Responsabile medici Serie A: "Più importanti le semplici prescrizioni del protocollo che i tamponi"

Responsabile medici Serie A: "Più importanti le semplici prescrizioni del protocollo che i tamponi"
mercoledì 14 ottobre 2020, 18:30Le Interviste
di Redazione Tutto Napoli.net
Il Dott. Gianni Nanni, medico sociale del Bologna e membro della commissione medica Figc come responsabile dei medici sociali della Serie A, è intervenuto ai microfoni di Kiss Kiss Napoli.

Il Dott. Gianni Nanni, medico sociale del Bologna e membro della commissione medica Figc come responsabile dei medici sociali della Serie A, è intervenuto ai microfoni di Kiss Kiss Napoli: “E’ chiaro che il protocollo andrebbe aggiornato periodicamente. Non va stravolto, ma rispettato nelle cose semplici. Ci perdiamo nei tamponi per individuare i positivi, ma il problema più importante è seguire le altre prescrizioni. I nostri centri sportivi devono essere blindati, devono entrare solo le persone necessarie all’attività della squadra. Una volta all’interno, dopo aver misurato la temperatura, devono rispettare delle semplice ma importantissime regole: indossare la mascherina ed essere distanziati, inoltre bisogna avere spogliatoi ben areati con ampi spazi. Queste sono le cose principali per evitare dei focolai interni, se non si sta attenti a queste prescrizioni si rischia davvero tanto.

Napoli-Genoa da rinviare? Non posso dirlo, non abbiamo certezze su quello che è successo durante quella partita. Ci sono stati giocatori che hanno giocato la partita da positivi ma non siamo certi che i due positivi del Napoli siano stati contagiati da quelli del Genoa. I distanziamenti sugli arei, sui pullman e negli spogliatoi oltre all’uso delle mascherine sono misure di sicurezza per evitare il contagio del gruppo squadra.

Bolla stile Nba? Sarebbe poco applicabile al calcio, credo che bisogna fare degli sforzi per rispettare le regole all’interno delle nostre piccole bolle-

Decisione dell’Asl di Napoli? Non mi sento di giudicare l’operato dell’As, avrà avuto i dati per non far partire la squadra, quando si prendono delle decisioni si devono pagare anche le conseguenze. Milioni di spettatori nel mondo non hanno potuto assistere a quella partita importante, ha perso il calcio e il nostro Paese, ma se la decisione era necessaria non c’era molto da fare".