Mario Cassano: "Sarei onorato di poter giocare in maglia azzurra"

Mario Cassano, milanese di nascita ma di estrazione napoletana. «Mia mamma Cristina è partenopea doc, poi da piccola si trasferì a Caserta insieme ai genitori. Papà Nicola è brindisino ma ha vissuto a lungo a Caserta, visto che nonno Mario svolgeva servizio a Palazzo Reale, era un tenente dell’esercito. I miei genitori si sono conosciuti in Campania, poi si sono spostati in un piccolo centro vicino Milano (Vizzolo Predabissi) dove poi sono nato». Il Napoli è sulle sue tracce. «Lo spero, ma al momento non posso confermare nessuna indiscrezione. Non ho mai parlato con Marino, tantomeno con Donadoni». Con il tecnico partenopeo si è incrociato poco tempo fa. «In maniera assolutamente casuale, mi creda. Ero in ritiro con il Piacenza in un albergo di Avellino, lo stesso che occupava l’Albinoleffe, atteso dalla trasferta di Salerno. Nella hall incrocio Donadoni, giunto in Irpinia a salutare il tecnico dei bergamaschi Madonna, suo ex compagno di squadra. Un saluto, due parole e niente più. Il resto l’ho saputo leggendo i giornali, lui non mi ha detto nulla di particolare».
Il suo procuratore è Tullio Tinti, un professionista molto vicino al digì azzurro Marino. «Il mio agente ha un caratteraccio, non dice mai nulla ai suoi assistiti per non deconcentrarli durante la stagione. Non so se ha parlato di me al digì azzurro, di sicuro al sottoscritto non ha riferito nulla, Tullio è un orso, nel senso buono s’intende». Chi spende peana per lei è Pino Taglialatela, suo mentore ai tempi della Fiorentina. «Nel 2001 lasciai la Vogherese per approdare alla Fiorentina di Cecchi Gori, allenata da Roberto Mancini. Batman era in rosa e mi aiutò moltissimo. Lo consideravo un fratello maggiore e ricordo cosa mi diceva di Napoli: l’affetto del San Paolo, i colori della città. A Piacenza ho frequentato anche Nando Coppola, bravo a descrivermi il rovescio della medaglia, lui ne sapeva qualcosa. Di sicuro Napoli è più gioia che dolori ed io sarei onorato di poter giocare in maglia azzurra». Non costerà uno sproposito il suo cartellino. «Domanda da girare al presidente Garilli ed al digì Riccardi: il mio contratto con il Piacenza scade nel 2012».
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