Gino Rivieccio, il malato del Napoli

La passione per il Napoli colpisce tutti, persone comuni e volti noti come il grande attore partenopeo GINO RIVIECCIO che, venerdì sera, ha raccontato il suo amore per gli azzurri ai microfoni di 91° Minuto, la fortunata trasmissione in onda su Radio Club 91 e, sul digitale terrestre su Club 91 Television. “Il mio primo ricordo di questa squadra l’ho scritto anche in una canzone – esordisce – Da bambino mio padre mi portò allo stadio ad assistere ad una partita della formazione in cui giocavano Sivori ed Altarini. In quel periodo, in classe mia, molti erano tifosi di altri club, io andai controcorrente. In generale penso che coloro che sono nati nel periodo d’oro della società tifano per gli azzurri, quelli, invece, che sono cresciuti negli anni delle difficoltà economiche optano per altre compagini. Oggi ci stiamo riscattando bene”.
La popolarità è in netta crescita in Italia e nel mondo così come il valore del team. “Questo è diverso da quello degli anni ’80, ma da tifosi ci auguriamo possa raggiungere gli stessi risultati di quello. E’ una rosa valida e penso che la sconfitta di Verona non avrà ripercussioni morali, ma deve insegnare che ci vuole molto umiltà, che bisogna rispettare tutte le avversarie indipendentemente dal blasone o dal valore sulla carta e che non bisogna festeggiare in piazza dopo due gare vinte. Se la selezione seguirà questa strategia penso che può puntare a grandi traguardi perché la vedo molto forte”.
Per capire se la lezione è servita c’è, questa sera l’esame Fiorentina che il popolare attore seguirà “a casa mia, in famiglia così come ho visto i matches contro il Manchestern City ed il Chievo che ci porta molto male. Ricordo che anche nella stagione del 1° scudetto perdemmo al Bentegodi contro l’Hellas Verona. Generalmente, però, sono un tifoso teatrale perché spesso sono in sala quando il Napoli gioca. Ho la fortuna d’avere un direttore di scena e diversi macchinisti che sono tifosissimi e mi aggiornano costantemente anche quando sono in scena ed il pubblico nemmeno lo immagina”.
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