Napoli-Frosinone svoltasi al San Paolo il 2 dicembre dello scorso anno quando furono lanciati dal settore distinti una dozzina di petardi che provocarono la sospensione della partita e la decisione di far svolgere a porte chiuse la successiva partita casalinga. Il sistema di videosorveglianza e le indagini della polizia consentirono di individuare come responsabile del lancio Vittorio Puglisi, appartenente al gruppo Ultras 72 della Curva B. Il fatto che un componente della tifoseria della Curva B avesse agito dal settore Distinti costitui' per gli inquirenti - come emerge da intercettazioni telefoniche e ambientali - un preciso messaggio alla societa' che aveva sospeso l'erogazione dei 100 biglietti omaggio al gruppo dei Blue Tiger, che occupa una zona dei Distinti, facente capo a Salvatore Piccirillo e Francesco Ruggiero. La sospensione dei biglietti era stata decisa dal Napoli dopo l'arresto per droga di Ruggiero. Piccirillo si sarebbe dunque rivolto a Alberto Mattera - leader degli Ultras 72 insieme a Vincenzo Busiello - per organizzare il lancio di petardi. Dopo quell'episodio i Blue Tiger revocarono la presidenza di Ruggiero, modificarono lo statuto, e riottennero dal Napoli l'erogazione dei biglietti. Per questa vicenda Piccirillo Puglisi e Mattera sono accusati, nell'ordinanza di custodia eseguita oggi, di estorsione e violazione della legge sulle armi. Per recenti minacce denunciate da un collaboratore del Napoli, sempre in relazione ai biglietti omaggio, Ruggiero e Piccirillo sono accusati di tentata estorsione. Dalle indagini e' emerso inoltre che gli indagati hanno utilizzato ogni forma di pressione nei confronti della societa' ''non ultima quella dell'uso strumentale di trasmissioni televisive a livello locale, al fine di mandare messaggi di volta in volta di vicinanza o forte critica all'operato del Napoli Calcio''. Alberto Mattera e Vincenzo Busiello, capi degli Ultras 72, e il loro ''braccio destro'' Vittorio Puglisi, sono accusati di associazione per delinquere ''allo scopo di commettere un numero indefinito di delitti di danneggiamento, incendio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, lancio di oggetti contundenti''. Gli' destinatari di provvedimenti Daspo, sono stati denunciati piu' volti per episodi di teppismo. Busiello e Battera furono anche arrestati per una rapina avvenuta il 15 gennaio 2006 a Arezzo e componenti degli Ultras 72 si resero responsabili di una aggressioni con spranghe e catene ai danni di tifosi laziali sull'autostrada nel territorio del comune di Sinalunga. La probabile ritorsione dei laziali fu sventata nei giorni scorsi dalla polizia. Busiello e Puglisi sarebbero infine responsabili dell'incendio appiccato alla tribuna stampa del San Paolo il 27 gennaio 2005: un atto di intimidazione contro dirigenti e giornalisti ''rei'' di non aver saputo evitare la retrocessione in serie C. A loro la Digos e' risalita attraverso l'esame delle celle telefoniche e a intercettazioni.
''Sulla curva vige una vera e propria legge della camorra''. Lo sostiene Giuseppe Misso junior, un ex boss del rione Sanita' che da diversi mesi sta collaborando con la giustizia. Uno stralcio di un suo interrogatorio, reso il 27 luglio scorso e ancora coperto da numerosi omissis, e' riportato nell'ordinanza di custodia emessa oggi dal gip Luigi Giordano nei confronti di cinque ultras del Napoli. Misso risponde a una domanda del pm su eventuali rapporti del clan con gruppi di tifosi. Spiega Misso: ''Sulla curva A comandava il gruppo del Rione Sanita'...omissis...Questi gruppi comandavano sulla curva anche in relazione all'apposizione degli striscioni e all'ingresso di nuovi gruppi di tifosi. Sulla curva esiste una vera e propria legge di camorra, tant'e' che ricordo a un certo punto mio zio, Giuseppe Missi (uno dei principali boss della camorra napoletana, ndr), impose che il gruppo della Masseria Cardone dovesse uscire dalla curva A per problemi che si erano verificati tra i Misso e i Liccardi (clan di Secondigliano, ndr). Ed infatti la Masseria Cardone si dovette spostare nei Distinti...omissis''. Gli investigatori della Digos hanno accertato che effettivamente il gruppo della Masseria si e' spostato nel Distinti e, dopo questo periodo di ''purgatorio'', si e' collocato nella curva B, previo assenso dei gruppi che occupano quella zona dello stadio.
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