AUDIO - Lucarelli: "Osimhen può diventare un top player. Milik ha bisogno di giocare sempre"

AUDIO - Lucarelli: "Osimhen può diventare un top player. Milik ha bisogno di giocare sempre"TuttoNapoli.net
© foto di Andrea Rosito
martedì 17 novembre 2020, 20:10Le Interviste
di Redazione Tutto Napoli.net
Cristiano Lucarelli, ex attaccante del Napoli e attualmente allenatore della Ternana, è intervenuto in diretta a Tmw Radio.

Cristiano Lucarelli, ex attaccante del Napoli e attualmente allenatore della Ternana, è intervenuto in diretta a Tmw Radio: "Più che i 28 gol fatti, l'importante è averne subiti solo sei, anche perché di solito chi segna tanto ne subisce di più. Abbiamo trovato una buona quadratura, ma siamo soltanto all'undicesima partita, al momento sono solo schermaglie, il campionato entra più vivo più avanti: marzo, aprile e maggio saranno decisivi".

Come l'ha visto Osimhen?
"Si vede che potenzialmente può diventare un top player nei prossimi anni. Ha bisogno di inserirsi in un campionato che non è più quello di 10 anni fa, ma rimane comunque quello tatticamente più difficile del mondo. Persino Ronaldo ha faticato a essere se stesso nelle sue prime dieci partite, ogni giocatore ha bisogno di tempo per l'adattamento ad una serie di situazioni che vanno al di là del calcio. In Italia c'è più pressione e meno programmazione rispetto ad altri campionati, si guarda al risultato senza vedere come matura: le vittorie nascondono difetti, e nelle sconfitte non si va mai a vedere se c'è un lavoro e un'identità. Anche la parte mediatica è completamente cambiata...".

Che consiglio darebbe oggi a Milik?
"Penso che potrebbe lasciare ancora il segno in Italia. Penso a Zapata, che a Napoli non è riuscito a dimostrare fino in fondo il suo valore affermandosi all'Atalanta. Non vedo perché dovrebbe scappare dall'Italia, sicuramente nella scelta dovrà privilegiare l'essere al centro di un progetto, che sia dove vuole lui ma deve trovare una società che ci punti. Oggi, a distanza di anni, apprezzo ancor di più quanto riusciva a fare Julio Cruz, che decideva le partite da alternativa. Lo potevi mettere dentro 5' e si faceva trovare pronto, poi magari saltava due partite, rientrava e diventava decisivo. Oppure anche Massaro nel Milan... In generale, anche nella mia carriera è stato così, si preferisce essere generali in Corsica piuttosto che marescialli in Francia. Accettare di essere alternative non è facile, così come entrare a partite in corsa. Quelli come Milik hanno bisogno di giocare sempre".

Mancini oggi ha in testa il centravanti ideale per la sua Italia?
"In Italia ci sono tanti ottimi giocatori, come Belotti o Immobile. Manca però il campione, quel fuoriclasse che la Nazionale italiana ha sempre espresso in quel ruolo lì. Di campioni in questo momento non ne possiamo sventolare. Però abbiamo un allenatore che sta facendo grandissime cose, basta vedere i ventuno risultati utili consecutivi in questo periodo nel quale ogni selezione è più evoluta e il nostro campionato è un po' sceso dalle primissime posizioni. Non essendocene uno, la speranza è che il leader sia il gruppo nella sua totalità".

Qual è la chiave di lettura dietro ai tanti gol che si segnano ultimamente in Serie A?
"Sicuramente la differenza tra casa e trasferta si è quasi azzerata, e il fattore campo non incide più. Ogni partita è giocata in campo neutro, ed è ovvio che ci sia più serenità. Anche da parte degli arbitri... Vedo anche infortuni muscolari o ko generati comunque da situazioni di stress".

E dietro l'equilibrio della classifica che dice?
"A prescindere dal tifo, per il bene del campionato italiano, sarebbe bene che quest'anno che... Non dico che la Juve non debba vincerlo, ma almeno fosse incerto fino alla fine. Se l'esito è scontato, il prodotto calcio italiano lo vendi meno facilmente. Noi tifosi della Ferrari ci arrabbiammo con Ecclestone anni fa quando spezzò il dominio, ma lo fece per il bene del movimento. Poi vanno comunque riconosciuti i meriti alla Juventus, che raccoglie i frutti di anni di programmazione".