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Fabbroni: "Si parlava del metodo Conte, ma ora il Napoli è fisicamente straripante"

Fabbroni: "Si parlava del metodo Conte, ma ora il Napoli è fisicamente straripante"
Oggi alle 17:10Radio Tutto Napoli
di Pierpaolo Matrone

Mario Fabbroni, giornalista, è intervenuto nel corso della trasmissione 'Pausa Caffè' sulla nostra Radio Tutto Napoli, prima radio tematica sul Napoli, in onda tutto il giorno, che puoi ascoltare/vedere qui sul sito o sulle app (qui per Iphone/Ipad o qui per Android): "Conte non vedeva in questo gruppo, almeno nella fase culminata a Bologna, quella fame di vittoria che lui prova a trasmettere in ogni momento. Conte è un competitivo. Anche se gioca a dadi o a freccette si mette l'elmetto perché fa battaglia in ogni dove. Essendo un competitivo di altissimo livello avverte i segni, avverte le situazioni. Anche Conte non è stato esente da colpe e l'ha detto. Ha provato a coinvolgere tutte le componenti del gruppo-squadra, parlando anche di staff tecnico e medico. La sua è stata un'invettiva complessa che ha richiamato tutti all'ordine.

C'è da fare una piccola riflessione sul meccanismo con cui Conte allena. Forse un po' frettolosamente si è parlato dei metodi dell'allenatore in mertio agli infortuni. Questo evidentemente vuol dire che una parte della metodologia di recupero doveva essere meglio applicata. Magari anche quel richiamo è stato salutare sotto questo profilo. Ma contro la Juventus abbiamo visto un Napoli straripante dal punto di vista fisico, che non ha mollato un attimo la partita, che ha chiuso in crescendo. E quando le squadre finiscono le partite in questa maniera arriva un segnale importante. Io credo che questo sia il migliore dei risultati possibili. Una squadra ha bisogno di avere delle certezze e credo che dal punto di vista fisico, da Bologna in poi, il Napoli ha delle certezze.

Conte è cambiato perché ha preso coscienza della sua nuova dimensione. E' sempre stato abituato ad avere dei grandi club alle sue spalle, abituati a fare la voce grossa per le vittorie; mi riferisco in particolar modo alla Juventus. Quando una società ti mette nelle condizioni di parlare con grande forza al cosiddetto palazzo è anche più semplice. Poi è andato all'Inter e lui rimarca il fatto di aver vinto uno Scudetto con un'Inter che non vinceva da tanto tempo, andando contro il sistema. Poi fa un ulteriore passaggio, Inghilterra a parte, e torna in Italia, a Napoli. Qui si apre uno scenario completamente diverso. Vieni a Napoli, dalla parte di chi non ha mai avuto un rapporto costante e continuo con la vittoria di trofei. Vieni dalla parte del Sud, terra spesso discriminata, e questo lo rende paladino. Con grande intelligenza, senza rinnegare la sua juventinità, si è calato nel ruolo di paladino".