Chiariello: “Con il Milan non è da scudetto, è la meno importante delle prossime 3”

Chiariello: “Con il Milan non è da scudetto, è la meno importante delle prossime 3”
Oggi alle 18:30Le Interviste
di Francesco Carbone

Il giornalista Umberto Chiariello, ai microfoni di CRC, radio partner della SSC Napoli, è intervenuto con il suo consueto punto: “Diciamolo chiaramente: ce la stanno tirando. Sono sette mesi che il Napoli non perde in campionato. Una striscia di 16 partite consecutive, la migliore tra tutti i maggiori campionati europei. Il Napoli è la squadra più solida.

Ora però arriva il Milan e magari vi ferma, vi rompe la serie... chiusa parentesi, messaggio subliminale. Se dovesse accadere, si realizzerebbero tre cose. Primo: il Milan prende consapevolezza di sé. Non ha le coppe, ha completato la campagna acquisti con tre colpi: uno molto importante, uno così così e uno assolutamente ininfluente. Avevano bisogno di un difensore e hanno preso un ragazzetto sconosciuto che, almeno finora, non ha mai giocato. Poi magari diventerà titolare, chi lo sa. Per ora, non se ne parla proprio.

Poi hanno preso un attaccante che ha segnato in Coppa, ma che sembra ancora un'incognita: né carne né pesce, un centravanti che non si capisce bene che tipo di giocatore sia. Lo vedremo. Fatto sta che l’unico riferimento vero è Gimenez. Se lui non trova la via del gol (come ha fatto in Coppa), per il Milan sono problemi, perché lì davanti mancano certezze. Hanno anche preso Rabiot. Quello sì, è un giocatore importante. Insieme a Modric forma un centrocampo di qualità e sostanza. A completare il reparto ci sono Loftus-Cheek, su cui Allegri punta molto, Fofana che dà muscoli e intensità, e un paio di registi che dovrebbero sostituire Modric nei momenti in cui accuserà qualche colpo di vecchiaia: parlo di Ricci e Jashari, pagato parecchio, che si è fatto male e rientrerà più avanti. Insomma, nonostante l’addio di Reijnders, il centrocampo del Milan è – sulla carta – tra i migliori del campionato. Davanti devono ancora giocarsi la carta Leao, che è fondamentale. Sta facendo molto bene Pulisic, soprattutto quando gioca a sinistra, perché lì si esprime al meglio. A destra si sacrifica in un ruolo che non gli appartiene del tutto.

Il Milan ha nomi importanti: Leao, Modric, Rabiot, Maignan, Pulisic. Questi sono i punti di forza. Però per inserirsi nella lotta scudetto, questo Milan deve dimostrare di esserlo davvero. A me non sembrava una squadra ben costruita: i terzini sono modesti. A destra hanno preso un giocatore dal nome impronunciabile che non gioca mai, e a sinistra c’è Estupinan, che qualcosa di buono lo sta facendo, al posto di Theo Hernandez. Col modulo 3-5-2 e con i quinti, Saelemaekers è l’uomo chiave sulla fascia. È un giocatore molto utile, anche intelligente. A destra di fatto gioca un’ala che fa anche il terzino; a sinistra, un terzino come Estupinan che fa anche l’ala. Il punto di forza di questa squadra ora è la solidità: difesa a tre, Fofana davanti alla difesa, fisico, muscoli, in supporto a Modric. Il centrocampo è la zona più forte.

Se il Milan dovesse battere il Napoli, si inserirebbe realmente nella lotta scudetto. Per il Napoli, invece, una sconfitta cosa cambierebbe? Poco. È in testa alla classifica, con due punti di vantaggio sulle inseguitrici. Dopo c’è il Genoa, che stavolta andrebbe affrontato con più attenzione rispetto allo scorso anno, quando finì 2-2. Certo, una sconfitta a San Siro renderebbe il Milan più pericoloso e toglierebbe punti in classifica, ma non dovrebbe creare drammi. Se non fosse per il solito ambiente turbolento di Napoli.

E qui arriviamo alla terza conseguenza. A Napoli sembra che nemmeno una grande squadra che vince due scudetti in tre anni, e si candida al terzo in quattro, riesca a portare serenità. C’è un clima teso, incomprensibile. Il napoletano sembra diventato incontentabile. Si criticano tutti: Lucca, Meret, Lukaku... ora anche Kevin De Bruyne e Antonio Conte, solo perché ha messo da parte il 4-3-3. Roba da matti. Il Napoli ha giocato quattro partite, quattro vittorie. Due su due in trasferta. Ed è quasi un bene che questa sfida col Milan sia fuori casa, perché è proprio in casa che il Napoli fatica di più. Contro il Milan, poi, San Siro è spesso stato terra di conquista. Non parliamo del San Siro interista, dove il Napoli fatica, ma contro il Milan ha una buona tradizione.

Insomma, San Siro ci dirà qualcosa, ma più in funzione del Milan che del Napoli. Lo Sporting invece è tutta un’altra cosa. Se l’altra volta ho detto che tra Manchester e Pisa mi interessava più il Pisa, oggi no. Tra Milan e Sporting, la partita chiave è quella di Champions. In campionato puoi recuperare, non è una partita scudetto, non è decisiva. È un test, soprattutto per il Milan. Se il Napoli perde, dopo 16 risultati utili consecutivi, ci può anche stare. Ma non ha nessuna intenzione di farlo, anche senza Buongiorno. Probabilmente in difesa giocheranno Rrahmani e Juan Jesus, una coppia nuova. Ma se dovesse andare male, per chi ha la testa a posto non succede nulla. Tutto può succedere.

San Siro non è una partita chiave per il Napoli. Per il Milan sì. È un test durissimo. I sogni possono morire all’alba. Lo Sporting no, lì si fa sul serio. La Champions è un’altra cosa. Ora Conte deve dimostrare che non è vero che non è adatto all’Europa, che non è superato, e tutte le critiche insensate che si è portato dietro.

Contro lo Sporting non ci sono scuse: il Napoli deve vincere, possibilmente bene. Non può permettersi passi falsi, né con lo Sporting né con il Genoa. Quindi, delle tre partite che arrivano, quella meno importante – paradossalmente – è proprio quella contro il Milan. Che però diventa la più importante in funzione dell’avversario, perché potrebbe far morire i sogni del Milan prima ancora che si concretizzino. Come se ne esce da questo “busillis”? Con sette punti: un pareggio a San Siro, due vittorie contro Sporting e Genoa. E ci presentiamo alla sosta con serenità. Io la penna per firmare ce l’ho già in mano. Poi certo, se mi dite: “Perché accontentarsi?”, vi do ragione. Nove punti piacciono a tutti. Ma sui sette, io firmo subito”.